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guerra in congo
Interrogazione a risposta orale
Iovene, De Zulueta. - Al Ministro degli Affari Esteri ? Premesso:
- che il 23 maggio scorso circa 220 italiani sarebbero dovuti partire per
Kisangani, nella Repubblica Democratica del Congo, per partecipare e
sostenere un Simposio Internazionale per la Pace in Africa (SIPA2) invitati
dal "Comité de pilotage" espressione della società civile e delle
confessioni religiose che avrebbe dovuto svolgersi in quella città dal 23
al 26 maggio;
- che il secondo Simposio Internazionale rivestiva un'importanza notevole
perché si situava all'indomani del parziale accordo raggiunto nell'Incontro
per il Dialogo Intracongolese a Sun City, al quale hanno partecipato tutte
le parti coinvolte nel conflitto (sono nove i paesi africani implicati in
questa guerra);
- che il 14 maggio scorso sono avvenuti a Kisangani ulteriori scontri
armati che hanno provocato un numero imprecisato di vittime (almeno 200, in
gran parte civili);
- che la violenta reazione delle Autorità Amministrative ha creato una
situazione tale che ha reso impossibile il Simposio;
- che nella Repubblica Democratica del Congo è in atto "un Olocausto al
rallentatore", secondo l'allarme lanciato il 30 gennaio 2002 dalla ONG
statunitense Refugees International;
- che gli studi epidemiologici svolti da Médecins sans Frontiéres e da
International Rescue Committee nel 2000 e 2001 dimostrano con dati i numeri
di questo "Olocausto": almeno 2,5 milioni di morti (dati confermati
dall'ONU), su una popolazione di poco superiore ai 20 milioni di persone
nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, morti
attribuibili alle conseguenze della guerra tra l'agosto 1998 e l'aprile
2001;
- che negli stessi giorni del Simposio la delegazione italiana, impedita a
partecipare, si è riunita a Roma nella chiesa della comunità congolese per
realizzare in Italia una serie di iniziative di pace per l'Africa e
sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni del nostro paese;
- che le risoluzioni dell'ONU relative alla smilitarizzazione della città
di Kisangani e più in generale di tutto il territorio congolese, sono
tuttora disattese, e le speranze della popolazione civile per una pace
stabile e per l'unità della nazione sono deluse;
considerato
- che è stata scelta Kisangani per lo svolgimento del Simposio
Internazionale per la Pace in Africa perché città martire, dove tutti gli
eserciti si sono scontrati e perché centro delle contraddizioni di tutte le
parti in conflitto;
- che a Moba e a Kalemie, nell'est del paese, il 75% dei bambini muore
prima di avere raggiunto i 2 anni;
- che nello scorso anno, 26 febbraio ? 1 marzo, a Butembo (Nord Kivu) era
stato organizzato il primo Simposio Internazionale per la Pace in Africa
(SIPA 1);
- che la presenza al SIPA 1, ed al SIPA 2, della delegazione italiana era
finalizzata a sostenere la volontà di pace della popolazione, per favorire
il dialogo intercongolese e per sensibilizzare sui problemi africani
l'opinione pubblica italiana;
- che il 25 maggio è stata la giornata che le Nazioni Unite dedicano
all'Africa;
si chiede
- al Governo e, in particolare, al Ministro degli Affari Esteri di riferire
in Parlamento sulla crisi congolese e su quanto il nostro Paese sta facendo
nelle sedi internazionali e comunitarie per la soluzione di questo grave
conflitto.
Sen. Antonio Iovene
Sen. Tana De Zulueta