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In Turchia la censura e' ufficiale
Fonte: Punto Informatico
http://punto-informatico.it/ps.asp?i=40367&p=1
Approvata una legge che pone i media in mano ai pochi gia' padroni
dell'informazione turca. Chi vuole aprire un sito dovra' chiedere
l'autorizzazione e spedire copia dei contenuti agli uffici governativi. UE
sempre piu' lontana
In Turchia la censura e' ufficiale
31/05/02 - News - Roma - Obtorto collo, il presidente turco Ahmet Necdet
Sezer ha dovuto porre la propria firma sotto una legge che e' divenuta
cosi' ufficiale, una normativa che allontana il suo paese dall'Europa e che
pone una cappa di censura e di controllo su internet e i media. Sezer aveva
gia' posto il veto su una normativa del tutto simile ma ora, con la sua
seconda riproposizione, non ha il potere per fermarla e ha solo potuto
trasmetterla alla Corte Costituzionale per una revisione.
Con la promulgazione, la Turchia si dota di una normativa che pone nelle
mani dei pochi grandi gruppi che gia' controllano i media un potere nuovo,
quello di poter esplicitamente affermare la proprieta' dei mezzi di
comunicazione. Fino ad oggi, infatti, era stato necessario per queste
entita' ricorrere ad una serie di "societa' prestanome" che allontanassero
i rischi di guai giudiziari dovuti alla creazione di oligopoli nel mondo
della stampa e dell'informazione. Ora non c'e' piu' bisogno del giochino
delle tre carte e le cose possono essere dichiarate ufficialmente.
La normativa prevede che siano messe fuorilegge le notizie "che raccontano
bugie" e rende un reato promuovere il "pessimismo" o la "disperazione"
(bugie, appunto). Il tutto con una vaghezza che non puo' garantire alcuna
certezza del diritto.
La nuova legge ne "approfitta" anche per rendere illegale qualsiasi genere
di trasmissione in curdo. La liceita' di media curdi e' tra i requisiti che
l'Unione Europea ha sottoposto alla Turchia tra quelli a cui il paese
dovra' adattarsi se intende entrare nella UE.
Ma non e' solo questo. Con una mossa che ricorda, ma solo in parte, la
legge sull'editoria italiana, la nuova normativa turca di fatto pone
internet nello stesso regime di controllo gia' previsto per la stampa. In
pratica tutte le attivita' online sono ora sotto il controllo della
Commissione Radio e Televisione.
Questo significa che l'apertura di un sito da parte di un cittadino turco
si trasforma nella necessita' di richiedere l'autorizzazione esplicita
delle autorita' governative. Non solo, tutti i materiali pubblicati
dovranno essere trasmessi per conoscenza alle medesime autorita' di
controllo. Qualsiasi giudice in questo quadro puo' chiedere a qualunque
sito internet di presentare alle autorita' di controllo anche ogni singolo
aggiornamento alle proprie pagine.
Qualsiasi reato di informazione online viene equiparato ad un reato sulla
stampa, con conseguenze naturalmente pesantissime sulla liberta' della
rete. La legge prevede condanne che possono arrivare quasi a 200mila euro.
Il governo e la maggioranza parlamentare appoggiano la normativa,
apparentemente incuranti delle conseguenze che e' destinata ad avere non
solo all'interno ma anche in merito ai rapporti internazionali, in primis
quelli con la UE. Il ministro dei Trasporti e delle Comunicazioni Oktay
Vural ha dichiarato che la legge non rappresenta alcuna restrizione e che
quanto accade in internet non puo' uscire dalla legge. "Vediamo che succede
- ha dichiarato alla BBC - non credo che questo avra' impatti su internet.
Credo che il tempo mostrera' la verita'".
Contro la legge, invece, oltre al presidente Sezer vi e' quella parte
dell'opinione pubblica che con difficolta' trova le energie per dire la
propria contro questa normativa. Tra di loro gli operatori internet, i
provider ma anche le associazioni di utenti, che hanno da tempo denunciato
inutilmente il gravissimo impatto della legge sullo sviluppo della rete
nonche' sulla liberta' del suo utilizzo. Tutti sperano che la Corte
Costituzionale bocci la legge ma e' un processo lungo, che potrebbe durare
un anno, durante il quale la nuova normativa sara' efficace a tutti gli effetti.