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22/3 Jesi dice no ai mercanti di morte




Mozione sul controllo della vendita delle armi
IL CONSIGLIO COMUNALE DI JESI
PREMESSO CHE:
il Parlamento italiano si appresta discutere un disegno di legge 
d'iniziativa governativa (Atto Camera 1927) in materia di industria della 
difesa; - il progetto prevede la ratifica dell'accordo quadro sottoscritto 
dall'Italia e da altri cinque Paesi europei il 27 luglio 2000 per 
"facilitare la ristrutturazione e le attività dell'industria europea per la 
difesa" ed è stato già licenziato dalle competenti Commissioni della Camera 
dei Deputati in data 30 gennaio 2002; - tale accordo imporrebbe il 
"tempestivo adeguamento della nostra normativa" e, infatti, 12 dei 14 
articoli che compongono il testo proposto sono volti a modificare la legge 
n. 185 del 1990 che disciplina attualmente l'import-export di armi del 
nostro Paese; - la nota più rilevante è costituita dall'introduzione di un 
nuovo tipo di autorizzazione per il commercio delle armi, la "licenza 
globale di progetto", riferita ai programmi intergovernativi o industriali 
congiunti ai quali le imprese partecipano e ai quali non si applicheranno 
più le norme sulle trattative contrattuali, rendendo meno trasparenti e 
controllabili tutte le operazioni.
-       CONSIDERATO che: - le norme sulle attività bancarie relative a 
questo nuovo tipo di "licenza globale" verranno modificate, non essendo più 
notificate al Ministero del Tesoro e da questo autorizzate, e non 
comparendo più nello specifico capitolo dell'annuale Relazione al 
parlamento; - la legge 185/90 faceva tesoro delle indagini della 
magistratura e poneva rigorosi controlli sull'utente finale del sistema 
d'armi veduto, evitando le "triangolazioni" che avevano reso tristemente 
noto nel mondo il "made in Italy" bellico prima del 1990; - in nome della 
"razionalizzazione", della "competitività" e della "identità europea" verrà 
stravolta una legge ritenuta da tutti "severa e rigida" e che ha fatto del 
nostro Paese uno dei più avanzati al mondo per aver provveduto a regolare 
il commercio delle armi nel rispetto dei diritti umani, della promozione 
della pace e della trasparenza (ricordiamo che quella legge fu ottenuta 
grazie all'impegno tenace della Campagna "Contro i mercanti morte" promossa 
dal ACLI, Mani Tese, Missioni oggi, MLAL, Pax Christi); - anche il 
riferimento al "Codice di condotta dell'Unione Europea per le esportazioni 
di armi" (che non è assolutamente vincolante) costringerebbe l'Italia a 
rinunciare alla propria normativa nazionale che in questo verrebbe peggiorata.
IL CONSIGLIO COMUNALE
- valutando paradossale che mentre da un lato si vuole combattere una 
guerra totale contro il terrorismo, dall'altro si allarghino le maglie del 
controllo della vendita di armi con tutti i rischi che ne conseguono; - 
chiede ai membri del parlamento di votare contro questo disegno di legge 
che costituisce un grave passo indietro per la pace e la giustizia; - 
invita i parlamentari eletti nei collegi del Comune di Jesi ad attivarsi 
affinché l'Italia si faccia promotrice, a livello internazionale, di 
un'iniziativa volta a una maggiore severità nel controllo del commercio.