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Articolo di Riccardo Orioles sul "terrorismo" degli indiani
Fonte: tanto per abbaiare - 15 aprile 2002 - n.122
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Indiani e cow-boys. "Il Presidente degli Stati Uniti ha
annunciato...". Gli stati uniti: il Dakota, l'Illinois, il Delaware...
La maggior parte dei nomi degli Stati Uniti sono i nomi di antiche
tribu' indiane. Che adesso non esistono piu'.
I Delaware erano dei raccoglitori-pescatori che vivevano sulla costa
atlantica; una piccola tribu'. Furono fra i primi a incontrare i
coloni, e dunque fra i primi a estinguersi fino all'ultimo uomo.
Gli Illinois, nella zona dei Laghi, erano cacciatori; il loro incontro
con la civilta' avvenne ai primi dell'Ottocento e il loro ricordo oggi
sopravvive soprattutto nel logo di alcune automobili di lusso - le
Cadillac - cui un generoso ufficio marketing volle dare il nome di un
capo indiano.
I Dakota, infine - North Dakota e South Dakota - erano quelli che al
cinema e nei nostri giochi dell'altro secolo venivano chiamati i Sioux.
Da loro la civilta' occidentale arrivo' abbastanza tardi, quasi a mezzo
Ottocento; avevano avuto tutto il tempo di raccogliere e allevare i
cavalli sfuggiti alle mandrie degli spagnoli e di specializzarsi come
cacciatori a cavallo nella prateria; e di sviluppare un ethos, fra il
cavalleresco e il calabrese, che ne faceva personaggi ideali per i film
d'avventure. Batterono un paio di volte la cavalleria degli Stati Uniti
e poi, non possedendo ne' artiglieria ne' politica, vennero a loro
turno estinti.
Il capo, dal nome impronunciabile (approssimativamente tradotto in
Toro), era l'incarnazione di tutto l'indianesimo e il terrorismo che
popolava gl'incubi dei politici perbene. Non era un terrorismo
inventato: le fattorie isolate - che i coloni, ignoranti o noncuranti
della politica, impiantavano nel mare d'erba nonostante i trattati che
lo vietavano - venivano assalite e bruciate alla prima occasione e i
loro abitatori, uomini donne e bambini, uccisi. I giovani guerrieri
tornavano poi a rifugiarsi nella tribu'; pochi giorni dopo, una colonna
con artiglieria piombava sul villaggio che li aveva accolti (o almeno
su uno simile, che e' lo stesso) e lo radeva al suolo, facendo
attenzione a che non sopravvivesse nemmeno una squaw (matrice di futuri
terroristi) o un papoose, terrorista fra pochi anni.
"L'unico indiano buono e' l'indiano morto": la frase, probabilmente,
non fu mai pronunciata dal generale Sherman; ma effettivamente sopra
gli indiani vivi non si possono innalzare citta' e fabbriche mentre
sopra gl'indiani morti si'.
Le trattative con Toro furono dichiarate impossibili molto a lungo;
alla fine, ci fu un trattato (anzi, due o tre trattati) in seguito al
quale i Dakota consegnarono armi e cavalli mentre a Toro fu data
autorita' e indipendenza sopra alcune baracche, rapidamente invase,
peraltro, alla prima occasione dalla truppa. Toro fu ucciso alla fine
da un indiano civilizzato, uno scout dell'esercito, che gli sparo' dopo
una lite. Aveva avuto il tempo di essere portato in giro - in un
momento "politico" - nel circo del Selvaggio West, che traverso'
l'Europa e gli Stati Uniti, e di essere intervistato da un giornalista.
"Gli uomini bianchi? Eh, ci hanno portato via tutto, non si sono
comportati bene". "E gli indiani? Cosa mi dice degl'indiani?". Il
vecchio capo dette uno sguardo in giro, guardo' quel ragazzo con la
divisa da scout, quella donna col crocefisso al collo, quel vecchio
completamente muto barricato nei suoi pensieri, quel gruppo di bambini
che giocavano vestiti di stracci d'uniforme, e gridando in inglese.
"Indiani? Non ci sono piu' indiani. Io sono l'ultimo".
* * *
Sono stati due i genocidi, almeno due. Uno fu l'Olocausto, scientifico
e concentrato in pochi anni. L'altro, quello d'America, ha richiesto
due secoli - non c'era ancora un Hitler, ne' come tecnologia ne' come
cultura - per andare a buon fine. Entrambi fanno parte di noi, entrambi
c'insegnano qualcosa. Entrambi sono le tentazioni costanti della nostra
parte malata.
Dei due, in questo momento, il piu' pericoloso e attuale e' il secondo.
Spingere indietro, escludere, colonizzare. Avere una fase eroica, di
rischi affrontati insieme, disciplinarsi fermamente, tener testa ai
selvaggi, senza paura. E in premio di questo coraggio, alla fine, una
famigliola felice che tranquillamente semina la terra (adesso sua)
rimuovendo le ossa che affiorano, ultimo involontario lascito di altri
esseri umani. Il genocidio riuscito, insomma.
La nostra bella civilta' - "bella" senza ironia; quasi con tenerezza -
si basa anche su questo. Non rimuoviamo questo fatto. E non
ripetiamolo, soprattutto.