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Appello urgente per il Congo orientale



Appello URGENTE per la pace e la sicurezza nel Congo Orientale
Perche' non continui il massacro delle popolazioni inermi

Continua nella zona ad Ovest della Repubblica Democratica del Congo una
situazione insostenibile per le popolazioni inermi. Il vuoto di potere che
si crea con il ritiro degli eserciti occupanti lascia spazio alle
incursioni di bande armate che intimidiscono e uccidono la popolazione.
Questo sotto gli occhi degli osservatori delle Nazioni Unite che non hanno
un mandato per difendere la popolazione civile. A Uvira sono stati uccise
453 persone.

E' urgente garantire la sicurezza per le persone civili in questo periodo
di transizione con una forza che abbia anche il mandato di difendere la
popolazione civile e di interposizione tra le diverse forze in campo. Fino
a quando le istituzioni democratiche non saranno ristabilite.

Oggi esiste una possibilità reale di pace che tutti noi dobbiamo sostenere.
La guerra del Congo, che ha avuto ed ha come suo motivo reale lo
sfruttamento delle enormi ricchezze di questo paese, come è affermato anche
dall'ultimo rapporto delle Nazioni Unite, è un macigno che pesa sulle
coscienze e che deve interpellare la comunità internazionale. Ormai è
intollerabile il numero delle vittime e il carico di sofferenza che pesa su
questo popolo.

Per questo facciamo una proposta:
INONDIAMO DI MESSAGGI, FAX, MAIL, LETTERE:

Il Governo Italiano (Sottosegretario Alfredo Mantica) .. Fax 06 3613735
La Commissione Europea (Segreteria di Prodi). Fax 0032 2 2990842
Le Nazioni Unite (Sede italiana).. ......Fax 06 6793337
Trovate qui di seguito il testo dell'appello, che vi preghiamo di firmare
sia a nome personale, sia a nome delle diverse associazioni.

Per favore: dobbiamo davvero inviare tantissimi messaggi. Dobbiamo intasare
i fax. Per questo lanciamo anche il passaparola. Ognuno invii questa mail e
questo messaggio a tutti i suoi amici. Dobbiamo essere davvero in tanti.

Grazie
Il coordinamento Anch'io a Kishangani

P-S. Si può approfittare di feste, sagre, banchetti in piazza per far
firmare ai cittadini questi appello e inviarlo ai numeri riportati sopra

*******************************************************

L'APPELLO
Dopo la soddisfazione per le prospettive di pace suscitate dagli accordi di
Sun City e di Pretoria, e dal ritiro di molte truppe straniere dai
territori occupati nella Repubblica Democratica del Congo, la popolazione
martoriata sta di nuovo vivendo ore drammatiche. Il temuto vuoto di
autorità e di sicurezza, senza la presenza efficace di una forza di
interposizione, rischia di mandare in frantumi il processo di pace e di
riconciliazione del Paese.

La popolazione è vittima innocente di scontri militari tra fazioni opposte,
ribelli di ogni genere, gruppi armati, affamati e allo sbando, che
provengono sia dall'interno che dall'esterno del Paese. Massacri, scontri,
saccheggi, rappresaglie sono avvenute o sono in atto nel Kivu a Uvira,
Walungu, Shabunda, Walikale; a Kindu e Mambasa nel Maniema; nell'Ituri a
Bunia e Isiro.

L'azione di questi gruppi semina morte,angoscia e panico, crea insicurezza
alle frontiere con Rwanda, Burundi e Uganda, che hanno posizionato i
rispettivi eserciti alle frontiere e rischia di diventare il pretesto per
la ripresa di una guerra che ha già seminato milioni di vittime tra i
civili, ha determinato lo sfruttamento delle ricchezze minerarie e la
paralisi del Paese.
Intanto nella regione mancano i generi di prima necessità; la coltivazione
dei campi e la circolazione dei beni è stata in gran parte impedita da
tanti anni di conflitto.

Le Chiese e le organizzazioni della Società Civile della regione hanno
lanciato un appello urgente dove si denuncia con forza la drammatica
situazione e si invita la Comunità internazionale ad accompagnare questo
momento tanto delicato nella storia del paese verso una evoluzione positiva.
Più volte la Società Civile, le diverse Confessioni religiose e gli stessi
rappresentanti dei governi di Kigali e di Kinshasa hanno richiesto la
presenza di una forza neutrale per il mantenimento della pace e il
controllo delle frontiere. Lo stesso Kofi Annan, il segretario dell'Onu, ha
proposto recentemente di aumentare il contingente militare della Monuc
nella Regione.

Per questo anche noi, dando voce alla voglia di pace di queste popolazione
martoriate, vogliamo lanciare un appello urgente ed accorato alle Nazioni
Unite perché intensifichino la loro presenza nella zona, con l'invio di
nuove forze di pace, ma anche con il chiaro mandato di difendere la
popolazione e la sicurezza delle frontiere tra Congo, Rwanda, Burundi e
Uganda.
La Comunità internazionale, anche dopo le risoluzioni e le proposte del
Consiglio di Sicurezza per la pace in Congo e nella Regione dei Grandi
Laghi, non può restare indifferente. Occorre assicurare il rispetto dei
diritti umani in questo periodo di transizione, sino alla creazione di
Istituzioni democratiche e di forze dell'ordine locali.
Ci rivolgiamo in particolare al Governo Italiano e all'Unione Europea
perché si facciano portavoce di queste istanze nelle sedi appropriate e
collaborino con l'ONU e l'UNIONE Africana in modo da raggiungere, al più
presto, la pacificazione definitiva secondo il diritto internazionale e
senza ulteriore vittime innocenti.

Coordinamento "Anch'io a Kisangani"
24 ottobre 2002