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Headlines Johannesburg 26-08-02



A: <c.gubitosa@peacelink.it> "Carlo Gubitosa"
Da: sjs.headlines@sjcuria.org

HEADLINES da Johannesburg -- 26 agosto 2002
-- Notizie dall'apostolato sociale della Compagnia di Gesù
...per scambiare notizie, condividere la spiritualità e favorire il lavoro 
in rete...
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* "Non rinegoziare, attuare!"

Il 26 agosto 2002, la prima assemblea plenaria del Summit mondiale sullo 
sviluppo sostenibile è stata segnata da tre discorsi significativi del 
Presidente del Sudafrica, Thabo Mbeki (eletto Presidente del Summit), Nitin 
Desai (Segretario generale del vertice di Johannesburg) e Klaus Töpfer 
(Direttore del Programma dell'ONU per l'ambiente). Mbeki ha ringraziato le 
Nazioni Unite utilizzando la parola "us" (noi), invece del singolare "io". 
In questo modo ha espresso il bisogno di solidarietà in opposizione 
all'"apartheid globale". Ha richiamato l'assemblea "a rispondere con la 
massima serietà e urgenza attraverso l'adozione di un Piano di Azione 
significativo". Desai ha affermato che il Summit di Rio (1992) ha offerto 
una "carta stradale", ma che ora è necessario un "itinerario", così come 
serve ridare influenza alla società civile. Facendo eco al presidente 
Mbeki, che ha definito l'Africa "culla dell'umanità", Töpfer ha parlato di 
"globalizzazione dal volto umano". L'appello degli oratori per la 
solidarietà e per un processo d'azione ben definito ha riaperto le porte 
alla speranza. Il pessimismo che circonda il Summit è dovuto principalmente 
alla scarsa partecipazione dei Paesi che hanno enorme peso economico. 
"Abbiamo davvero la necessità", ha dichiarato il Presidente, "di dimostrare 
a miliardi di persone, di cui siamo i leader, il nostro impegno per il 
valore e la pratica della solidarietà umana e che non accettiamo che la 
società umana sia costruita sulla base del principio selvaggio della 
sopravvivenza del più forte".

Gli incontri ufficiali del Summit si svolgono presso il Sandton Convention 
Center, una struttura lussuosa in una zona ricca di Johannesburg. Si 
possono immaginare quattro anelli concentrici in cui le attività si 
svolgono in contemporanea.
- Nell'anello centrale, cioè la sala delle assemblee plenarie, ha avuto 
luogo la cerimonia di apertura. Durante il corso della settimana vi si 
svolgerà una serie di "Dialoghi con le parti interessate" 
(Multi-Stakeholder Dialogue). Si tratta di dibattiti tra funzionari 
governativi, esperti e rappresentanti della società civile, con lo scopo di 
produrre idee e raccomandazioni che saranno raccolte nel cosiddetto 
"momento di tutte parti interessate" (Multi-Stakeholder Event) alla fine 
del Summit. A ogni dibattito prendono parte i rappresentanti di nove 
principali gruppi. La prossima settimana, oltre cento capi di Stato 
interverranno nella Sala delle assemblee plenarie.
- Nel secondo anello avvengono i negoziati ufficiali sui documenti del 
Summit. Il vertice produrrà una Dichiarazione politica e un Piano d'azione. 
Sull'intera Dichiarazione politica e su un quarto del Piano d'azione resta 
da trovare un accordo. Le questioni più controverse riguardano 1) 
globalizzazione, finanza e commercio, 2) se stabilire obiettivi specifici 
con scadenze vincolanti, 3) come agire in conformità al "Principio di 
Precauzione" e quello della "Responsabilità comune ma differenziata", 
affermati al Summit della Terra di dieci anni fa, 4) governance, 5) Africa. 
Alcuni degli incontri principali sono aperti alla società civile e ai 
media, ma non i negoziati duri e i baratti tra i soli delegati governativi. 
Più che un anello, è un ring di pugilato.
- Il terzo anello è costituito da una quarantina di comitati, in cui membri 
delle organizzazioni della società civile si riuniscono per monitorare i 
negoziati, pianificare strategie e cercare di fare pressione sui delegati 
governativi per influenzare la stesura dei documenti.
- Infine, il quarto "anello" è costituito dai media -- circa tremila 
persone -- che riportano gli eventi, pongono domande ai protagonisti nelle 
conferenze stampa e dando al resto del mondo una rappresentazione dell'evento.

Il tema della salute è stato trattato durante l'assemblea plenaria di 
lunedì. Nella competizione interna fra diverse agenzie dell'ONU, l'UNFPA 
(Il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione) sembra avere perso 
terreno rispetto a quanto accadde alla Conferenza del Cairo sulla 
Popolazione del 1994, quando riuscì a far accettare il concetto di salute 
riproduttiva. Lunedì mattina, infatti, il rappresentante 
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità si è riferito in maniera più 
classica alla salute pubblica, che tiene in conto dei bisogni di base 
dell'intera popolazione. Ha dato rilievo alle battaglie contro la malaria, 
le malattie intestinali e l'HIV/AIDS, senza nominare la salute riproduttiva.

Durante la sessione plenaria del pomeriggio, dedicata alla biodiversità e 
agli ecosistemi, una rappresentante delle ONG proveniente dalla Malaysia ha 
fatto una critica acuta e apprezzata del modello dominante di sviluppo. Ha 
dato la colpa della diminuzione della biodiversità alle tecnologie 
inappropriate (ad esempio, la rivoluzione verde), al consumismo, al 
commercio e alle forze del mercato non regolati. Sono le comunità locali 
rurali e i popoli indigeni che patiscono le maggiori conseguenze della 
dissipazione del patrimonio naturale.

Con l'apertura del Summit, la delegazione della Compagnia di Gesù è al 
completo e comprende 28 membri di 17 Paesi. [HL20826]
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Direttore: Michael Czerny SJ
Redattore: Francesco Pistocchini <sjs.headlines@sjcuria.org>
Segretariato per la Giustizia Sociale, C.P. 6139, 00195 Roma Prati, Italia 
(fax) +39 0668 79 283
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