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Iraq: democrazia con la forza?



A: <info@peacelink.it> "Associazione PeaceLink"
Da: sjs.headlines@sjcuria.org

HEADLINES -- Notizie dall'apostolato sociale della Compagnia di Gesù -- 2002/10
...per scambiare notizie, condividere la spiritualità e favorire il lavoro 
in rete...
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* La Cambogia si rimette in piedi
* Iraq: democrazia con la forza?
* R. D. del Congo: AIDS e gruppi armati a Kisangani
* India: premi alla ricerca botanica
* Spagna: rapporto sulle disuguaglianze
* SPECIALE: ALCA, opportunità o minaccia?
* Agenda
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* La Cambogia si rimette in piedi, di Enrique Figaredo SJ

Nel dicembre 1998 i Khmer Rossi deposero le armi e si arresero alle forze 
governative, ponendo fine alla guerra in Cambogia. Il Paese oggi ha bisogno 
di ricostruzione e riabilitazione, ma anche di solidarietà, amicizia e 
amore. Ogni cambogiano è stato colpito dalla guerra e in ogni famiglia 
qualcuno ha sofferto l'esilio, le mutilazioni o è stato ucciso. La minaccia 
delle mine antiuomo e la mancanza di vaccinazioni hanno un forte impatto 
sul Paese. Ma c'è nuova speranza: le campagne, le strade, i mercati sono 
pieni di bambini. Almeno metà della popolazione ha meno di quindici anni.
La Cambogia è piena di contrasti. Accanto a Internet café, bar con karaoke 
e apparecchi televisivi che trasmettono tele-novele sudamericane, si 
trovano carri trainati da bufali e risaie coltivate a mano. Le industrie 
che richiedono manodopera intensiva non qualificata, come quelle tessili, 
sono comparse a frotte. Gli storici templi di Angkor Wat attirano un gran 
numero di visitatori, ma anche i casinò e il basso costo della vita. 
L'abuso e il traffico di minori nell'industria del sesso è uno scandalo e 
oggi la Cambogia è la società asiatica più colpita dall'HIV.
Quando evangelizziamo la Cambogia, non portiamo la Buona Notizia come si 
porterebbe un quotidiano dalla capitale verso le province. La Buona Notizia 
era già qui da tempo. Possiamo aiutare a riformularla, ma essa vive già 
negli eventi storici e nei sacramenti della vita delle persone semplici. 
Deve essere accompagnata da gioia, lavoro d'équipe e da una sospensione di 
giudizio; ci deve essere perdono rinnovato, anche senza comprendere fino in 
fondo, e una ricerca generosa per ciò che è positivo. Nelle situazioni più 
complesse dobbiamo essere aperti a quella scintilla di novità. Alcuni 
problemi non possono ammettere altra soluzione che viverli e affrontarli 
insieme. [HL21001]
Mons. Enrique Figaredo SJ è il Prefetto Apostolico di Battambang 
<prefbatt@forum.org.kh>
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* Iraq: democrazia con la forza?

La Commissione Giustizia e Pace francese mette in questione la legittimità 
di un attacco militare americano all'Iraq. "Se alcune guerre scoppiano 
all'improvviso", si legge nel bollettino di ottobre, "di fronte ai progetti 
d'azione militare contro l'Iraq si può parlare di 'cronaca di una guerra 
annunciata' che offre il tempo e la serenità per valutare quale tipo di 
reazione adottare".
Si tratta davvero di affrontare una minaccia grave, che solo un'azione 
militare può respingere? Il criterio del "ricorso estremo" è riconosciuto 
da tradizioni etiche e dal diritto internazionale. Non si può pretendere 
che oggi l'Iraq costituisca una minaccia urgente e immediata di questo 
tipo. È particolarmente rischioso dare legittimità alla nozione di "attacco 
preventivo". Se l'obiettivo reale è rovesciare il regime di Baghdad, è 
possibile democratizzare un Paese con la forza? La riconciliazione e la 
ricostruzione della società civile possono avvenire con una sconfitta 
militare da parte di una potenza straniera? C'è da dubitare che l'invasore 
sarà bene accolto da una popolazione che ha sofferto anni di bombardamenti 
ed embargo. Infine, quale proporzionalità esiste tra l'obiettivo che si 
vuole raggiungere con le armi e le possibili conseguenze di un'avventura 
senza ritorno quale è ogni guerra?
Unendosi alla voce della Santa Sede e della Conferenza episcopale cattolica 
degli Stati Uniti, che hanno messo in guardia contro il ricorso alle armi, 
Giustizia e Pace auspica che gli artigiani di pace possano lavorare 
attraverso i canali internazionali piuttosto che lasciare prevalere 
l'unilateralismo del più forte. [HL21002]
Segretario nazionale di Giustizia e Pace (Francia): Christian Mellon SJ 
<justice.paix@wanadoo.fr>
Il testo completo è disponibile in francese a <http://justice-paix.cef.fr> 
mentre la dichiarazione dei vescovi americani si trova in inglese a 
<www.usccb.org/sdwp>
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* R. D. del Congo: AIDS e gruppi armati a Kisangani

Nel Congo occidentale, diversi gruppi armati commettono atrocità e 
diffondono il terrore nella città di Kisangani. Due anni dopo la strage 
compiuta dalle truppe ruandesi e ugandesi, in cui morirono più di 
cinquecento persone, la popolazione continua il suo calvario quotidiano. Il 
14 maggio 2002, un massacro di civili, al quale la missione ONU in Congo 
(MONUC) assistette senza intervenire, ha dimostrato la crudeltà di coloro 
che si dichiarano liberatori del Paese. La popolazione ora è caduta in una 
sorta di terrore passivo. Alla luce del Vangelo, la Chiesa cerca di portare 
la sua testimonianza attraverso "atti di verità", sul modello di Cristo 
risorto che è il nostro liberatore. Solo l'amore può liberare la società 
dalla violenza. Non è sempre facile donarsi in nome di questo ideale se si 
ha di fronte un avversario che ha come unico argomento il fucile. I gruppi 
armati si aspettano che la Chiesa si faccia da parte e li lasci ai loro 
sporchi affari. Ma la missione ricevuta da Cristo richiede di essere 
testimoni profetici, in modo da rappresentare la coscienza e la speranza 
della gente. Ogni giorno si muore anche per l'AIDS. La Chiesa non è sorda 
al problema, ma non sa che cosa fare. Nella parrocchia di Christ-Roi, si 
discute apertamente di AIDS e i gesuiti stanno raccogliendo dati sulla 
malattia e i comportamenti sessuali, nel quadro di uno sforzo 
internazionale della Rete AIDS dei gesuiti africani (vedi HL20601, 
<www.jesuitaids.net>). [HL21003]
Per contatti nella parrocchia di Christ-Roi: Séverin Mukoko SJ 
<mukosev2001@yahoo.fr>
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* India: premi alla ricerca botanica

Due riconoscimenti sono stati assegnati a K. M. Matthew SJ, professore di 
botanica e direttore dell'Istituto di Storia Naturale Anglade, a 
Shembaganur (Tamil Nadu). P. Matthew è stato eletto membro della Linnean 
Society di Londra (la società di studi biologici più antica del mondo e 
oggi foro di primo piano nella discussione sulla genetica e la storia 
naturale). La Linnean Society lo descrive come il più fertile tra i 
tassonomisti indiani di ogni tempo, apprezzando le sue ricerche botaniche 
condotte all'Erbario Rapinat da lui fondato (HL00204). Il Dipartimento 
dell'ambiente dello Stato indiano del Tamil Nadu ha premiato P. Matthew per 
la campagna di sensibilizzazione ambientale dell'Istituto Anglade, che 
negli ultimi 18 anni ha tenuto corsi di formazione di tre giorni 
completamente gratuiti per circa 56 mila persone. [HL21004]
Direttore dell'Istituto Anglade e dell'Erbario Rapinat: K. M. Matthew SJ 
<rht@sjctnu.edu>
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* Spagna: rapporto sulle disuguaglianze

L'evoluzione della ricchezza economica nelle diciassette regioni spagnole 
mostra un aumento delle disparità negli ultimi dieci anni e la sua 
concentrazione nelle aree più dinamiche (Madrid, il Nordest e il 
Mediterraneo). Il fenomeno emerge di recente anche nel settore 
dell'occupazione e delle nuove tecnologie della comunicazione. Il Rapporto 
sulla Spagna 2002 (Informe España 2002, Madrid, 620 pp., 25 Euro) analizza 
la decentralizzazione secondo la duplice prospettiva delle nuove esigenze 
di governo e l'evoluzione delle disuguaglianze regionali. Il Rapporto 
dell'anno scorso si dedicava al tema dell'esclusione sociale con l'analisi 
di determinati gruppi (immigrati, anziani non autosufficienti, abitanti 
delle periferie povere, handicappati), mentre il Rapporto di quest'anno 
studia le differenze tra la qualità della vita di queste persone e del 
complesso della popolazione spagnola.
La Fondazione "Encuentro" pubblica il Rapporto ogni anno, offrendo 
un'interpretazione della realtà sociale e dei processi di inclusione ed 
esclusione, con un giudizio che va oltre i dati puramente economici, anche 
se ampiamente arricchito da dati statistici. "Con le nostre équipe di 
specialisti e uomini d'esperienza imprenditoriale, politica e sindacale", 
afferma il presidente della Fondazione, José María Martín Patino SJ, 
"analizziamo le questioni più attuali della nostra società senza isolarla 
dall'Europa e dal mondo. Il dialogo e il dibattito tra i leader della 
nostra società hanno più influenza delle lezioni o dei trattati teologici". 
Si veda <www.fund-encuentro.org> [HL21005]
Presidente della Fondazione Encuentro: José María Martín Patino SJ 
<correo@fund-encuentro.org>
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* SPECIALE: ALCA, opportunità o minaccia?

I Ministri del commercio di tutti i Paesi americani, tranne Cuba, si 
riuniscono a Quito (Ecuador) il 31 ottobre e il 1 novembre, per proseguire 
i negoziati sulla creazione dell'Area di Libero Commercio delle Americhe 
(ALCA). Anche un gruppo di venti gesuiti e collaboratori si incontra dal 24 
ottobre al 2 novembre per riflettere sulle sue implicazioni.
L'ALCA è un nuovo trattato commerciale pan-americano. Durante il primo 
summit delle Americhe a Miami (1994), seguito dai vertici di Santiago del 
Cile (1998) e Quebec (2001), i leader di 34 Paesi lanciarono l'idea di 
formare un'unica area di libero scambio. Il compito di approntare tutti gli 
accorgimenti istituzionali necessari e redigere un testo fu lasciato a un 
gruppo costituito dai Ministri del commercio che si sono riuniti una volta 
l'anno. Il risultato dei lavori è un documento di 300 pagine intitolato 
"Accordo provvisorio" (Draft Consensus). Tutti i Paesi sono impegnati a 
concludere i negoziati entro il 2005. Con determinazione si intende 
cambiare il panorama socio-economico e politico dell'intero continente.
Perché dunque un incontro di gesuiti? La lezione appresa al Summit di 
Johannesburg sullo sviluppo sostenibile (agosto-settembre 2002) ha 
influenzato fortemente la decisione di riunirsi a Quito. "Di fronte a 
queste forze economiche, come possiamo dare un volto umano al trattato di 
libero scambio?" si è domandato un partecipante. I cambiamenti che l'ALCA 
provocherebbe, specialmente per i poveri, sono immensi e non possono essere 
ignorati dai gesuiti. Una partecipazione significativa di gesuiti nel 
processo dell'ALCA richiede un coinvolgimento fin dall'inizio, analisi 
approfondite dei documenti preparatori e un discernimento ignaziano sulle 
strategie da seguire.
L'"Accordo provvisorio" chiarisce che l'ALCA modificherà le strutture 
fondamentali della maggioranza delle economie latino-americane. Esso 
prevede: smantellamento di tutte le quote e tariffe per facilitare il 
libero movimento di beni e servizi (compresi i prodotti agricoli); apertura 
di tutti i progetti statali alle offerte dei competitori stranieri; 
abolizione dei sussidi e forme di concorrenza sleale; ingresso senza 
restrizioni delle imprese straniere in tutti i settori produttivi; libertà 
di movimento per i capitali finanziari e gli investimenti; creazione di 
speciali istituzioni giuridiche per la soluzione delle dispute; protezione 
della proprietà intellettuale; infine, messa al bando delle pratiche 
anti-competitive (come le imprese pubbliche). Il documento preparatorio non 
sostituisce gli accordi internazionali dell'Organizzazione Mondiale del 
Commercio, ma va oltre. L'ALCA costituisce davvero un'opportunità unica di 
rimettersi in piedi per l'America Latina? La risposta non è semplice. 
Dipende se l'ALCA offrirà realmente nuove opportunità, o se invece le 
soffocherà.
Le voci contrarie all'ALCA rilevano lo squilibrio fra le parti: mentre 
circa tre quarti della popolazione dei Paesi coinvolti vive a sud degli 
Stati Uniti, il PIL degli USA equivale a quasi l'80 percento di quello 
totale del continente. Ripetutamente i Paesi sviluppati non hanno mantenuto 
l'impegno di abolire i propri sussidi (in particolare al settore agricolo), 
di rispettare i trattati sull'ambiente o di salvaguardare la biodiversità. 
L'esperienza dimostra che i benefici commerciali non ricadono sui Paesi che 
esportano materie prime, ma su quelli che producono beni ad alto contenuto 
tecnologico come i semiconduttori, i computer e la telefonia mobile. 
L'asimmetria del potere politico ed economico tra i firmatari non promette 
nulla di buono in vista di un'equa distribuzione dei benefici.
"Abbiamo bisogno di approfondire la nostra sensibilizzazione etica e di 
cogliere gli aspetti tecnici della realtà", afferma Ricardo Antoncich SJ, 
coordinatore dell'apostolato sociale dell'America Latina, "in modo da 
integrare entrambi in un'analisi che cerchi soluzioni giuste e realizzabili".
Durante il vertice ministeriale di Quito, la società civile ha organizzato 
l'incontro "Un'altra America è possibile", con circa sessanta seminari e 
assemblee per riflettere e sviluppare proposte alternative. Un terzo di 
queste iniziative si svolgerà nell'università della Compagnia di Gesù 
(PUCE). [HL21006]
Coordinatore dell'apostolato sociale in Ecuador: Fabricio Alaña SJ 
<fabriciosj@latinmail.com>
Un altro rapporto speciale sugli eventi di Quito sarà pubblicato nel numero 
di novembre di HEADLINES.
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* Agenda [HL21007]

25-27 ottobre, Nuova Delhi, India: seminario sul tema "Affrontare il 
fondamentalismo e la globalizzazione" -- Agenda per il prossimo quinquennio 
per i membri e i collaboratori di "Jesuit in Social Action" (JESA). 
Organizzatori: JESA, ISI Nuova Delhi e ISI Bangalore. Segretario: Joseph 
Xavier SJ <jesa@unv.ernet.in>

31 ottobre - 3 novembre, Opatija, Croazia: incontro annuale dell'Apostolato 
sociale dell'Europa centrale e orientale su "Temi economici e ambientali: 
economie in transizione con riferimento particolare a Croazia e Romania". 
Coordinatore: Robin Schweiger SJ <schweiger@unigre.it>

7-10 novembre, Santa Clara, California, USA: conferenza internazionale per 
responsabili delle istituzioni della Compagnia che si occupano di 
educazione superiore su "La globalizzazione vista dal mondo in via di 
sviluppo". Per contatti: Jane Najour (Bannan Center for Jesuit Education) 
<jnajour@scu.edu> Vedi 
<www.scu.edu/BannanInstitute/JusticeConference/GlobalizationFlyer.htm>

22 novembre, Madrid, Spagna: incontro del gruppo di lavoro 
sull'immigrazione, organizzato dalla Commissione interprovinciale 
dell'Apostolato sociale (CIAS). Segretario: Daniel Izuzquiza SJ 
<amoverse@wanadoo.es>

23-24 novembre, Bruxelles, Belgio: seminario sulla Convenzione europea e 
l'architettura di un Trattato costituzionale, organizzato dall'OCIPE 
(Ufficio di studio e informazione sull'Europa) Direttore dell'OCIPE: Pierre 
de Charentenay SJ <info@ocipe.org>

23-24 novembre, Cordova, Spagna: incontro annuale del gruppo di Fomento 
Social su "Cooperazione internazionale nel quadro della globalizzazione". 
Segretario: Ildefonso Camacho SJ <icamacho@moebius.es>
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Direttore: Michael Czerny SJ
Redattore: Francesco Pistocchini <sjs.headlines@sjcuria.org>
Redattore aggiunto: Louisa Blair
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