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Nuove perizie sul caso Giuliani
Fonte: Il Manifesto - 23 aprile 2002
Un proiettile in più
Ricostriti i momenti della morte di Carlo Giuliani
AUGUSTO BOSCHI
GENOVA
E' stato Carlo Torre ad accorgersene: il medico patologo dell'Università di
Torino nominato consulente dalla procura nell'inchiesta sulla morte di
Carlo Giuliani ha indicato la facciata della chiesa di Nostra Signora del
Rimedio e la successiva ispezione dei vigili del fuoco ha trovato un foro
sulla parete, proprio dietro alla grondaia, a circa sei metri di altezza.
Un foro che, a prima vista, potrebbe essere quello provocato dal secondo
colpo di pistola esploso dal carabiniere ausiliario Mario Placanica alle
17.30 del 20 luglio. Il primo colpo, invece, centrò Carlo Giuliani sotto lo
zigomo provocandone la morte. E' questo il risultato più visibile del lungo
sopralluogo effettuato domenica pomeriggio dal pubblico ministero Silvio
Franz durante il quale è stato ricostruito l'episodio che costò la vita al
ragazzo. In piazza Alimonta c'era lo stesso defender sul quale si trovava
il carabiniere e i periti della famiglia Giuliani e del carabiniere
accusato di omicidio. E' toccato a un poliziotto della squadra mobile di
Genova il compito di impersonare Carlo. Il set aveva uno scopo preciso: e
cioè quello di stabilire una volta per tutte la distanza che c'era tra la
jeep dei militari e Carlo: poco meno di due metri, come afferma chi ha
sparato invocando la legittima difesa; oppure almeno tre o quattro metri,
come sostiene la famiglia Giuliani, una distanza dalla quale il ragazzo che
stava raccogliendo l'estintore non poteva costituire una minaccia. Per
questo gli esperti hanno confrontato tutte le foto a loro disposizione con
quelle scattate sul momento per posizionare il defender nel punto esatto
dov'era quando partirono i due colpi. E quindi ne hanno scattate altre
mentre il poliziotto che impersonava Carlo alzava le braccia mimando il
gesto di prendere l'estintore da terra, a diverse distanze per poi fare un
raffronto con le immagini prese mentre la tragedia si stava compiendo. «E'
stata una cosa importante e significativa» ha detto Giuliano Giuliani, il
papà di Carlo, anche lui in piazza con la moglie Heidi, «utilissima perché
ho la convinzione che la collocazione di Carlo qualche metro più indietro a
quanto è stato detto può indurre a valutazioni diverse sulla pericolosità
della minaccia che poteva rappresentare». E mentre gli esperti continuano a
fare foto, Giuliano ci parla di alcuni scatti che giudica molto importanti:
«C'è una foto che mostra Carlo mentre si ferma a raccogliere l'estintore,
lo si vede anche in molti filmati, ben distante dalla camionetta; e poi ce
n'è un'altra che dalla postura di Carlo ci dice che mentre raccoglie
l'estintore guarda verso la camionetta e verso la pistola, impugnata da
tempo. Credo che lui abbia visto la pistola in mano al carabiniere e
volesse disarmarlo per difendere gli altri». Prima che tutto il materiale
fotografico raccolto durante il sopralluogo sia analizzato e raccolto in cd
rom ci vorrà almeno un mese. Quindi il pm Franz dovrà prendere una
decisione tra le tre possibilità che gli si aprono: lasciare il fascicolo
con l'intestazione di omicidio volontario; cambiarlo in eccesso di
legittima difesa o derubricarlo a legittima difesa scagionando così Mario
Placanica.