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Headlines Johannesburg 27-08-02
A: <c.gubitosa@peacelink.it> "Carlo Gubitosa"
Da: sjs.headlines@sjcuria.org
HEADLINES da Johannesburg -- WSSD, 2 giorno
-- Notizie dall'apostolato sociale della Compagnia di Gesù -- 27 agosto 2002
...per scambiare notizie, condividere la spiritualità e favorire il lavoro
in rete...
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* Tragi-commedia, frustrazioni, bisogni e speranze
La riunione plenaria sull'agricoltura, forse la più vivace finora, è stata
straordinariamente provocatoria. Proposte per lo sviluppo rurale e lo
sradicamento della povertà -- che solo dieci anni fa erano strategie
sovversive avanzate sottovoce da agricoltori visionari e ONG antisistema --
hanno avuto accoglienza in questo foro internazionale. Tuttavia le
strategie saranno attuabili solo se accompagnate da un rafforzamento della
capacità di azione a livello locale. Jan Pronk, Presidente della
Commissione dell'ONU per lo sviluppo sostenibile, ha gestito in maniera
brillante la questione dei sussidi all'agricoltura. Questi proteggono
l'agricoltura insensata di USA, Unione Europea e Giappone, fatta di
sovrapproduzione, inquinamento e riscaldamento dell'atmosfera. Si tratta di
400 miliardi di dollari che dovrebbero invece sostenere le imprese agricole
più competitive dei Paesi meno sviluppati. Evidenziando le contraddizioni
in cui cadono le organizzazioni multilaterali e le grandi imprese, Pronk ha
esortato le nazioni ricche a rinunciare al loro protezionismo e alle
pratiche oligopolistiche. L'assemblea è scoppiata a ridere davanti alla
parodia del capitalismo contemporaneo "paladino del libero commercio". La
UE ha mostrato una certa apertura, ma il rappresentante americano, invece
di rispondere alle domande di Pronk, si è rifugiato nella retorica. "Gli
USA staranno dalla parte dei singoli agricoltori e delle libere imprese
ovunque ci sia bisogno". La tragedia è che ciò di cui si può ridere
pubblicamente continua a definire l'evoluzione ingiusta del nostro pianeta
e molto probabilmente non sarà modificato dalle decisioni di questo vertice.
L'agricoltura è stata anche un tema del briefing tenuto dalla delegazione
governativa americana per le ONG. Le principali questioni riguardavano 1)
gli effetti devastanti delle sovvenzioni di cui gode l'agricoltura
americana sui contadini poveri del Sud del mondo e 2) gli sforzi americani
per imporre gli organismi geneticamente modificati (OGM) o i prodotti
agricoli ai Paesi poveri che lottano contro la fame. Gli Stati Uniti
insistono nel dire di essere in conformità con le norme dell'Organizzazione
Mondiale del Commercio e di limitarsi a competere con l'Unione Europea.
"Quando gli elefanti combattono, l'erba ci va di mezzo", dice un proverbio
africano. Gli USA "intendono aiutare" i contadini che soffrono nel Sud del
mondo, ma i governi dei Paesi poveri devono avanzare proposte "che noi
possiamo accettare". Quando sono state sollevate questioni sulla sicurezza
degli OGM e del loro impatto sull'agricoltura a piccola scala, i delegati
del governo hanno ribadito che è tutto perfettamente sicuro. Di fronte a
fatti che contraddicono questa affermazione, hanno ripetutamene girato la
questione al portavoce dell'industria genetica che ha respinto i timori e
insistito sulla sicurezza. L'episodio illustra il grado di influenza delle
imprese private sulla politica americana.
Le persone accreditate al Summit ammontano a 15852. Tuttavia, per ragioni
di sicurezza e norme antincendio, al massimo 7000 persone hanno accesso al
palazzo delle conferenze. Con una migliore organizzazione si sarebbero
potute evitare queste restrizioni. Numerose ONG hanno dato sfogo alla loro
rabbia e frustrazione. Una donna proveniente dalla Somalia ha raccontato di
come il suo villaggio, desideroso di fare ascoltare all'ONU i suoi gravi
problemi, abbia lavorato e risparmiato durante un anno per consentirle di
partecipare. Invece, quando ha chiesto il permesso di entrare, è stata
trattata duramente dai funzionari. "Dopo quanto è successo, come posso
ritornare dalla mia gente e aspettarmi che credano nell'ONU e nei
politici?" I rappresentanti delle ONG e dei gruppi della società civile
hanno minacciato di boicottare il Summit per la questione degli accessi, ma
lunedì pomeriggio è stato trovato un accordo.
Il comitato dei Giovani si è unito ad altri per proporre un nuovo testo in
favore della riduzione dei sussidi alle fonti di energia non rinnovabili e
devolvere il 20 per cento del ricavato alla promozione delle fonti
rinnovabili. Giovani di numerosi Paesi hanno condotto il loro incontro in
modo aperto, democratico e allo stesso tempo mirato.
Il Provinciale dello Zimbabwe, unendosi per alcuni giorni alla delegazione
dei gesuiti, ha ricordato che fino a dodici mesi fa, venti Paesi africani
erano coinvolti in conflitti armati e non armati, che hanno fortemente
compromesso lo sviluppo in tutto il continente. Ora, il Summit sullo
sviluppo sostenibile, il primo del genere in Africa, dovrebbe innanzitutto
occuparsi di sicurezza, pace e sviluppo. C'è una necessità impellente di
misure di prevenzione dei conflitti. La sicurezza porta pace e, con essa,
la possibilità di uno sviluppo sostenibile. Lo sviluppo umano può essere
sostenibile solo se pone la persona al centro dell'attenzione, il che
comporta, tra l'altro, garantire l'assistenza sanitaria di base,
l'educazione primaria e l'accesso non privatizzato all'acqua. [HL20827]
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Direttore: Michael Czerny SJ
Redattore: Francesco Pistocchini <sjs.headlines@sjcuria.org>
Segretariato per la Giustizia Sociale, C.P. 6139, 00195 Roma Prati, Italia
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