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Lettera al Prof. A. Marescotti
Caro Alessandro,
abbiamo letto il tuo articolo sul Corriere del Giorno di oggi relativo
all'annuncio della riunione programmata martedì prossimo a Taranto da WWF,
Peacelink e Legambiente, ed incentrato sulla esigenza di un confronto con
tutti coloro che hanno a cuore il presente e soprattutto il futuro della
nostra Taranto, confronto che chiede e sollecita la partecipazione di
sindacati, istituzioni, lavoratori e cittadini di Taranto.
Intanto ci stiamo attivando affinchè qualcuno dei nostri rappresentanti
possa essere presente a tale riunione per testimoniarvi l'adesione,
l'attenzione e la preoccupazione dei tarantini costretti a vivere lontano e
che vedono in questi giorni, con le recenti prese di posizione del Gruppo
Riva, ulteriormente minacciati tanti loro parenti ed amici che a Taranto
vivono, dipendenti come e più di sempre da quel posto di lavoro, seppur
basato su presupposti tristemente precari e pericolosi.
Abbiamo, come si può intuire, molto a cuore le loro sorti come quelle di
tutti i nostri concittadini.
Le loro preoccupazioni sono anche le nostre.
Siamo con voi, caro Alessandro, nel ribadire con forza e determinazione che
non possono, non devono essere loro, in qualunque modo legati alla vita e
alle decisioni dell'Ilva, a pagare duramente le conseguenze di ciò che sta
accadendo e che viene purtroppo prospettato, e che li vede come principali
e sfortunati destinatari delle ritorsioni appena annunciate.
Siamo con voi nel pretendere anche per Taranto quel rispetto, quella
considerazione e quelle soluzioni altrove (vedi Cornigliano)
intelligentemente adottate, atte a ridare serenità e dignità alla gente.
Siamo con voi nel respingere il tentativo del Gruppo Riva di mascherare
difficoltà di mercato sempre più evidenti e dipendenti da dinamiche
internazionali che rendono e renderanno l'acciaio europeo sempre meno forte
e competitivo, tentando di attribuirle e scaricarle su chi a Taranto chiede
ed afferma niente di più che un sacrosanto diritto. L'ing. Riva non può
così facilmente e pilatescamente liberarsi del "problema Taranto". Deve più
semplicemente accettare un serio confronto allo scopo di risolvere in modo
ragionevole e costruttivo il citato problema, e nel frattempo adeguarsi
rapidamente alle normative che gli impongono di non inquinare.
Siamo con voi e a vostra disposizione, nei limiti della nostra difficile
condizione di "erranti", e a disposizione di chiunque a Taranto (Sindaco,
istituzioni, magistratura, sindacati, partiti, associazioni, organi di
informazione, liberi cittadini) si batte e si batterà affinchè vengano
difesi strenuamente i diritti di tutti quegli onesti lavoratori in evidente
difficoltà e che già tanto danno in termini di lavoro e di salute, e
affinchè finalmente anche nella nostra città si instauri una nuova vera
cultura della legalità e del rispetto dell'uomo prima di tutto, e
dell'ambiente nel quale vive e lavora.
Un fraterno abbraccio.
Comunità virtuale dei "Delfini Erranti".