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Articolo di Giorgio Bongiovanni sul carcere duro
Boss in sciopero?
Auspichiamo il 41 ter
Al premier Silvio Berlusconi,che non si presenta ai giudici per “impegni
improrogabili ”(partecipare al Maurizio Costanzo Show dell ’11 luglio
u.s.),chiediamo che promuova un decreto legge in cui si propone il 41 ter.
Vale a dire il carcere a vita,quello veramente duro,con la visita concessa
alle famiglie giusto una volta l ’anno,e la condanna al lavoro per almeno
dieci ore al giorno per contribuire al risarcimento dei danni provocati
allo Stato.
Ci associamo pertanto alla risposta delle famiglie delle vittime di mafia e
dei crimini più efferati per i quali è previsto il regime più duro.
“Noi familiari delle vittime abbiamo deciso di rispondere usando le loro
stesse parole: perché non chiedete a noi figli che da anni li vediamo sotto
una lastra di marmo,quella sotto cui voi li avete mandati,come ci sentiamo
e perché non pensate a pentirvi?E perché l ’associazione Nessuno tocchi
Caino non pensa invece a quanti Abele hanno ucciso? Perché non chiedono a
noi se il 41 bis è crudele? Forse perché sanno che risponderemmo che invece
è fin troppo morbido e che per questi reati è giusto che ci sia la morte
civile e che la giustizia italiana non offra eccessivo garantismo ”.
Uno dei più gravi errori della politica nella lotta alla mafia è stata
sicuramente la debolezza nei confronti dei boss.Se invece lo Stato si fosse
mostrato sempre fermo ed intransigente e avesse concesso benefici solo a
coloro disposti ad una seria collaborazione certamente i risultati
sarebbero diversi.Solo perché sono un uomo di fede rifiuto l ’applicazione
della pena di morte,consapevole comunque che tutto il resto è sempre poco.I
nostri politici spesso dimenticano,alcuni non per troppi impegni,ma perché
collusi, che i boss si sono rivelati superiori ai carnefici delle SS
naziste in quanto a crudeltà e spietatezza. Immaginiamo se oggi in carcere
ci fossero Adolf Hitler o Einrich Himmel,Goebbels o il dottor
Stranamore...staremmo parlando di benefici?
Come reagirebbe l ’opinione pubblica? Ancora di più.Occorrerebbe inasprire
anche la pena prevista per associazione mafiosa regolata secondo l ’art.416
bis del codice penale.Non la ben limitata condanna a sei anni bensì l
’ergastolo.Anche e soprattutto per coloro che condividono con Cosa Nostra
la responsabilità delle stragi,sia che le abbiano commissionate,sia che ne
abbiano tratto vantaggi.Tra questi,coloro che oggi occupano autorevoli
seggi ai vertici delle Istituzioni e dell ’alta finanza.
Giorgio Bongiovanni
direttore di ANTIMAFIADuemila