[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]
La nonviolenza e' in cammino. 390
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO
Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 390 del 20 ottobre 2002
Sommario di questo numero:
1. Benito D'Ippolito, in memoria di Aldo Capitini, nel XXXIV anniversario
della scomparsa
2. Enrico Peyretti: difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte
nonarmate e nonviolente (nuova edizione aggiiornata)
3. Vandana Shiva, per quanto riguarda noi
4. Riletture: Franco Restaino, Adriana Cavarero, Le filosofie femministe
5. Riletture: Wanda Tommasi, I filosofi e le donne
6. Riletture: Chiara Zamboni, La filosofia donna
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'
1. MEMORIA. BENITO D'IPPOLITO: IN MEMORIA DI ALDO CAPITINI, NEL XXXIV
ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA
[Ieri il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha tenuto una
commemorazione di Aldo Capitini, nell'anniversario della sua scomparsa. Aldo
Capitini (23 dicembre 1899 - 19 ottobre 1968) e' stato l'apostolo della
nonviolenza nel nostro paese. Nel corso dell'iniziativa sono stati letti
alcuni passi dalle opere di Aldo Capitini ed alcune testimonianze su di lui
di amici che molto lo amarono. Per l'occasione uno dei collaboratori del
Centro, Benito D'Ippolito, ha composto il sonetto che di seguito si riporta]
In fervido silenzio alleluiando
moveva in fiera ascesi e in soave ascesa
la' verso Assisi di Perugia andando
lieve viandante a niun recando offesa.
Diceva la sua nascita esser quando
diceva un tu, e che l'anima in attesa
gia' si tendeva inver l'altrui dimando
tutta gioiosa, a comunione intesa.
Dell'umanita' intera era fratello,
dei morti e dei viventi la vitale
sentiva compresenza, e il buono e il bello
sapeva essere nel dir corale
e nel corale agire, impegno e appello
che costruisce il bene e vince il male.
2. ENRICO PEYRETTI: DIFESA SENZA GUERRA. BIBLIOGRAFIA STORICA DELLE LOTTE
NONARMATE E NONVIOLENTE (NUOVA EDIZIONE AGGIORNATA)
[Di questo fondamentale lavoro di Enrico Peyretti riproduciamo l'ultima
edizione aggiornata del 30 settembre 2002 (questo testo sostituisce i
precedenti e trattandosi di un work in progress sara' sostituito dai
successivi. Per contatti con Enrico Peyretti, e per contribuire
all'ampliamento di questo testo: scrivere all'indirizzo di posta
elettronica: peyretti@tiscalinet.it]
Questa bibliografia (comprendente per ora piu' di 100 libri, opuscoli,
articoli, circa 70 nella prima parte e piu' di 30 nella seconda) non e' una
bibliografia generale sul pacifismo e sulla nonviolenza, ma soltanto sui
casi storici che ho potuto reperire di difesa di diritti umani e di diritti
dei popoli, e di liberazione da tirannie, senza uso della violenza armata.
Questa raccolta e' sempre in corso di completamento e aggiornamento.
E' nata come appendice ad una mia relazione Possibilita' del pacifismo
nonviolento, tenuta al Centro Studi Piero Gobetti, di Torino, il 21 gennaio
1994. Una redazione aggiornata alla primavera 1995 e' comparsa, insieme a
quella relazione, su "Testimonianze" n. 376, giugno-luglio 1995, pp. 7-26.
Un aggiornamento al marzo 1996 e' stato pubblicato in appendice alla mia
lezione dell'aprile 1995, La Resistenza civile nelle ricerche storiche, in
Fascismo-Resistenza-Letteratura, I Quaderni del Museo Nazionale del
Risorgimento, n. 2, Torino 1997, pp. 61-87. Una breve presentazione delle
principali opere indicate nella presente bibliografia e dei relativi casi
storici e' contenuta in un mio articolo dal titolo Nonviolenza pubblicato in
"Effe", rivista delle librerie Feltrinelli, n. 9, estate 1998, pp. 35, 37,
39. La bibliografia e' pubblicata anche nell'Annuario di pace, Italia:
maggio 2000 - giugno 2001, Asterios, Trieste 2001, pp. 339-352.
Questa bibliografia raccoglie elementi di quella storia delle lotte
nonarmate e/o nonviolente, alternative alla guerra in conflitti politici
acuti, alla cui scoperta un ramo della cultura di pace sta lavorando in
questi anni. Si dicono nonarmate le lotte che fanno a meno delle armi per
una ragione di fatto, per impossibilita' o convenienza, mentre sono dette
nonviolente le lotte che fanno questa scelta per una ragione di principio,
pur potendo usare le armi. Anche le prime, comunque, dimostrano le
possibilita' e la relativa efficacia delle lotte condotte con l'arma
semplice e potente della noncollaborazione popolare ad un potere ingiusto.
Queste possibilita' e' dimostrata anche quando giuste rivoluzioni
nonviolente hanno in seguito delle involuzioni per altri versi negative.
La dominante cultura di guerra ha di fatto ignorato queste forme di
resistenza e di liberazione, facendole apparire impossibili. Per quanto
possa essere difficile, quel che e' fatto e' possibile.
Oltre a singoli ricercatori, lavorano alla storia della pace istituzioni
come quella diretta a Harvard da Gene Sharp (vedi sotto), come il Council
on Peace Research in History, in Usa, analogo all'European Working Group on
Peace Research in History.
I "racconti di pace" presenti in tante culture sono punto d'appoggio per
immaginare, volere, costruire la pace (cfr. Elise Boulding, Inventare futuri
di pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1998).
Tutto questo lavoro dovra' poter modificare la cultura della difesa ancora
dominante, ristretta sull'esclusivo modello del monopolio militare.
La prima parte di questa bibliografia indica le opere generali o riguardanti
momenti storici diversi, la seconda le opere relative alla Resistenza al
nazismo e al fascismo. L'ordine e', per quanto possibile, quello di
pubblicazione dei libri. Questa bibliografia e i suoi aggiornamenti potranno
essere letti sul sito www.peacelink.it/pace2000. Quasi tutti i lavori
indicati si possono consultare presso la biblioteca (forse la piu' ricca in
Italia su pace, nonviolenza, ecologia) del Centro Studi "Domenico Sereno
Regis", via Garibaldi 13, 10122 Torino, tel. 011532824, fax: 0115158000;
e-mail: regis@arpnet.it; sito: www.arpnet.it/regis. A questi indirizzi (o a
quello del curatore: peyretti@tiscalinet.it) potra' essere comunicata ogni
segnalazione che integri l'attuale aggiornamento, della qual cosa si
ringrazia fin da ora. Un grazie anche ai molti ricercatori che in tante
occasioni mi hanno indicato opere a cui non sarei arrivato da solo.
*
I. Opere generali o su casi diversi dalla Resistenza 1939-1945
1. Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, parte IV, Feltrinelli,
MIlano 1967 (ripubblicato da Linea d'Ombra, 1989). Porta casi storici da
Roma antica repubblicana, al Sudafrica 1900-1910 e 1952, all'India
1917-1947, alla Norvegia 1940-43.
2. Thich Nhat Hahn - Cao Ngoc Phong, La lotta nonviolenta del buddismo nel
Vietnam, Citta' Nuova, Roma 1970.
3. Jean-Marie Muller, Il vangelo della nonviolenza, Prefazione di Matteo
Soccio, Ed. Lanterna, Genova 1977 (1969). L'autore analizza la resistenza
morale francese all'occupazione nazista consistente nella noncooperazione
col nemico, come mirabilmente esemplificata da Vercors (pseudonimo di Jean
Bruller, 1902-1991), in Le silence de la mer (Ed. de Minuit, Paris, 1942,
ora in Le Livre de Poche, n. 25, ed. Albin Michel, 1951). Muller esamina poi
altri casi storici: gli insegnanti norvegesi sotto il governo filo-nazista
di Quisling, la resistenza danese all'occupazione nazista, gli avvenimenti
della Cecoslovacchia nell'agosto 1968, le lotte operaie con metodi
nonviolenti in vari momenti storici.
4. M. K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza (a cura di Giuliano
Pontara), Einaudi, Torino 1973 e seguenti; ediz. economica Einaudi 1996, col
saggio introduttivo di Pontara su Il pensiero etico-politico di Gandhi
riveduto e rinnovato, nel quale l'autore, a p. CXXIX, elenca otto serie di
esempi storici di lotte nonviolente nel '900 in ogni parte del mondo, gia'
registrati in altri punti di questa bibliografia. Libro fondamentale, dal
punto di vista storico utile soprattutto per il caso indiano, ma anche per
gli interventi di Gandhi sugli altri grandi conflitti.
5. AA. VV., Difesa popolare nonviolenta, atti del convegno di studio di
Verona, ottobre 1979, Ed. Lanterna, Genova 1980. Casi storici del '900 -
Germania, Paesi scandinavi, Olanda, Cecoslovacchia, Algeria, India, Vietnam,
Iran - nelle relazioni di Soccio e Drago. Casi di lotte sociali,
antimilitariste, antinucleari in Italia nei lavori delle commissioni.
6. Theodor Ebert, La difesa popolare nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele,
Torino 1984 (originali 1967-1982). Analizza i seguenti casi: Berlino 1920,
Ruhr 1923, Danimarca 1940-45, Norvegia 1940-43, Finlandia 1948, Berlino
1953, Ungheria 1956, Cecoslovacchia 1968, Polonia dal 1980.
7. Jacques Semelin, Per uscire dalla violenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino
1985 (1983). Casi considerati: Kady (Urss) 1937, testimonianze di generali
nazisti nella seconda guerra mondiale, Norvegia 1942, Cecoslovacchia 1968,
Italia 1974, Argentina 1977, Iran 1979, Polonia 1980, Irlanda 1916-1976 e
1981, opposizione di Sacharov 1981.
8. Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta, 3 volumi, Edizioni Gruppo
Abele, Torino 1985, 1986, 1996 (1973).
- Nel volume primo, Potere e lotta, cap. III, pp.133-136, Sharp propone
sette spiegazioni del fatto per cui gli storici hanno trascurato ed
ignorato questo genere di lotte. Egli presenta la teoria del potere (che ha
illustri precedenti) come consistente essenzialmente nell'obbedienza dei
sottomessi. Cio' permette di vedere le possibilita' di controllo nonviolento
del potere mediante la gestione del proprio consenso da parte della societa'
consapevole.
- Nel volume secondo, Le tecniche, Sharp elenca 198 tecniche osservate nella
storia di tutti i tempi e luoghi, per ognuna delle quali colleziona numerosi
casi storici; si tratta dunque di una raccolta, pur sommaria, di molte
centinaia di realta' storiche di nonviolenza attiva in luogo della guerra.
Da quasi 30 anni Sharp promuove questa ricerca nel Program on Nonviolent
Sanctions in Conflict and Defense at the Center for International Affairs,
Harvard University.
9. W. H. Conser, R. M. McCarthy, D. J. Toscano, G. Sharp, Resistance,
Politics, and the American Struggle for Independence, 1765-1775, Lynne
Rienner Publishers 1986, Boulder, Colorado, 580 pages.
10. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1987. Vi si
trovano riferimenti ad altre lotte oltre quelle condotte da Gandhi.
11. Johan Galtung, Palestina-Israele. Una soluzione nonviolenta?, Ed. Sonda,
Torino 1989 (1989). Insieme a scritti precedenti l'Intifada (1987), il libro
contiene una riflessione su questa lotta (violenza limitata, ma non ancora
nonviolenza) e un'intervista e scritti di Mubarak Awad, il "Gandhi
palestinese", promotore di lotte nonviolente, cittadino di Gerusalemme Est,
espulso da Israele nel '69 e nell'88. Sulla componente nonviolenta
dell'Intifada e il ruolo delle chiese cristiane: Paolo Naso, Come pietre
viventi, Immagini e testimonianze dei cristiani palestinesi, Claudiana,
Torino 1990.
12. Birgit Brock-Utne, La pace e' donna (titolo che non rende bene
l'originale Educating for Peace. A Feminist Perspective, New York 1985),
introduzione di Elisabetta Donini, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1989.
Descrive, dopo l'azione culturale e organizzativa di Bertha von Suttner (pp.
63-70) e le organizzazioni femminili per la pace, alcune tipiche lotte
nonviolente condotte da donne: per la pace in Irlanda del Nord, 1976; contro
le armi nucleari e per la pace in Danimarca, Finlandia, Groenlandia,
Islanda, Norvegia, Svezia, 1979-1981; contro le violenze della dittatura
militare e l'occupazione delle Malvine, le Madri della Plaza de Mayo in
Argentina, dal 1977; contro l'installazione missilistica di Greenham Common,
in Galles, dal 1981; contro le esercitazioni militari nella terra shibokusa,
in Giappone, dal 1982; contro la corsa al riarmo le Donne Australiane per la
Sopravvivenza, dal 1983; contro il Pentagono, simbolo di tutte le violenze
maschili, donne statunitensi nel 1981; contro l'apartheid le donne
sudafricane fino dal 1913, 1943, 1952, 1956, 1981 (pp. 72-88; l'opera della
Brock-Utne e' del 1985).
13. Jan Zielonka, Political Ideas in Contemporary Poland, Gower Publishing
Group, Aldershot UK, 1989. Volume ricco di informazioni storiche
sull'esperienza nonviolenta di Solidarnosc.
14. Steven Duncan Huxley, Constitutionalist Insurgency in Finland, SHS,
Helsinki, 1990, sulla resistenza non armata dei finlandesi alla Russia
nell'800.
15. Su Islam e nonviolenza: Eknath Easwaran, Badshah Khan, il Gandhi
musulmano, Ed. Sonda, Torino 1990 (1984). Anche popolazioni guerriere e
feroci come i Pathan della Frontiera indiana, musulmani, seppero adottare la
nonviolenza contro le repressioni violente del dominio inglese. Il loro
leader, Abdul Ghaffar Khan, trovo' nella sua fede islamica l'ispirazione
alla nonviolenza. Gandhi osservo' che proprio il violento coraggioso nella
difesa di diritto e dignita' e' il piu' disponibile a capire e vivere la
"nonviolenza del forte".
- Chaiwat Satha-Anand, Islam e nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino
1997. L'autore, studioso thailandese, musulmano, in questo libro in cui
sostiene la speciale attitudine della cultura islamica all'azione
nonviolenta (nonostante fenomeni contrari vistosi ma particolari), narra ed
analizza (pp. 24-31) un'azione nonviolenta nel Pattani (Thailandia) nel
1975.
- Sulla rivoluzione popolare del 1979 in Iran, che caccio' lo Scia' senza
uso di violenza, pur essendo ispirata al fondamentalismo religioso che
caratterizzo' il successivo regime oppressivo, si puo' vedere l'articolo di
Mouna Naim, La fuite du chah d'Iran, su "Le Monde", 18 gennaio 1999, e col
titolo Vent'anni dopo, su "Internazionale", 19 febbraio 1999.
- Ho riunito alcuni miei scritti sull'argomento in E. Peyretti, La politica
e' pace, Cittadella, Assisi 1998, nei capitoli Islam e pace, p. 124, Studi
su Islam e nonviolenza, p. 127, Uomini di pace nell'Islam, p. 131.
- Cfr anche il n. 21 di questa bibliografia.
16. Voce Lotte sociali nonviolente, stesa da Giorgio Giannini per
L'abecedario dell'obiettore, a cura di Diego Cipriani e Guglielmo Minervini,
Edizioni La meridiana, Molfetta 1991, pp.82-89.
17. Sulle lotte nonviolente per i diritti civili negli Stati Uniti il libro
a cura di Paolo Naso, L'altro Martin Luther King, Claudiana, Torino 1993,
contiene un'ampia bibliografia.
- Powerful Days. The Civil Rights Photography of Charles Moore, Yexu by
Michael S. Durham. Introduction by Anfrew Young. Stewart, Tabori & Chang. N.
York, 1984.
- The Power of the People. Active Nonviolence in the USA. Edited by Robert
Cooney & Helen Michalowski, New Society Publishers, Philadelphia 1987.
- King. A filmed Record Montgomery to Memphis, Arte G.E.I.E., 2/a rue de la
Fonderie, F-67080 Strasbourg Cedex. In inglese con sottotitoli in francese,
la videocassetta rende direttamente i grandi discorsi di M. L. King e mostra
dal vivo sia le grandi manifestazioni sia gli episodi di repressione.
- Una pagina di bibliografia su Martin Luther King e' comparsa in Cahiers de
la Reconciliation, n.1, 1998.
18. Sugli aspetti nonviolenti della lotta contro la segregazione razziale in
Sudafrica, si puo' vedere anzitutto Michael Cassidy, Politics of Love, con
introduzione di Desmond Tutu, Hodder & Stoughton, London 1991. Altri libri:
Steve Biko, Black Consciousness in South Africa, edited by Millard Arnold,
Vintage Books, New York 1979.
- Mary Benson, Nelson Mandela, biografia, ed. Agalev, Bologna 1988. Il
capitolo 9 di questo libro descrive la separazione di Mandela da Luthuli, il
capo spirituale e politico del movimento nero, sulla strategia di lotta,
proprio nel 1961, quando Luthuli ricevette il premio Nobel per la pace per
la cinquantennale tradizione nonviolenta dell'ANC (African National
Congress); Mandela decise di adottare dapprima il sabotaggio, che non
comportava perdita di vite umane, e poi anche la lotta armata, pur
rispettando l'impegno di Luthuli per la nonviolenza.
- Ruth First, Un mondo a parte. 117 giorni, Oscar Mondadori, Milano 1989.
- Allan A. Boesak, Se questo e' tradimento, sono colpevole, Claudiana,
Torino 1989. Sono discorsi e studi, del periodo 1979-1989, del pastore nero
della Chiesa Riformata Missionaria Olandese, che si e' opposto all'ideologia
giustificatrice dell'apartheid su basi teologiche, dominante in quella
chiesa, fino ad ottenerne la condanna da parte dell'Alleanza Riformata
Mondiale, di cui Boesak e' stato presidente.
- Johan Galtung, Giurisprudenza di riconciliazione in Sudafrica, "Lectio
magistralis" nell'Universita' di Torino, 16 gennaio 1998, sulla Commissione
Verita' e Riconciliazione presieduta da Desmond Tutu. Il testo e' pubblicato
in inglese col titolo After the Violence: Truth and Reconciliation? South
Africa, Latin America: Reflections on a New Jurisprudence, sul Notiziario
dell'Universita' di Torino "L'Ateneo", anno XIV, n. 5, novembre-dicembre
1998, pp. 17-22; testo italiano presso il Centro Studi Sereno Regis di
Torino. Galtung indica nell'esperienza sudafricana la possibilita' di una
modifica della concezione del processo penale nel senso di ridurre la
violenza punitiva dello stato e di ricostruire il rapporto umano e sociale
tra reo e vittima.
- Marcello Flores (a cura di), Verita' senza vendetta. L'esperienza della
commissione sudafricana per la verita' e la riconciliazione, Manifestolibri,
Roma 1999. L'ampia introduzione del curatore premessa al rapporto finale
della commissione, mostra, nella storia del Sudafrica, il carattere violento
tanto della lotta anti-apartheid condotta principalmente dall'African
National Congress, quanto della repressione governativa, ma indica
l'originaria ispirazione nonviolenta data all'ANC da Albert Luthuli negli
anni '50 e '60 (p. 21); mostra la duplice de-escalation della violenza per
merito di De Klerk e Mandela dal 1990 (pp. 16-17). Nel rapporto della
commissione, introdotto dal presidente, il vescovo Desmond Tutu, si vede la
scelta di evitare la "giustizia dei vincitori" e di basare la
riconciliazione della societa' sulla base della verita' e della dignita'
restituita alle vittime, dell'amnistia personale in cambio della verita' e
ammissione di colpa, piuttosto che sulla base della pura giustizia
retributiva.
- Antonello Nociti, Guarire dall'odio, Franco Angeli, Milano 2000: lo
straordinario insegnamento del Sudafrica per costruire una pace
interrazziale, che e' problema della nostra societa'.
- Desmond Tutu, Non c'e' futuro senza perdono, Feltrinelli, Milano 2001:
"Fare giustizia non significa punire bensi' risanare" (p. 119-120).
19. Trasforming Struggle. Strategy and Global Experience of Nonviolent
Direct Action, published by the Program on Nonviolent Sanctions in Conflict,
Harvard University, 1992, pagg.142. Il libro e' recensito da Chiara Pent in
"IPRI Newsletter" n.10, marzo 1994 (IPRI, Italian Peace Research Institute,
via Assietta 13/a, 10128 Torino, tel/fax 011532824; poi via Garibaldi 13/a,
10122 Torino).
20. AA. VV. La nonviolenza come strategia di mutamento sociale, Cedam,
Padova 1992. Alcuni dei saggi di tipo empirico raccolti in questo volume
(altri saggi sono teorici) riguardano casi studio di lotte nonviolente.
21. Il Comitato Scientifico dell'IPRI per la DPN (Progetto Nazionale di
Ricerca sulla Difesa Popolare Nonviolenta, Comitato Scientifico, via S.
Giovanni Maggiore Pignatelli 14, 80134 Napoli, tel 0815510286, fax Antonino
Drago 0812394508) ha pubblicato gli atti di quattro dei cinque Convegni
nazionali di ricerca, nei quali ricorrono anche esempi storici di lotte
popolari nonviolente:
- Una strategia di pace: la difesa popolare nonviolenta (primo convegno,
Boves, novembre 1989), a cura di A. Drago e G. Stefani, Ed. Fuori Thema
1993;
- La difesa popolare nonviolenta in Italia e nelle crisi internazionali
(terzo convegno, Bologna, novembre 1991), a cura di Gino Stefani, Ed. Fuori
Thema 1992;
- Per un modello di difesa nonviolento: che cosa ci insegna il conflitto
nella ex-Iugoslavia, (quarto convegno, Vicenza, novembre 1994), a cura di A.
Drago e M. Soccio, Editoria Universitaria, Venezia 1995.
- La difesa della pace con mezzi civili, (quinto convegno, Roma, 4-5
novembre 1995), a cura di A. Drago, Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi,
1997. Da notare la relazione di Andrea Riccardi sulla mediazione civile
della Comunita' di S. Egidio nella guerra in Mozambico.
22. I Quaderni della Difesa Popolare Nonviolenta (DPN) comprendono ormai
oltre 30 titoli pubblicati prima dal Movimento Nonviolento, poi dalla
Editrice La Meridiana, dei quali almeno una dozzina su precisi casi storici
in Italia e nel mondo: Norvegia, Danimarca, Cecoslovacchia, Germania Est,
Resistenza nel Bergamasco, Polonia, Filippine, Resistenza a Forli'.
- Il n. 21, Volontari di pace in Medio Oriente, uscito nel 1993, contiene il
saggio di Alberto L'Abate, Forze nonarmate e nonviolente di pace. I
precedenti storici (pp.17-35), che racoglie molti casi storici.
- Sui fatti piu' recenti: n. 27, Q. Eglitis, Azione nonviolenta nella
liberazione della Lettonia, pubblicato nel 1994; n. 29, G. Miniotaite,
Lituania: la storia della liberazione nonviolenta, pubblicato nel 1995.
23. Il n.22 della collana Quaderni della DPN, col titolo Resistenze civili:
le lezioni della storia (Edizioni La Meridiana, Molfetta 1993, pp.163) e'
la traduzione (di Gaetano Latmiral, che fu compagno di prigionia di Dietrich
Bonhoeffer, a Tegel) della seconda edizione 1989 di Les leçons de
l'histoire. Resistances civiles et defense populaire nonviolente, Les
dossiers de Nonviolence politique, n.2, che illustra ampiamente i casi:
Ungheria 1859-67, Finlandia 1898-1905, India 1915-1948, Germania 1920, Ruhr
1923, Guatemala 1944, Sudafrica 1950-1960, Germania Est 1953, Congo-Zaire
1959, Algeri 1961, Cecoslovacchia 1968, Bolivia 1978, Iran 1978-79, Polonia
1980-83, Filippine 1986, Intifada 1987. La traduzione italiana esclude i
capitoli, particolarmente ampi, sulla Resistenza per non interferire col
libro di Semelin, Senz'armi di fronte a Hitler, indicato nella seconda parte
di questa bibliografia.
24. Sulla straordinaria decennale resistenza nonviolenta di massa del 90% di
popolazione albanese (in massima parte musulmana) del Kosovo al regime di
occupazione militare serba:
- Ibrahim Rugova, La question du Kosovo, Ed. Fayard, Paris 1994.
- Valentino Salvoldi, Lush Gjergji, Resistenza nonviolenta nella
ex-Jugoslavia. Dal Kossovo la testimonianza dei protagonisti, EMI, Bologna
1993.
- V. Salvoldi, Kossovo, ex-Jugoslavia. Dove la nonviolenza e' vita, Velar,
Gorle (Bergamo), 1994.
- Giancarlo e Valentino Slavoldi, Lush Gjergji, Kosovo, un popolo che
perdona, Presentazione di Bernhard Haering, Emi, Bologna 1997.
- Kossovo. Conflitto e riconciliazione in un crocevia balcanico, in
"Religioni e societa'", n. 29, anno XII, settembre-dicembre 1997.
- Alberto L'Abate (a cura di), Prevenire la guerra nel Kossovo per evitare
la destabilizzazione dei Balcani. Attivita' e proposte della diplomazia non
ufficiale. Quaderni della DPN n. 33, Edizioni La Meridiana, Molfetta 1997.
Il quaderno e' stato ripubblicato, con l'aggiunta di un'ampia introduzione
dell'autore che lo aggiorna al 1999, nel volume Kossovo, una guerra
annunciata, Edizioni La Meridiana, Molfetta 1999.
25. François Vaillant, La nonviolenza nel Vangelo, prefazione di Filippo
Gentiloni, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1994 (originale 1991). Vaillant,
considerando la situazione storica e politica in cui visse Gesu', esamina
alcune sue azioni tipicamente nonviolente, come la cacciata dei mercanti dal
tempio (interpretata di solito come violenta!) (pp. 31-39), la donna
adultera (pp. 42-46), il tributo a Cesare (pp. 46-49), la strategia
decolpevolizzante che ritroviamo anche in Martin Luther King (pp. 49-58).
Anche Gesu', minacciato e braccato, fu tentato dalla violenza, ma nella
preghiera si converti' alla nonviolenza e alla pazienza forte fino ad
accettare la morte e rovesciarne il potere (pp. 81-91).
26. Gene Sharp, Dopo la guerra fredda. La via della nonviolenza, in "Il
Regno - attualita'", n.14/1994, 15 luglio 1994, pp. 435-445. Le realta'
storiche delle lotte nonviolente sono richiamate, in un rapido ed ampio giro
d'orizzonte, a mostrare la possibilita' della strategia nonviolenta.
27. Christian Mellon et Jacques Semelin, La non-violence, Collection
encyclopedique "Que sais-je?", Presses Universitaires de France, Paris 1994.
In appendice, questo limpido e ricco libretto elenca 31 casi storici tra il
1770 e gli anni seguenti il 1990 relativi a tutto il mondo (tra cui alcuni
non ancora comparsi in questa bibliografia), e 11 casi riguardanti la
Francia tra il 1957 e gli anni '90.
28. Sulle rivoluzioni nell'Europa dell'Est del 1989, il piu' recente e
notevole esempio delle possibilita' dell'azione nonarmata e nonviolenta:
- Giovanni Salio, Il potere della nonviolenza. Dal crollo del Muro di
Berlino al Nuovo Disordine Mondiale, Edizioni Gruppo Abele, 1995. Contiene
la piu' ampia rassegna critica delle interpretazioni di quegli avvenimenti.
- Johan Galtung, Il nuovo disordine mondiale, nel volume di atti sopra
citato Per un modello di difesa nonviolento: che cosa ci insegna il
conflitto nella ex-Iugoslavia, pp. 19-35.
29. Jacques Semelin, Quand les dictatures se fissurent... Resistances
civiles a l'Est et au Sud, Culture de paix, Desclee de Brouwer, Paris 1995.
Per ognuna delle quattro parti (Resistenza e religione; Resistenza e diritti
dell'uomo; Resistenza e comunicazione; Resistenza e legittimita') singoli
studiosi esaminano un caso del Sud e uno dell'Est nel decennio precedente le
rivoluzioni del 1989: Filippine 1986 e Polonia; dissidenza cecoslovacca
dalla Carta 77 e Bolivia dal 1978; Benin 1987-1992 e Piazza Tiananmen a
Pechino 1989; tentativi di colpi di stato in Spagna 1981 e a Mosca 1991.
30. Giuliano Pontara, in discussione con Norberto Bobbio sulla nonviolenza e
la politica, elenca circa 15 casi recenti in N. Bobbio Elogio della mitezza
e altri scritti morali, Ed. Linea d'ombra 1994, p.44. Questo testo riveduto
compare in G. Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni
Gruppo Abele 1996, raccolta di saggi su etica e politica, pace e guerra
(casi storici di difesa senza guerra a p. 94-95).
31. Peter Ackerman - Christopher Kruegler, Strategic Nonviolent Conflict.
The Dynamics of People Power in the Twentieth Century, Praeger, Westport
Connecticut - London, 1994. Il volume esamina i seguenti casi: Prima
rivoluzione russa, 1905; Ruhr, 1923; Lotte per l'indipendenza indiana
1930-1931; Resistenza danese 1940-1945; Salvador 1944; Solidarnosc
1980-1981.
32. Bojan Aleksov, Disertori della guerra in ex-Jugoslavia, a cura di Gianni
Caligaris ed Emilio Rossi, Ed. Alfazeta, Parma 1995. Documenta la realta' di
oltre 100.000 disertori, che l'Europa non accoglie ne' riconosce come
dovrebbe, quale forte risorsa umana contro quell'assurda guerra e le sue
conseguenze. Esiste una buona legge italiana, di fatto non applicata alla
frontiera.
33. Corazon C. Aquino, Martirio e redenzione sulla via filippina verso la
pace, in "Testimonianze" n. 380, dicembre 1995, pp. 84-96. La leader
filippina racconta i precedenti e lo svolgimento della rivoluzione del 1986,
con speciale riferimento al ruolo della religione.
34. Andrew Rigby (Department of Peace Studies. University of Bradford),
Unofficial Nonviolent Intervention: Examples from the Israeli-Palestinian
Conflict, in "Journal of Peace Research", vol. 32, n. 4, 1995, pp. 453-467.
L'articolo dimostra che le possibilita' di intervento nonviolento sono molto
piu' ampie della sola interposizione testimoniale o sacrificale.
35. Alexander Allan, Le Larzac et apres: l'etude d'un mouvement social
novateur, ed. L'Harmattan, Paris 1995. Sulla lotta delle 105 famiglie
dell'altopiano del Larzac contro l'esproprio militare, lotta che coinvolse
fino a 100.000 persone (1971-1981), infine vittoriosa e proseguita come
movimento per unire il Nord col Sud del mondo (1981-1992).
36. Rodolfo Venditti, La difesa popolare nonviolenta: storia, teoria, esempi
concreti. Aperture dell'ordinamento giuridico italiano, Eirene, Studi per la
pace, Bergamo 1996 (via F. Scuri 1/C, 24100 Bergamo, tel. 035260073). Il
fascicolo richiama o descrive 15 casi storici. Questo e' il sedicesimo
opuscolo della collana "Ricerche e Documentazione", che comprende anche: S.
Cattaneo, J. Galtung, B. Jenkins, S. Piziali, G. Sharp, La nonviolenza nel
Maggio Cinese. Pechino 1989.
37. Alberto Melandri, Jose' Ramos Horta e mons. Carlos Felipe Ximenes Belo,
leaders della resistenza nonviolenta di Timor Est, in "Azione Nonviolenta",
novembre 1996, pp. 6-7.
38. Nonviolenza nella storia. Casi di resistenza civile nel Novecento.
Materiale ancora inedito di un corso di aggiornamento per insegnanti
organizzato a Torino dal Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino e
dall'Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Societa'
Contemporanea (via Fabro 6, 10122 Torino). Sono 15 lezioni organizzate nelle
seguenti sezioni del corso: 1) La resistenza civile in Europa durante la
seconda guerra mondiale (J. Semelin, A. Bravo, A. M. Bruzzone, E. Peyretti,
A. Dogliotti Marasso, F. Levi); 2) Lotte di liberazione dai sistemi
coloniali (G. Sofri); 3) Lotte politiche e civili nei paesi occidentali (G.
Bouchard, E. Donini); 4) Lotte nei paesi dell'Est e forme di resistenza
civile nell'ex-Jugoslavia (G. Salio, A. Zangheri, A. L'Abate, M. Granero);
5) I movimenti per la pace (S. Albesano, G. Salio).
39. AA. VV., Invece delle armi: obiezione di coscienza, difesa nonviolenta,
corpo civile di pace europeo, a cura della Segreteria per la Difesa Popolare
Nonviolenta, con la collaborazione del Centro Eirene di Bergamo, ed.
Fuorithema, Bologna 1996. Il volume contiene nella prima parte gli atti di
una importante conferenza internazionale su "Difesa nonviolenta,
Partecipazione Popolare, Obiezione di Coscienza" tenutasi a Firenze nel
settembre 1992 con contributi dei maggiori studiosi mondiali; nella seconda
parte i documenti del dibattito in corso "Per un corpo civile di pace
europeo". Nanni Salio (pp. 23-29) esamina i casi storici proponendone una
classificazione per tipologie e strutture. Segue una mia bibliografia (pp.
29-31), molto meno aggiornata e completa della presente. Alberto L'Abate
ricorda una mezza dozzina di casi storici - Algeria 1962, Aden 1967, Pechino
1968, Filippine 1986, Nicaragua 1989, Mosca 1991 (pp. 145-148) - e indica
diversi studi ad essi relativi, apparsi su riviste internazionali di peace
research.
40. Il puzzle della nonviolenza (quasi un manuale per imparare a costruire
un'azione nonviolenta). Si tratta di un libro a schede, ampliabile,
preparato da S. Bergami, F. Curinga, F. Tipolla, F. Varotto, A. Zangheri,
per conto del Centro Ricerche per la Difesa Popolare Nonviolenta - MIR, via
Cornaro 1/a, 35128 Padova, tel. e fax 0498073836. La prima parte presenta,
in ampie schede con relativa bibliografia, undici casi tratti dalla storia
del Novecento: India 1930, Bulgaria 1940-44, Montgomery 1955, Larzac
1970-81, Bolivia 1979, Polonia 1980-90, Comiso 1981-87, Filippine 1986,
Pechino 1989, Mosca 1991, Madagascar 1991-93.
41. Hildegard Goss-Mayr, Come i nemici diventano amici, Insieme per la
nonviolenza, la giustizia e la riconciliazione, EMI, Bologna 1997. E' il
racconto di vita di una coppia che ha lottato insieme per oltre trent'anni.
Jean Goss (morto nel 1991) e sua moglie Hildegard, eminenti attivisti ed
educatori del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione) hanno
compiuto insieme azioni dirette nonviolente e lavoro di formazione, hanno
avviato associazioni e opere culturali, hanno posto le basi di rivoluzioni
nonviolente (come nelle Filippine, nel 1986), hanno sospinto vescovi e
leaders sociali all'impegno per la giustizia col metodo della forza
nonviolenta. Il campo della loro azione va dall'Unione Sovietica (gia' nel
1961) alla Polonia, dal Concilio Vaticano II all'America Latina, dall'Asia
all'Africa.
I coniugi Goss trovano nel vangelo l'ispirazione alla lotta nonviolenta, ma
sanno scoprire e valorizzare le analoghe potenzialita' presenti nelle
culture e religioni proprie dei diversi popoli: vediamo un bell'esempio
nelle "regole nonviolente" individuate nella tradizione africana della
"chiacchierata", vero metodo di risoluzione nonviolenta dei conflitti (p.
230).
Il capitolo conclusivo, raccogliendo l'esperienza, prospetta con lucida
sintesi la resistenza nonviolenta all'impero liberalcapitalistico oggi
impostosi al mondo, su varie linee d'impegno: l'incontro tra le religioni e
il loro compito per la pace, il movimento per la pace e il servizio di pace
(qualcosa di piu' del servizio civile!), i mezzi di comunicazione nel mondo
unito e la loro possibile funzione di "portatori di speranza".
42. Robert L. Holmes, La sfida della nonviolenza nel nuovo ordine mondiale,
nel volume di James Burk, La guerra e il militare nel nuovo sistema
internazionale, Franco Angeli, Milano 1998, pp. 211-229. Holmes esamina la
tendenza ad un nuovo militarismo dopo che gli Usa sono rimasti unica
superpotenza e, di contro, la lezione delle rivoluzioni nonviolente
nell'Europa dell'est per una strategia e delle istituzioni atte alla
risoluzione nonviolenta dei conflitti, ai fini di una maggiore tutela
generale della societa' dalla violenza diffusa.
43. Emanuele Arielli - Giovanni Scotto, I conflitti. Introduzione a una
teoria generale, Ed. Bruno Mondadori, Milano 1998. Questo studio scientifico
dei conflitti, che fa il punto sulla ricerca interdisciplinare, promossa da
molti studiosi e istituzioni in tutto il mondo, delle strategie per una loro
trasformazione e risoluzione senza violenza, richiama tutti i casi piu'
significativi di lotte nonviolente, collocandoli opportunamente nel sistema
teorico proposto, specialmente nella terza parte del libro (Strategie di
trasformazione costruttiva).
44. Jean-Marie Muller, Vincere la guerra, Principi e metodi dell'intervento
civile, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1999 (1997). Lavoro descrittivo, ricco
di informazioni sulle ingerenze davvero umanitarie e non belliche in zone di
conflitto. Mancano alcune significative esperienze italiane, ma il panorama
mondiale e' ampio e cosi' il catalogo dei metodi. Tanto basta per vedere che
le alternative alle guerre ci sono, se le si vuole conoscere e praticare. La
prefazione di Antonino Drago critica il carattere che l'intervento civile ha
nell'esperienza francese e nella proposta di Muller, non abbastanza
alternativo ma dipendente dal militare. Drago mostra le possibilita' uniche
al mondo ormai inserite nella legislazione italiana.
45. Due esempi di resistenza nonviolenta alla violenza politica e a quella
economica, mediante le nuove possibilita' date dalla comunicazione
informatica di base: 1) Rafal Robozinski, Mapping Russian Cybersapace:
Perspective on Democracy and the Net, Paper presented at the United Nations
Research Institute for Social Development (UNRISD) conference on Information
Technology and Social Development, 22-24 June 1998, Geneva. L'autore rileva,
tra l'altro, il ruolo giocato dai fax e dalla iniziale rete informatica nel
galvanizzare la resistenza dell'opinione pubblica russa al golpe del 1991
contro Gorbaciov. 2) Stephen Kobrin, The MAI and the Clash of
Globalizations, "Foreign Policy" 112 (fall), 1998: 97-109. L'autore esamina
la vincente campagna informatica mondiale delle ONG nel 1998 contro il MAI,
l'Accordo multilaterale sugli investimenti favorevole alle multinazionali.
Queste due pubblicazioni sono citate a p. 78 del Rapporto 1999 su Lo
Sviluppo Umano, dell'United Nations Development Programme, vol. 10, La
Globalizzazione, Rosenberg & Sellier, Torino 1999.
46. AA. VV., Le periferie della memoria. Profili di testimoni di pace, edito
dal Movimento Nonviolento, Verona, e dall'Associazione Nazionale
Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, Torino, a cura di Sergio
Albesano, Torino 1999. Il volume, di 180 pagine, raccoglie 22 "medaglioni"
esclusivamente di italiani/e che, nel periodo dall'unita' ad oggi, hanno
agito nell'opposizione alla guerra. Fra loro personaggi noti, ma anche altri
finora del tutto ignoti, anarchici e cattolici, valdesi e vescovi, scrittori
e filosofi, pedagogisti e politici, soldati e disertori. La raccolta
testimonia la presenza spesso ignorata di esperienze e metodi alternativi
alla guerra.
47. Arundhati Roy, Per il bene comune, in "Internazionale", n. 306, 22-28
ottobre 1999, pp. 17-25. L'articolo, mentre denuncia la devastazione umana e
ambientale causata dalle grandi dighe indiane nella valle della Narmada,
racconta la lotta nonviolenta di resistenza delle popolazioni implicate.
L'autrice e' la piu' famosa scrittrice indiana (e' l'autrice de Il dio delle
piccole cose). La pubblicazione integrale del testo in Italia e' avvenuta
nel volume di A. R., La fine delle illusioni, Guanda, Parma 1999 (poi Tea,
Milano 2001), e ancora in A. R., Guerra e' pace, Guanda, Parma 2002.
48. Centro di ricerca per la pace, Viterbo (nbawac@tin.it), ha pubblicato
nel 1999 la Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere
per la pace con cui bloccare i decolli dei bombardieri. Questa tecnica
nonviolenta del "pallone frenato" e' stata sperimentata efficacemente per
alcune ore davanti all'aeroporto militare di Aviano, da cui partivano nel
1999 gli aerei che bombardavano la Jugoslavia.
49. Enrico Peyretti, Per perdere la guerra, Beppe Grande Editore, Torino
1999. In questa raccolta di scritti pubblicati durante la guerra della Nato
alla Serbia per il Kossovo, indicando le varie alternative alla guerra,
praticate o praticabili, richiamo anche alcune esperienze storiche.
50. Gilles Gesson, La non-violence cree l'evenement a Seattle, in
"Non-violence Actualite'" (janvier 2000, pp. 16-18). L'articolista, presente
alle manifestazioni di "Nonviolent Direct Action" che hanno impedito la
cerimonia di apertura del vertice della Organizzazione Mondiale del
Commercio (WTO- OMC), il 30 novembre 1999, vertice fallito, scrive che
l'avvenimento segna l'entrata dell'opinione pubblica internazionale sulla
scena delle negoziazioni ufficiali relative all'economia globalizzata, in
difesa degli aspetti umani (lavoro, giustizia, ambiente, salute, culture)
trascurati e violati dal carattere finanziario e speculativo della
globalizzazione. Contro alcune interpretazioni deformanti, testimonia il
carattere nonviolento delle manifestazioni, accuratamente preparato, di cui
espone le tecniche e le tattiche, concludendo: "Consciamente o no, [i
manifestanti] hanno agito come degni eredi dei teorici della resistenza
civile. Questo e' forse il segno che essa e' oggi entrata nel costume".
*
II. Opere sulla Resistenza al nazifascismo
Oltre i riferimenti alla Resistenza compresi nelle opere gia' indicate, si
vedano le opere sotto indicate. Nell'aprile 1995 ho presentato questi studi
in una relazione su La resistenza civile nelle ricerche storiche, pubblicata
in Fascismo - Resistenza - Letteratura. Percorsi storico-letterari del
Novecento italiano, Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, "I Quaderni
del Museo" n. 2, Torino, febbraio 1997, pp. 61-87.
1. J. Semelin, Senz'armi di fronte a Hitler. La resistenza civile in Europa
1939-1943, Ed. Sonda 1993 (1989). Il lavoro si limita al periodo 1939-1943
allo scopo di illustrare le sole forme di lotta nonarmata autonome dalla
lotta armata, e non quelle successive, combinate con questa. Studiando le
forme sociali della resistenza nonarmata al nazismo in tutti i paesi
occupati e nella stessa Germania, ne realizza la raccolta storica finora
piu' ampia. L'edizione italiana contiene anche due appendici, una di Stefano
Piziali, Commento bibliografico. La resistenza nonarmata in Italia
(pp.227-234) e una mia (che sara' ripubblicata riveduta e corretta), Un caso
italiano: lo sciopero come strumento di lotta (pp. 235-240), sugli scioperi
operai del '43 e '44 in Italia, trascurati da Semelin.
2. Il Centro Studi Difesa Civile (via della Cellulosa 112, 00166 Roma, tel.
0661550768) ha organizzato alcuni convegni di cui gli atti sono pubblicati e
disponibili:
- La lotta nonarmata nella Resistenza, Roma, ottobre 1993 (contributi di
Giannini, Parisella, Drago, Zerbino, Albesano, Vaccaro, Marescotti ed
altri);
- La Resistenza nonarmata, Roma, novembre 1994, patrocinato dal Comitato
nazionale per il cinquantennale della Resistenza e della guerra di
liberazione (contributi di Zerbino, Giannini, Parisella, Drago, Semelin,
Klinkhammer, Peyretti, L'Abate, Menapace, Giuntella, ed altri). Atti
pubblicati in La Resistenza nonarmata, a cura di G. Giannini, Ed. Sinnos,
Roma 1995.
- L'opposizione popolare al fascismo, Roma, ottobre 1995. Atti pubblicati
con lo stesso titolo, a cura di G. Giannini, Edizioni Qualevita, Torre dei
Nolfi 1996.
- Sull'esperienza di resistenza non armata all'occupazione e ai soprusi
dell'esercito tedesco, da parte di centinaia di persone nella tenuta Tor
Mancina, a 30 km da Roma, dal settembre 1943 al giugno 1944, e' possibile
leggere la testimonianza, di cui possiedo il testo, resa dal cav. Paolo
Sabbetta (paolosabbetta@libero.it).
3. G. Giannini, La resistenza nonarmata nella lotta al nazifascismo, in
"Bozze '94", n.2/1994, pp. 77-84.
4. Jean-Marie Muller, Desobeir a Vichy, La resistance civile de
fonctionnaires de police, Presses Universitaires de Nancy, 1994. Nella
collaborazione data ai nazisti dalla polizia francese della Francia occupata
nel perseguitare gli ebrei, ci furono significative disobbedienze.
5. Anna Bravo e Anna Maria Bruzzone, In guerra senza armi. Storie di donne
1943-1945, Laterza 1995. Sono 125 interviste su diversi aspetti
dell'opposizione delle donne alla guerra, p. es. il "maternage" di massa, la
cura dei morti anche nemici, e sulla violenza di genere della guerra sulle
donne. Il libro - introdotto da un ampio saggio critico di Anna Bravo,
Donne, guerra, memoria - mostra la vasta realta' della resistenza senz'armi
attuata dalle donne e contribuisce a individuare un'immagine della difesa
che supera la guerra e della cittadinanza svincolata dalla figura del
cittadino in armi. Questo libro ha portato ad un autorevole mutamento nella
considerazione della resistenza civile da parte di uno storico quale Claudio
Pavone. Infatti, e' interessante notare come Pavone, autore dell'importante
e ampio volume Una guerra civile. Saggio storico sulla moralita' nella
Resistenza (Bollati Boringhieri, Torino 1991), nel quale non si dimostrava
sensibile alla ricerca sulla Resistenza non armata (tanto che trascurava del
tutto la figura di Aldo Capitini, che da lungo tempo aveva combattuto il
fascismo con insolita profondita' di motivi, ma senza mai prendere le armi;
e, attraverso una citazione di una testimone ebrea, presentava un'idea del
tutto inadeguata della nonviolenza come una posizione "metastorica" e
irresponsabile; cfr. ivi, p. 414), introducendo invece, nel 1995, il numero
della rivista "Il Ponte" dedicato al cinquantenario della Resistenza, si
soffermi sul saggio di Anna Bravo contenuto nel fascicolo (corrispondente
all'introduzione al libro In guerra senza armi), per rilevare il "valore
euristico" del concetto di resistenza civile ivi proposto, che e' - scrive
Pavone - "qualcosa di piu' ampio" della cosiddetta resistenza passiva, ma -
come dice appunto Anna Bravo - una "pratica di lotta" con mezzi diversi
dalle armi (I percorsi di questo speciale, articolo introduttivo del
fascicolo de "Il Ponte", n. 1/1995, dedicato a Resistenza. Gli attori, le
identita', i bilanci storiografici, p. 13). Il concetto di resistenza civile
vale dunque a superare la tendenza, rilevata da Claudio Dellavalle nello
stesso fascicolo, ad adottare "il criterio militare come criterio
prevalente" (ivi, p. 12). Pavone scrive ancora: "La Resistenza civile rimane
una forma di Resistenza. I suoi confini con l'esercizio della violenza,
anche di quella piu' palesemente difensiva, non sono sempre sicuri. Sicura
e' invece la sua distanza da quella 'zona grigia' in cui si ritrovano coloro
che i resistenti bollavano come 'attesisti'" (ivi, p. 13).
6. Sul vasto e significativo fenomeno del rifiuto di collaborazione da parte
di centinaia di migliaia di militari italiani internati dai tedeschi dopo
l'8 settembre 1943:
- AA. VV., I militari italiani internati dai tedeschi dopo l'8 settembre
1943 (atti del convegno 14-15 novembre 1985), Giunti, Firenze 1986;
- Resistenza senz'armi. Un capitolo di storia italiana dal 1943 al 1945
(dalle testimonianze dei militari toscani internati nei lager nazisti),
prefazione di Leonetto Amadei, Le Monnier, Firenze 1988;
- Orlando Lecchini, Per non chinare la testa. Un Lunigianese nei lager
nazisti, Edizioni "Il Corriere Apuano", Pontremoli, 1988;
- AA. VV., Fra sterminio e sfruttamento (atti del convegno 23-24 maggio
1991), Ed. Le Lettere, Firenze 1992;
- Gerhard Schreiber, I militari italiani internati nei campi di
concentramento del Terzo Reich 1943-1945, a cura dell'Ufficio Storico dello
Stato Maggiore dell'Esercito, 1992;
- Luigi Collo, La resistenza disarmata, Introduzione di Nuto Revelli,
Marsilio, Venezia 1995;
- Giampiero Carocci, Il campo degli ufficiali, Giunti, Firenze 1995;
- Alessandro Natta, L'altra Resistenza. I militari italiani internati in
Germania, Einaudi, Torino 1997.
7. Sulla Resistenza tedesca in Germania o nei territori assoggettati al
Terzo Reich, si trovano nelle biblioteche 10-20 titoli, in gran parte
sull'attentato del 20 luglio 1944. L'Istituto Piemontese per la Storia della
Resistenza conserva quasi 80 titoli di cui 32 in tedesco, 3 in francese, 2
in inglese, 4 pubblicazioni promosse dal Consiglio Regionale Piemontese. Ho
raccolto gli aspetti civili e nonviolenti che si possono rintracciare entro
la realta' limitata e prevalentemente militare della resistenza interna al
nazismo, nella relazione La Resistenza antinazista in Germania, tenuta nel
corso di aggiornamento per docenti "Nonviolenza nella storia. Casi di
resistenze civili nel Novecento" (organizzato dal Centro Studi Domenico
Sereno Regis e dall'Istituto Piemontese per la storia della Resistenza e
della societa' contemporanea, Torino, ottobre 1996 - gennaio 1997). Da
questo lavoro traggo le indicazioni che rientrano nella presente
bibliografia.
- Jacques Semelin, Senz'armi di fronte a Hitler, La Resistenza civile in
Europa, 1939-1943, Ed. Sonda, Torino 1993 (1989), pp. 120-129, 171-172.
- Ad uno degli episodi di resistenza efficace da parte di cittadini tedeschi
alla persecuzione degli ebrei e' dedicato il libro di Nina Schroeder, Le
donne che sconfissero Hitler, Pratiche editrice, Milano 2001.
- Enzo Collotti, La Germania nazista, (dalla Repubblica di Weimar al crollo
del Reich hitleriano), Einaudi, Torino 1962, pp. 273-305. Dello stesso
autore vedi anche l'articolo Per una storia dell'opposizione antinazista in
Germania, in "Rivista storica del socialismo", gennaio-aprile 1961, pp.
105-137, che contiene piu' ampie referenze bibliografiche.
- Giorgio Vaccarino, Storia della Resistenza in Europa, 1938-1945, Feltrinel
li, Milano 1981, parte prima, pp. 17-152.
- La "parola nuda come arma di resistenza" (come dice Julian Aicher, in "Il
Margine", Trento, n. 8/1998) fino a pagare con la vita fu il mezzo d'azione
dei fratelli Hans e Sophie Scholl e dei loro compagni d'impegno
nell'Universita' di Monaco, su cui vedi Paolo Ghezzi, La Rosa Bianca, ed.
Paoline, Cinisello Balsamo 1994. Il libro di Ghezzi contiene una
bibliografia di 53 titoli, dalla quale segnalo Inge Scholl, Die Weisse Rose,
Fischer Taschenbuch Verlag, Frankfurt am Main 1982, edizione italiana non
integrale La Rosa Bianca, a cura di Carlo Francovich, La Nuova Italia,
Firenze 1978, quarta edizione. Una profonda riflessione su questa esperienza
e' il libro di Romano Guardini, La Rosa Bianca, Morcelliana, Brescia 1994
(scritti del 1946 e 1958).
- La limpida grande figura di Franz Jaegerstaetter, contadino austriaco che,
sostenuto solo dalla comprensione della moglie, rifiuto' per ragioni morali
e religiose il servizio militare sotto il nazismo e fu decapitato il 9
agosto 1943, e' illustrata in due libri in lingua italiana, usciti a grande
distanza di tempo: Gordon Zahn, Il testimone solitario. Vita e morte di
Franz Jaegerstaetter, Gribaudi, Torino 1968; Erna Putz, Franz
Jaegerstaetter, Un contadino contro Hitler, Editrice Berti, Piacenza 2000.
Il secondo libro e' piu' preciso del primo nella documentazione.
- Francesco Comina, Non giuro a Hitler, La testimonianza di Josef
Mayr-Nusser, San Paolo, Milano 2000. Altoatesino, fervente cattolico,
arruolato d'autorita' nelle SS dopo l'8 settembre 1943, Mayr-Nusser si
rifiuto' di giurare a Hitler per ragioni di fede, come Jaegerstaetter.
Dapprima internato in manicomio, muore di sfinimento durante il viaggio
verso Dachau. Comina documenta la lucidita' del suo precoce giudizio morale
e politico sul nazismo. Di Mayr-Nusser ha scritto anche Isabella Bossi
Fedrigotti sul "Corriere della Sera", 2 febbraio 2002, p. 29.
- Sui resistenti, ribelli e disertori nell'esercito nazista ho raccolto dei
fatti e dei dati in Quelli dell'ultima ora, uscito, come parte di una piu"
ampia relazione tenuta per l'Iprase di Trento nell'aprile 2000, nel volume
Maestri e scolari di nonviolenza, a cura di Claudio Tugnoli, Franco Angeli,
Milano 2000, pp. 243-256.
- Ho raccolto casi di boicottaggio della Shoah in uno scritto inedito
intitolato Molti Schindler: dunque si poteva resistere al nazismo.
- Sulla probabile obiezione degli scienziati tedeschi alla costruzione della
bomba atomica: Leandro Castellani, La grande paura, Storia dell'escalation
nucleare, Prefazione di Carlo Bernardini, ERI, Torino 1984, pp. 96-106;
Thomas Powers, La storia segreta dell'atomica tedesca, Mondadori, Milano
1994 (1993), pp. 503-509.
- Sul problema di coscienza relativo all'uccidere Hitler, cfr. la mia
recensione del libro di Peter Hoffmann, Tedeschi contro il nazismo. La
Resistenza in Germania, Il Mulino, Bologna 1994 (1988), pubblicata in
"Servitium", n. 102, nov.-dic. 1995, fascicolo "Resistenza al male", pp. 117
e 119-120.
- Documenti di alta resistenza morale, che ricordano in qualche momento gli
atti dei martiri cristiani sotto l'impero romano, sono: Helmuth James von
Moltke, Futuro e resistenza (dalle lettere degli anni 1926-1945),
Morcelliana, Brescia 1985; Dietrich Bonhoeffer, Dieci anni dopo. Un bilancio
sul limitare del 1943, in Resistenza e resa. Lettere e scritti dal carcere,
Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1989, pp. 59-74.
Aggiungo qualche riferimento attuale in Germania sulla Resistenza
antinazista:
1) DRAFD, Deutsche in der Resistance, in den Streitkraeften der
Antihitlerkoalition und der Bewegung Freies Detschland (Tedeschi nella
Resistenza, nelle forze armate della coalizione antihitleriana, nel
movimento Libera Germania). Telefono sede centrale di Berlino:
0049/30/5098852. Contatto diretto con un partigiano del DRAFD: Peter
Gingold, Reichsforststrasse 3, D-60528 Frankfurt, tel. 0049/69/672631.
2) Bundesvereinigung Opfer der NS Militaerjustiz (Associazione vittime dei
tribunali militari nazisti), Freidrich Humbert Strasse 116, D-28758 Bremen,
tel. 0049/421/622073, fax 621422. Contatto diretto con il presidente Ludwig
Baumann, Aumunder Flur 3, D-28757 Bremen, tel. 0049/421/665724.
3) Antikriegsmuseum, Friedensbibliotek (Museo antiguerra, Biblioteca della
pace), Bartolomaeuskirche, Friedensstrasse 1, D-10249 Berlin, tel.
0049/30/5081207.
4) Mahn- und Gedenkstaette fuer die Opfer der Nationalsozialistischen
Gewaltherrschaft (ammonimento e memoria per le vittime del dominio nazista),
Muehlenstrasse 29, D-40591 Duesseldorf. Catalogo di 202 pagine Verfolgung
und Widerstand in Duesseldorf 1933-1945, (Persecuzione e Resistenza a
Duesseldorf , 1933-1945), Duesseldorf 1990.
8. Ermes Ferraro, La Resistenza napoletana e le Quattro Giornate, in Una
strategia di pace: la difesa popolare nonviolenta, cit. (nella prima sezione
al n. 16), pp. 89-95. Secondo l'ordine di Hitler, l'esercito dei guastatori
doveva lasciare "cenere e fango" al posto della citta'. Una popolazione in
gran parte femminile, quasi senza armi, inflisse all'esercito tedesco
"l'unica sconfitta popolare da esso subita nel mondo" (A. Drago, Una nuova
interpretazione della Resistenza italiana secondo categorie storiche
nonviolente, dattiloscritto).
9. Lotte nonviolente nella storia, volume annunciato. E' una proposta di
lavoro rivolta a insegnanti e studenti. Contiene una parte metodologica
generale e una parte storica limitata al periodo della Resistenza al
nazifascismo, in diversi paesi europei, compresa la Germania. Il lavoro
contiene molte ulteriori indicazioni bibliografiche che allungherebbero di
molto il presente elenco. Esso e' stato compiuto da un gruppo di ricerca del
Centro Studi e Documentazione "Domenico Sereno Regis" di Torino.
10. Un episodio tipico, tra i molti sconosciuti, di resistenza senz'armi e'
narrato brevemente in Neera Fallaci, Vita del prete Lorenzo Milani. Dalla
parte dell'ultimo. Prefazione di David Maria Turoldo, Bur, Milano 1993
(1974), p. 219, nota 13. Nel piccolo villaggio di Acone, nel Mugello
fiorentino, fu creato uno dei maggiori centri di smistamento e di raccolta
dei prigionieri alleati fuggiti dai vari campi di concentramento. Poveri
contadini analfabeti, inermi che aiutavano altri inermi per puro spirito
evangelico, furono la base di questa azione animata dal pievano e da una
organizzazione clandestina del Partito d'Azione.
11. Antonio Parisella, Sopravvivere liberi. Riflessioni sulla storia della
Resistenza a cinquant'anni dalla Liberazione, Gangemi editore, Roma 1997,
pp. 160. L'autore, in questa raccolta di saggi, valorizza la lotta
nonarmata, definita "una scoperta del Cinquantenario", partita dalla cultura
nonviolenta e finalmente entrata sotto l'attenzione degli storici. Parisella
mostra come la lotta per la sopravvivenza fisica e ideale, lungi dall'essere
"attendismo", e' componente essenziale e basilare della Resistenza al
nazifascismo come di ogni lotta di resistenza. La liberazione e' il
compimento della sopravvivenza, e questa e' l'inizio della liberazione.
Parisella cita Collotti e Klinkhammer: "Quando la resistenza civile assume
forme collettive puo' avere una forza anche superiore a quella di un gesto
armato". Si ricava l'immagine della resistenza nonarmata come un cerchio
molto ampio, che comprende mille forme e modi autonomi, entro il quale sta
il cerchio minore, per quanto importante, della resistenza armata; immagine
che rovescia quella tradizionale tutta e solo armista.
12. Bianca Ballesio, La guerra di Kira, La resistenza civile nel Canavese,
prefazione di Ersilia Perona, L'Angolo Manzoni ed., Torino 1999.
13. Lidia Menapace, Resiste', Il dito e la luna, Milano 2001.
3. MAESTRE. VANDANA SHIVA: PER QUANTO RIGUARDA NOI
[Questo frammento abbiamo estratto dall'intervista di Denise Murgia a
Vandana Shiva, in "Azione nonviolenta" n. 7, luglio 2002. Vandana Shiva e'
una grande scienziata, una lucida e appassionata pensatrice e militante
femminista, pacifista, ecologista, e una donna di profonda saggezza. Tra le
sue opere: Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990; Monocolture della
mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995; Biopirateria, Cuen, Napoli 1999,
2001; Vacche sacre e mucche pazze, DeriveApprodi, Roma 2001; Terra madre,
Utet, Torino 2002 (edizione riveduta di Sopravvivere allo sviluppo); Il
mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2002]
... non permettere che ci governino con la paura, il controllo e la
manipolazione. Ed essere gioiosi e pieni di speranza.
4. RILETTURE. FRANCO RESTAINO, ADRIANA CAVARERO: LE FILOSOFIE FEMMINISTE
Franco Restaino, Adriana Cavarero, Le filosofie femministe, Paravia, Torino
1999, pp. 260, lire 22.000. Un utile introduttivo panorama antologico su
alcune delle autrici e delle correnti di pensiero piu' vitali e ineludibili
del nostro tempo.
5. RILETTURE. WANDA TOMMASI: I FILOSOFI E LE DONNE
Wanda Tommasi, I filosofi e le donne, Tre Lune Edizioni, Mantova 2001, pp.
272, euro 18,07. "La differenza sessuale nella storia della filosofia"
recita il sottotitolo; un libro di grande efficacia ermeneutica.
6. RILETTURE. CHIARA ZAMBONI: LA FILOSOFIA DONNA
Chiara Zamboni, La filosofia donna, Demetra, Colognola ai Colli (Vr) 1997,
pp. 160, lire 14.000. "Percorsi di pensiero femminile" con agili ed acuti
profili di pensatrici fondamentali.
7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.
8. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org;
per contatti, la e-mail e': azionenonviolenta@sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
http://www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben@libero.it;
angelaebeppe@libero.it; mir@peacelink.it, sudest@iol.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it. Per
contatti: info@peacelink.it
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO
Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio
con richiesta di rimozione a: nbawac@tin.it
Numero 390 del 20 ottobre 2002