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La Tavola della Pace contro la guerra in l'Iraq



La Tavola della Pace contro la guerra in l'Iraq

APPELLO PER LA PACE

"La guerra non ha piu' senso per il semplice fatto che non si vince piu'. 
Per il semplice fatto che anche una guerra vinta non chiude il conflitto 
che voleva chiudere: lo riapre in forme piu' nuove e terribili".

Padre Ernesto Balducci

Nonostante le numerose contrarieta', dubbi e perplessita' espresse anche da 
importanti alleati, il governo degli Stati Uniti minaccia di attaccare e 
invadere l'Iraq - anche in assenza di una risoluzione del Consiglio di 
Sicurezza dell'Onu - costringendo il mondo intero ad affrontare una nuova 
durissima crisi. La determinazione dell'Amministrazione Bush a proseguire 
sulla via della guerra nonostante il successo diplomatico delle Nazioni 
Unite che hanno spinto Saddam Hussein ad accettare il ritorno 
incondizionato degli ispettori, sta seminando inquietudine e insicurezza in 
tutto il mondo.

Noi sottoscritti, fedeli alla Costituzione Italiana, alla Carta delle 
Nazioni Unite e al diritto internazionale dei diritti umani che essa ha 
generato, allarmati per questa terribile prospettiva, chiediamo all'Italia, 
all'Unione Europea, all'Organizzazione delle Nazioni Unite, a tutte le 
donne e gli uomini di buona volonta' di agire insieme, con determinazione, 
per scongiurare una nuova devastante carneficina.

La guerra ­ e ancor di piu' la guerra preventiva - e' categoricamente 
vietata dalla Carta delle Nazioni Unite e dal diritto internazionale. La 
guerra all'Iraq sarebbe solo il primo test della nuova dottrina di "guerra 
preventiva" che prevede azioni militari unilaterali contro tutti coloro, 
paesi e singoli, che sono sospettati di minacciare gli Stati Uniti e i loro 
interessi. Il fatto che l'Amministrazione Bush abbia deciso di abbandonare 
la dottrina della legittima difesa - prevista dal diritto internazionale - 
per adottare una strategia cosi' destabilizzante infligge un colpo mortale 
al diritto, alla pace e alla sicurezza nel mondo. In questo modo, chiunque 
potrebbe sentirsi autorizzato ad attaccare "preventivamente" un proprio 
nemico gettando il mondo nell'anarchia e nel caos. Nessuna risoluzione del 
Consiglio di Sicurezza dell'Onu potra' legittimare una guerra preventiva.

Dobbiamo impedire la guerra contro l'Iraq perche' provochera' molti piu' 
problemi di quanti ne vuole risolvere, allontanera' ancora di piu' la 
possibilita' di mettere fine al drammatico conflitto arabo-israeliano e di 
costruire una pace giusta e duratura in Medio Oriente che e' la vera 
priorita' dell'Onu e dell'Europa, indebolira' i cosiddetti regimi arabi 
moderati bloccandone ogni possibile evoluzione democratica, accrescera' il 
risentimento contro gli americani e i loro alleati allargando il fossato 
che separa l'occidente e il mondo islamico e ci esporra' tutti ­e ancor 
piu' noi che viviamo in Italia e in Europa- al rischio di violenze e 
sconsiderate azioni terroristiche.

Gli attentati dell'11 settembre 2001 hanno colpito ogni coscienza 
democratica provocando la condanna ferma, netta e unanime di tutte le donne 
e gli uomini amanti della pace. Quei drammatici eventi hanno reso ancora 
piu' evidente al mondo intero quanto sia diventato urgente mettere un freno 
al disordine internazionale, rafforzare e non demolire l'Organizzazione 
delle Nazioni Unite (unica "casa comune" di tutti i popoli del mondo), 
rafforzare la cooperazione internazionale e non l'unilateralismo dei 
potenti, promuovere e non ostacolare la nascita della Corte Penale 
Internazionale, ridurre e non aumentare l'ingiustizia economica e sociale 
planetaria, affrontare e non ignorare tutte le minacce globali (ambientali, 
sociali, alimentari,...) che incombono sull'umanita' e costruire un nuovo 
ordine mondiale democratico fondato sul rispetto della vita e sul ripudio 
della violenza, della guerra e del terrorismo.

Anche per questo noi diciamo che il terrorismo - minaccia per la pace, la 
liberta' e la democrazia - si deve combattere e si puo' sconfiggere. Anche 
per questo noi diciamo che il terrorismo si vince promuovendo non la guerra 
infinita ma la globalizzazione della giustizia, della democrazia e dei 
diritti umani. Anche per questo noi diciamo no ad una nuova guerra contro 
l'Iraq.

Il regime di Saddam Hussein ­ come tutti i sistemi dittatoriali - va 
contrastato dalle Nazioni Unite e dall'intera comunita' internazionale con 
i numerosi strumenti del diritto, della legalita' e della giustizia penale 
internazionale di cui disponiamo. Basta con le crociate ideologiche. Siamo 
realisti! In Medio Oriente ci sono gia' troppe tensioni e conflitti che 
attendono da lungo tempo di essere sanati.

Guerra vuol dire altre vittime innocenti, stragi, terrore, sangue, 
sofferenza, angoscia, disperazione, disordine, violenza infinita. Per 
questo, contro i dispensatori di odio e i predicatori della guerra 
inevitabile noi ci uniamo a tutti coloro che sono impegnati, dentro e fuori 
le istituzioni, nella difesa dei diritti umani, nella costruzione della 
pace e della giustizia nel mondo, nella promozione di un nuovo ordine 
internazionale democratico per dire: non distruggete l'Onu! non stracciate 
la Carta delle Nazioni Unite!

Insieme a tutti coloro che sono impegnati nella costruzione della grande 
Europa diciamo: questa guerra e' un pericolo anche per noi e per i nostri 
interessi, pone serie minacce alla nostra vita e al nostro futuro 
immediato. L'Europa e' un progetto di pace e non uno strumento di guerra. 
Se sara' unita riuscira' a impedire questa nuova tragedia.

Insieme a tutti gli italiani, amanti della pace e della legalita', 
rispettosi dei valori posti a fondamento della Repubblica diciamo: non 
stracciate la Costituzione italiana! Non lasciate che il nostro paese venga 
coinvolto in alcun modo in questa terribile avventura militare.

Insieme al Papa, Giovanni Paolo II, e ai capi di tutte le religioni, 
rinnoviamo il solenne impegno di pace pronunciato ad Assisi lo scorso 24 
gennaio: Mai piu' violenza! Mai piu' guerra! Mai piu' terrorismo!

I tempi sono difficili, ma non ci lasceremo vincere dalla paura, 
dall'impotenza o dalla rassegnazione. Riportiamo la pace al centro della 
politica. Mettiamoci sul piede di pace. Difendiamo insieme i diritti umani 
e la legalita' internazionale.

* * *

Nel rispetto della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale 
dei diritti umani, garante dei diritti e dei doveri di tutte le persone, i 
popoli e gli Stati della terra;

nel rispetto della Costituzione che impegna il nostro paese e tutte le sue 
istituzioni ad operare per la pace e la giustizia nel mondo ("L'Italia 
ripudia la guerra come mezzo di soluzione delle controversie internazionali"),

chiediamo al Parlamento e al Governo italiano, all'Europa, all'Onu e a 
tutti i responsabili della politica nazionale e internazionale di:

1. svolgere una incessante opera di mediazione, dialogo e persuasione tesa 
ad scongiurare l'avvio di questa nuova disastrosa guerra, senza cedere alla 
logica dell'ultimatum;

2. negare ogni forma di assenso e di coinvolgimento militare 
nell'organizzazione di un possibile attacco armato contro l'Iraq;

3. esercitare la necessaria pressione politica sul governo iracheno 
affinche' non ponga ostacoli alla missione degli ispettori dell'Onu che 
deve essere altamente rappresentativa e imparziale;

4. mettere fine all'embargo che da dodici anni colpisce mortalmente la 
popolazione irachena;

5. mettere fine all'occupazione israeliana dei territori palestinesi, 
assumere tutte le misure di pressione e sanzione diplomatica ed economica 
necessarie per fermare l'escalation della violenza, assicurare la 
protezione delle popolazioni civili e riavviare il processo di pace (due 
popoli, due Stati);

6. promuovere la giustizia penale internazionale accelerando l'insediamento 
della Corte Penale Internazionale;

7. convocare una Conferenza Onu per l'eliminazione di tutte le armi di 
distruzione di massa a partire dal Medio Oriente e dal Mediterraneo;

8. affrontare i conflitti e le gravi tensioni che si concentrano in 
particolar modo nel Mediterraneo con una coerente iniziativa politica, 
economica e culturale;

9. dare all'Organizzazione delle Nazioni Unite, debitamente democratizzata, 
gli strumenti necessari per garantire l'applicazione di tutte le 
risoluzioni approvate nel rispetto della Carta e del Diritto internazionale 
dei diritti umani.

Perugia, venerdi' 19 settembre '02

Prime adesioni: Associazione per la Pace, Francescani del Sacro Convento di 
Assisi, Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace, CGIL, CISL, 
UIL, ARCI, ACLI, Pax Christi, Emmaus Italia, AGESCI, CIPSI, Legambiente, 
Lega per i Diritti e la Liberazione dei Popoli, Centro per la pace 
Forli'/Cesena, Planet, Sondagenova, FIVOL-Fondazione Italiana Volontariato, 
ICS, Banca Etica, Focsiv, Manitese, Peacelink, Forum permanente del 3° settore.

Per adesioni: Tavola della Pace, via della viola 1 (06100) Perugia
Tel. 075/5736890 - fax 075/5739337
e mail: info@perlapace.it -  www.tavoladellapace.it