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cokeria Ilva di Taranto: solo uniti si vince
Intervento per il Corriere del Giorno
Walter Scotti, sul Corriere del Giorno di venerdì 9 agosto, scrive che
"Alessandro Marescotti da ambientalista integralista, che ha sempre
auspicato la chiusura dell'Ilva, oggi, paradossalmente, auspica che la
produzione dell'acciaio si possa addirittura aumentare". La fantasia di
Walter Scotti è portentosa. Non ho auspicato la chiusura dell'Ilva ieri,
non ho chiesto l'aumento di produzione oggi. Sostengo invece la proposta di
Legambiente, espressa da Leo Corvace, che intende conciliare la chiusura
delle quattro batterie della cokeria e la salvaguardia dell'occupazione.
Legambiente ritiene che un ridimensionamento degli straordinari può evitare
la contrazione dell'occupazione all'Ilva: lavorare meno, lavorare tutti. Io
aggiungo inoltre che un rigoroso rispetto delle norme sui contratti di
formazione lavoro può portare ad un aumento del 30% del fabbisogno di
giovani. "Quanti giorni di formazione hai fatto e quanti di lavoro?", ho
chiesto ad un giovane della cokeria con contratto di formazione lavoro.
"Tre di formazione, tutti gli altri di lavoro", mi ha risposto. "Quanti
giorni dovrebbe fare di formazione?", ho chiesto ad un sindacalista. "Un
terzo", mi ha risposto. La Legambiente ha chiesto un'ispezione nell'Ilva,
di competenza dell'ispettorato del lavoro. Mi associo pienamente.
Come pure ritengo meritorio di sostegno l'intervento di Aldo Pugliese il
quale, a nome della Uil, ha affermato che il sindacato "non può andare
contro le decisioni della magistratura". Va stoppata ogni trattativa - più
o meno sotterranea - finalizzata ad associare i sindacati metalmeccanici ad
un documento Ilva con cui Riva tenta di portare la magistratura a patti con
lui. "Tiri fuori i quattrini per rifare gli impianti", ha affermato Aldo
Pugliese. I soldi per ottemperare agli obblighi di legge Riva li ha, e
tanti. L'onorevole Vittorio Angelici, su queste pagine, ha invitato la
città a fare fronte comune e ha sottolineato la positiva iniziativa della
società civile - formata da associazioni di volontariato, ambientaliste,
della cultura - che è scesa in campo sulla questione dell'Ilva. L'ex
sindaco di Taranto Mario Guadagnolo ha recentemente dichiarato che se
questa sensibilità ambientalista fosse emersa negli anni Ottanta egli
avrebbe fatto le stesse cose del sindaco Di Bello. Enzo Giannico,
responsabile regionale organizzativo dei Ds, intervenendo sulla questione
ambientale, ha invece voluto sottolineare che l'amministrazione comunale
"sta contribuendo a far precipitare la crisi facendola ricadere sul mondo
del lavoro", aggiungendo che "ora qualcosa si è rotto" ed evidenziando la
fine della stagione unitaria e trasversale di lotta sulla questione
ambientale. Io non condivido questo tirarsi fuori proprio ora che c'è il
bisogno di tanta unità. Le associazioni ambientaliste e della società
civile stanno operando proprio in una direzione unitaria, perché ogni
divisione in questo momento sarebbe dannosa. Le associazioni stanno facendo
"rete", con una fitta "azione diplomatica" per smussare i contrasti e
costruire un fronte unitario comune. Perché? Abbiamo avuto un contatto
costante con la lotta ambientale di Cornigliano (dove la cokeria Ilva è
stata spenta). Abbiamo capito tante cose, individuato errori da non
commettere. A Cornigliano sono emersi dannosi contrasti fra ambientalisti e
sindacati. Gli operai hanno invaso la città. E' scoppiata persino una rissa
fra l'ala operaista di Rifondazione e Legambiente: un giorno stavano per
incrociarsi poco pacificamente le bandiere rosse del Che e quelle gialle
con il cigno verde della Legambiente. Le stesse associazioni ambientaliste
(Legambiente, Wwf e Italia Nostra) si erano divise in due comitati. A
Taranto abbiamo allora deciso di non cadere nelle stesse "trappole". Ci
stiamo riuscendo. A Cornigliano la lotta ambientalista ha vinto
"nonostante" queste divisioni, anche perché a Genova c'è una classe
imprenditoriale che ha una forza di sviluppo e di diversificazione
notevole. A Taranto ogni nostro errore potrebbe essere una sconfitta. Per
questo dico ai partiti: non litigate sull'ambiente. In Toscana guelfi e
ghibellini si scontrarono finché nel 1348 una peste devastante fece
scomparire una fetta della popolazione: dopo il 1348 i cittadini capirono
che era meglio costruire gli ospedali piuttosto che dividersi in guelfi e
ghibellini. Noi non dobbiamo aspettare che a Taranto la "peste" dilaghi, mi
riferisco al dilagare di tumori e malattie respiratorie. Un proiettile
chiuso in una busta è giunto a Fabio Matacchiera e una bomba è stata
piazzata sotto l'auto di Egidio Oroscopo, entrambi ambientalisti. La lotta
è difficile, la politica non può essere un fine ma un mezzo: il fine è
riconquistare salute, diritti, libertà e dignità.
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
a.marescotti@peacelink.it