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Sandro Pertini - 31 dicembre 1982



Sandro pertini

Messaggio di fine anno agli italiani

Palazzo del quirinale 31 dicembre 1982

Italiani e italiane, miei compatrioti,

Come e' consuetudine, eccomi ancora una volta ad entrare attraverso la 
televisione nelle nostre case per gli auguri di fine d' anno. So di entrare 
in molte case dove si attende il primo dell' anno con molta angoscia e 
molto dolore: le famiglie dei rapiti, cito gli ultimi fatti che veramente 
mi hanno angosciato: il rapimento del piccolo davide di 8 anni, di filippo 
e di simona di 12 e 13 anni. Davide e' stato strappato dalle braccia di sua 
madre. Ebbene, io mi unisco all' accorato appello fatto da giovanni paolo 
ii ai rapitori, perche' restituiscano alle loro madri i figli rapiti.

Penso anche a coloro che hanno avuto vittime per opera del terrorismo: 
carabinieri e agenti di pubblica sicurezza, che hanno compiuto fino all' 
estremo sacrificio il loro dovere. Lode deve andare, il plauso nostro e la 
riconoscenza a questi bravi italiani che hanno dimostrato tanto coraggio. 
Naturalmente le famiglie oggi piangono i loro congiunti caduti nella lotta 
contro il terrorismo. Ma vi e' un conforto in noi. E cioe' che il 
terrorismo ormai si dichiara sconfitto.

Abbiamo sentito testimonianze di terroristi nei diversi processi e questi 
terroristi hanno dichiarato di sentirsi sconfitti. Qual e' la ragione per 
cui si sentono sconfitti? Non vi e' dubbio, merito grande, ripeto, va alle 
forze dell' ordine. Ma vi e' un' altra ragione, a mio avviso, ed e' questa: 
il terrorismo sperava di far leva sul malcontento del popolo italiano, 
malcontento che e' diffuso per tante ragioni, la disoccupazione, la 
situazione economica e sociale, la vita cara. Sperava di fare leva sulla 
classe lavoratrice italiana, di trascinare sulla sua strada maledetta i 
lavoratori, trascinarli nella sua protesta. Invece il movimento operaio, 
bisogna dargliene atto, questo torna a suo onore, il movimento operaio ha 
fatto barriera contro il terrorismo.

Non si dimentichi che quando e' stato assassinato l' on. Moro ed e' stato 
scoperto poi il suo cadavere - il cadavere di questo mio amico fraterno che 
ha lasciato un grande vuoto nella vita politica italiana, che nessuno e' 
riuscito ancora a colmare - ebbene 350 mila persone si sono riunite in 
piazza san giovanni. Vi erano il rettore dell' universita', il presidente 
della cassazione, giudici, impiegati, tecnici, funzionari, ma vi erano 
anche gli operai di roma e dei di torni. Vi erano anche i contadini della 
ciociaria. Tutti a protestare contro i terroristi.

Cosi' quando vi sono stati i funerali nella mia genova dell' operaio rossa 
- operaio che ha avuto il coraggio di denunciare i terroristi che si erano 
infiltrati nella sua fabbrica - erano anche li' 300 mila persone, di tutti 
i ceti sociali, con in testa i portuali, a far sentire la loro protesta. 
Cosi' per i funerali del giudice alessandrini a milano: italiani di tutti i 
ceti sociali, operai venuti dai dintorni di milano, anche da genova e da 
torino, si trovarono a protestare contro il terrorismo.

Questo sta a significare che il movimento operaio non si e' lasciato 
trascinare nella strada diabolica del terrorismo ma ha fatto resistenza, ha 
fatto barriera contro il terrorismo.

Di recente e' uscito un opuscolo dal carcere dove sono i capi del 
terrorismo, questi cosiddetti capi del terrorismo, i quali, fra l' altro, 
dicono questo: invitano i loro compagni terroristi ad abbandonare le 
fabbriche, a non considerare la fabbrica come un centro per il terrorismo. 
Se questo dicono e' perche' hanno trovato nelle fabbriche non consenso, non 
adesione, ma resistenza.

Vi e' stato poi il sequestro del generale dozier. Devo dare atto alle forze 
dell' ordine di essere riuscite a liberare il generale dozier. Quando io 
sono stato in america ho ricevuto entusiastiche congratulazioni da parte 
degli uomini politici americani, dal presidente reagan. Tutta l' opinione 
pubblica americana era a favore dell' italia e delle forze dell' ordine, 
che erano riuscite a liberare il generale dozier.

Anche questo sta a provare che non avevo completamente torto io, quando 
proprio qui, dal quirinale, affermai che per me il terrorismo aveva dei 
legami internazionali. Qualcuno allora mi diede torto. Invece oggi e' 
provato che il terrorismo ha dei legami internazionali. Prova ne sia l' 
attentato contro il papa, giovanni paolo ii. E' stato consumato, questo 
attentato contro la vita del papa, da un turco che doveva essere impiccato, 
ed e' stato fatto evadere dal carcere, gli e' stato dato del denaro, ha 
attraversato tutta l' europa, e' arrivato a roma, naturalmente avra' avuto 
dei complici, ed ha attentato alla vita del papa. Veramente per un puro 
miracolo il papa si e' salvato. Sarebbe stata una grave jattura per il 
mondo cattolico la perdita di questo papa e per me sarebbe stata la perdita 
di un amico sicuro, leale, buono. Dalla sua amicizia io traggo molto conforto.

Il terrorismo quindi ha dei legami internazionali . Comunque il terrorismo 
va declinando, per nostra fortuna.

Vi sono altri mali che tormentano il popolo italiano: la camorra e la 
mafia. Quello che sta succedendo in sicilia veramente ci fa inorridire. Vi 
sono morti quasi ogni giorno. Bisogna stare attenti a quello che avviene in 
sicilia e in calabria e che avviene anche con la camorra a napoli. Bisogna 
fare attenzione a non confondere il popolo siciliano, il popolo calabrese 
ed il popolo napoletano con la camorra o con la mafia. Sono una minoranza i 
mafiosi. E sono una minoranza anche i camorristi a napoli.

Prova ne sia questo: quando e' stato assassinato pio la torre, vi era tutta 
palermo intorno al suo feretro. Quando e' stato assassinato il gen. Dalla 
chiesa, con la sua dolce, soave compagna, che e' stata piu' volte qui a 
trovarmi, proprio in qusto studio, tutta palermo si e' stretta intorno ai 
due feretri per protestare. Quindi il popolo siciliano, il popolo calabrese 
ed il popolo napoletano sono contro la camorra e contro la mafia.

Sono popoli fieri, con antiche tradizioni ed antica storia, ma anche con 
gravi problemi che devono essere risolti.

Qui si presenta, appunto, ancora una volta il problema del meridione. Il 
problema del mezzogiorno non puo' essere considerato soltanto un problema 
di quelle regioni: deve essere considerato un problema nazionale se lo si 
vuole risolvere.

Vi sono altri mali che angustiano il popolo italiano. Il carovita, la 
disoccupazione. Ma alla radice di tutto questo sta l'inflazione. 
L'inflazione che e' causa dei grandi mali che riguardano non solo l'italia, 
ma il mondo intero.

Noi dobbiamo badare ed avere a cuore quelli che sono i nostri mali e le 
nostre angustie. Sentiamo che l'inflazione e' un male che deve essere 
combattuto. Oggi coloro che sono al governo devono cercare di risolvere 
questi problemi, di affrontare questa situazione che sta dinanzi al popolo 
italiano e che si fa sempre piu' difficile e sempre piu' grave. Lascino 
stare queste inutili, per me, polemiche tra confessionali e laici, 
altrimenti roma diventera' una seconda bisanzio e si discutera' sulla 
natura del sesso degli angeli.

Dobbiamo quindi combattere questi mali e tutta la classe politica italiana, 
tutti coloro che sono al governo, devono superare divergenze e dissidi per 
rimanere compatti e risolvere questi problemi. E deve essere interessata 
alla soluzione di questi problemi anche l'opposizione, che controlla un 
vasto settore del movimento operaio. Senza il movimento operaio questi 
problemi non potranno essere risolti.

Vi e' poi la situazione internazionale che ci preoccupa in polonia oggi vi 
e' il silenzio. E' un silenzio, direi, piu' preoccupante della protesta. 
Sotto questo silenzio si nasconde il malcontento, e' il silenzio di chi sta 
soffrendo sotto l'oppressione, il silenzio di un popolo che e' stato 
privato dei suoi diritti civili ed umani.

Ma non hanno diritto di protestare per quanto avviene in polonia coloro che 
non protestano per quanto avviene in altri paesi, come ad esempio 
nell'america latina. Nell'america latina vi sono paesi dove i diritti 
civili sono stati soppressi, dove le dittature si fanno sentire in modo 
spietato. In cile, in nicaragua, in salvador e in argentina. Degli 
scomparsi vi voglio parlare, dell'argentina.

Non e' vero che noi non abbiamo protestato. Io ho sempre protestato presso 
gli ambasciatori argentini che si sono susseguiti qui a roma. Ma la mia 
protesta e' caduta nel vuoto. Ho ricevuto qui madri di plaza de majo. E mi 
ricordo che una madre mi ha deto questo: che la sua figlia in carcere aveva 
partorito ed il figlio era stato consegnato ad una famiglia italiana. Me lo 
disse disperata, piangendo, questa povera donna.

Ebbene io faccio un appello a questa famiglia che e' tornata in italia 
dall'argentina e che ha questo figliolo: lo restituisca alla madre 
legittima, altrimenti questa famiglia non potra' avere fortuna.

Vi sono altri fatti che ci preoccupano. Ci preoccupa quello che avviene 
nell' afghanistan. Noi che abbiamo fatto la lotta partigiana, come ex 
partigiani, diamo tutta la nostra piena solidarieta' ai partigiani afghani 
che si battono contro chi ha invaso la loro patria: l' unione sovietica.

Questi sono i problemi che preoccupano il popolo italiano e che con una 
certa trepidazione ci fanno salutare l' anno che sta per sorgere.

Vi e' poi la preoccupazione grave del riarmo delle due potenze, che vanno 
sempre piu' riarmandosi con ordigni nucleari che se fossero, per dannata 
ipotesi, usati sarebbe la fine del' umanita' intera.

Io auguro - sara' un' utopia, ma molte utopie di ieri sono diventate poi 
realta' oggi - io mi auguro il disarmo totale e controllato. E che i denari 
che si sperperano per costruire questi ordigni di morte, che se fossero 
usati, ripeto, sarebbe la fine dell' umanita' e del nostro pianeta, siano 
usati invece per alleviare dalla fame migliaia e migliaia di creature, che 
mentre io parlo, stanno morendo per denutrizione. E quindi mi auguro che il 
buon senso prevalga e che prevalendo il buon senso si venga a consolidare 
la pace nel mondo.

Voglio rivolgere un mio saluto cordiale, affettuoso alle forze armate. A 
queste forze armate che secondo la costituzione hanno il dovere di 
difendere i confini della patria, la sua indipendenza. Forze armate che 
meritano tutto il nostro rispetto e tutto il nostro plauso.

Mi diceva il presidente del libano, che e' stato qui a trovarmi di recente, 
che il contingente italiano militare che e' nel libano e' quello piu' amato 
dai libanesi. I nostri soldati si fanno amare dal popolo libanese perche' 
l'italiano, in fondo, e' buono e generoso e buoni e generosi sono i nostri 
soldati.

Il mio ricordo il mio saluto augurale vada agli emigrati, a questi italiani 
che sono stati costretti a lasciare la patria per andare a trovare lavoro 
all'estero. Io ho girato le nazioni dove sono questi emigrati: la germania, 
la francia, la svizzera, l'america. Ed i governanti di queste nazioni hanno 
fatto le lodi dei nostri connazionali. Sono gli emigrati che non danno 
nessun fastidio alle autorita' del posto. Cercano solo, quando arrivano, 
una casa, un posto di lavoro e danno un contributo veramente elevato alla 
produzione di quei paesi e quindi sono di aiuto alle nazioni che li 
ospitano. A questi emigrati vada il mio saluto.

Anch'io sono stato emigrato sotto il fascismo e per vivere onestamente ho 
dovuto fare l'operaio e so che cosa voglia dire vivere lontano dalla 
propria patria, dalla famiglia e cercare lavoro in terra straniera.

Un ultimo mio appello deve essere rivolto ai giovani. Faccio molto 
affidamento sulla nostra gioventu'. Oh, vi e' una frangia che si da' al 
terrorismo, una frangia che si da' agli stupefacenti, ma e' soltanto una 
minoranza. La stragrande maggioranza della nostra gioventu' e' sana. E' 
sana moralmente e politicamente.

Io ho instaurato qui al quirinale il metodo di ricevere tutte le mattine, 
quando l'anno scolastico e' aperto, scolaresche di ogni parte d' italia. In 
quattro anni ho gia' ricevuto 77 mila studenti delle elementari in su, 
ragazzi dagli 8 fino ai 18 anni. Quando ricevo, tutte le mattine, 500-600 
studenti non faccio loro alcun discorso; ne sentono troppi di discorsi, i 
giovani. Intreccio con loro un dialogo. Mi faccio martellare di domande, mi 
faccio porre dei quesiti. E rispondo come fossimo antichi amici.

Bene da questi 77 mila studenti che ho gia' ricevuto da ogni parte d' 
italia, non mi son mai sentito fare, cari miei amici, una domanda futile, 
sciocca, superficiale; porre quesiti inutili. Mi sono sempre sentito porre 
problemi molto seri. Mi hanno tutti fatto domande che riguardano il 
terrorismo, che riguardano l' eventualita' di una guerra atomica, domande 
sul loro avvenire. Mi chiedono se il loro avvenire sara' migliore del 
presente, se potranno trovare un' occupazione domani. Queste sono le 
domande che mi fanno questi giovani. Ecco perche' mi sento legato alla 
nostra gioventu'. Io credo nella gioventu' italiana.

Italiane ed italiani, l' ultimo mio appello e' proprio a questi giovani. 
Appello fraterno che io faccio, con la mia esperienza, che e' un' 
esperienza molto amara, costellata di rinunce, di molti avvenimenti dolorosi.

A questi giovani io dico: preparate il vostro animo a scuola, cercate di 
corredare la vostra mente di una cultura che vi sara' utile, sara' 
strumento per voi necessario per farvi camminare domani nella vita come 
uomini liberi.

Cercate anche di darvi una fede politica respingete pero' quelle idee 
politiche che non presuppongono il concetto di liberta', altrimenti 
andreste verso la vostra rovina. E cercate anche di combattere si', i 
vostri avversari, ma combattete tenendo presente quello che ho tenuto 
presente sempre io, l' ammonimento di un illuminista francese.

Cioe' io dico sempre questo al mio avversario: io combatto la tua idea che 
e' contraria alla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia 
vita perche' tu la tua idea la possa esprimere sempre liberamente.

Ed allora combattete discutendo liberamente, lottando civilmente. Andate 
verso la meta alla quale io ho sempre aspirato da quando avevo la vostra 
eta'. La meta suprema che e' quella della liberta', della giustizia sociale 
per tutti gli uomini, della scomparsa della fame nel mondo. La meta della 
pace fra tutte le nazioni, della fratellanza fra tutti i popoli.

Ecco, con queste considerazioni italiane ed italiani, io vi auguro che l' 
anno nuovo che sta per sorgere sia un anno di serenita' per tutti voi.