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Meditazione nell’anniversario della morte di Don Oscar Romero
Carissime, carissimi,
la sera del 14 marzo abbiamo celebrato con immensa gioia e commozione la
memoria dell'assassinio di mons. Oscar Romero, icone e "primizia" di tutti
i martiri per la giustizia e la pace. I bei canti salvadoregni, la calorosa
omelia del vescovo Giancarlo Bregantini e l'appassionata meditazione di
Carlos Mesters sul martirio ci hanno dato molta carica. A rendere piu'
attuali tali sfida radicali sono intervenuti subito dopo due "martirii" che
ci hanno profondamente addolorato, ossia gli assassinii del vescovo di Cali
mons Isaias Duarte Cancino, pastore coraggioso impegnato contro la
corruzione e il narcotraffico, e del professor Marco Brogi studioso
impegnato sul fronte del diritto del lavoro. E ancora ci addolorano e ci
sfidano le morti quotidiane in Israele e Palestina in guerra.
E' difficile offrire segni di resurrezione e annunci pasquali in questa
stagione di morti. Cerco comunque di farlo inviando a quante piu' amiche e
amici possibile le parole della meditazione che ci fatto Carlos Mesters
nella celebrazione del 14 marzo (mi dispiace solo di non poterne
trasmettere la passione con la quale ce le ha dette).
A tutti un augurio pasquale di continuare a "resistere" e operare perche'
"cada Babilonia, la grande".
Gianni Novelli
CIPAX - Centro Interconfessionale per la Pace
Via Ostiense, 152 - 00154 Roma - Tel. e Fax 0657287347
cipax@romacivica.net - www.romacivica.net/cipax
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Carlos Mesters
Martirio in America Latina
Meditazione nell’anniversario della morte di Don Oscar Romero
(Roma, 14 marzo 2002)
1. Memoria dei martiri anonimi
Martirio in America Latina. Don Oscar Romero! Testimonio di una vita che si
e' donata totalmente per gli altri, perche' essi potessero avere vita, e
vita in abbondanza. Ventidue anni fa, don Oscar Romero, durante la
celebrazione eucaristica, fu ucciso perche' aveva avuto il coraggio di
denunziare il sistema de morte che governava il suo paese.
Don Oscar Romero e' uno in mezzo a una moltitudine d’uomini e donne che, in
America Latina, ogni giorno, ogni giorno, sono minacciati, perseguitati,
incarcerati, torturati o morti. La memoria de Oscar Romero e' la memoria di
tutti quelli, uomini e donne, che hanno dato o continuano ad immolare la
loro vita per la causa della giustizia e pace, della verita' e fraternita',
per la causa della liberta',. L’Agenda Latinoamericana, pubblicata ogni
anno in varie lingue, cerca di conservare la memoria de tutti questi
martiri, perche' non siano dimenticati; poiche' perdere la memoria dei
martiri e' lo stesso che ucciderli una seconda volta.
Nell’Apocalisse, all'apertura del quinto sigillo, apparvero sotto l'altare
le anime di coloro che erano stati uccisi a causa della parola di Dio e
della testimonianza da loro data. Essi si misero a gridare a gran voce
dicendo: «Fino a quando, o Signore, tu che sei santo e verace, non farai
giustizia vendicando il nostro sangue sugli abitanti della terra?» (Ap
6,9-10). Percio', faccio qui un invito a tutti voi perche' ognuno gridi il
nome di un martire, uomo o donna, bambino o adulto, religioso o laico,
cristiano o non cristiano, che ha donato la sua vita per la causa della
giustizia e la pace. Gridatelo! Gridate i nomi!
2. Lotta silenziosa di resistenza
Persecuzioni a causa della giustizia succedono ogni giorno, tutti i giorni.
I mezzi ufficiali di comunicazione fanno il possibile per diminuire
l’impatto di questo martirio. Sono persino riusciti a fare che questi
avvenimenti terribili se tornino cose comuni, ordinarie, cosi' comuni che
non se ne parla piu'. Non ne fanno piu' menzione. Pero, anche se nessuno ne
parla, il popolo continua a resistere. È la lotta silenziosa di una
resistenza paziente, dolorosa, multiforme.
C’e' la lotta diaria per sopravivere, la lotta per il salario, per avere da
mangiare e non morire di fame, per non perdere l’impiego, per educare i
figli; la lotta per la salute, per migliorare le condizioni della vita, per
mantenere la pace in famiglia, per trasmettere motivi di speranza ai figli,
per vivere in comunita'.
C’e' la lotta silenziosa delle comunita' di base che continuano,
dappertutto, a resistere contro il ruolo compressore dell’ideologia
dominante. Leggendo la Bibbia in comunita', cercano, in una resistenza
quasi senza orizzonte, di mantenere viva la coscienza critica e la
speranza, poiche' la fede gli assicura che vale la pena lottare: il futuro
appartiene alla vita e non alla morte.
È come alla fine del primo secolo, qui a Roma. Era difficile mantenere la
fede qui a Roma in quel tempo. Umanamente parlando, non c’era speranza per
le comunita' cristiane. Tutto il mondo abitato stava chiuso nell’impero
romano. Dice l’Apocalisse: "Quanti non avessero voluto adorare l'immagine
della bestia erano uccisi. Si adoperava, inoltre, che a tutti, piccoli e
grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, fosse impresso sulla loro mano
destra o sulla fronte un marchio, in modo che nessuno potesse comprare o
vendere all'infuori di coloro che portavano il marchio, cioe' il nome della
bestia o il numero del suo nome" (Ap 13,15-17). Nonostante questa
situazione totalmente avversa, le prime comunita' hanno saputo resistere. E
e' Grazie alla loro resistenza, che noi ci troviamo qui a fare la memoria
de don Oscar Romero e di tanti altri martiri.
Oggi, a noi, capita fare lo stesso. In questo nostro mondo, chiuso
nell’impero del sistema neoliberale, quello che dobbiamo fare e' imitare le
prime comunita' e resistere, anche se talvolta ci sembra una resistenza
irrazionale, senza futuro. Per questo motivo invito a tutti per dire, o
meglio, per gridare insieme tre volte: resistere, resistere, resistere!
Gridiamolo!!!
3. La gioia e la speranza dei poveri
Anche se, umanamente parlando, sembra di non esistere un orizzonte di
speranza peri poveri, quello che colpisce a tutti che passano per le
comunita' de base dell’America Latina e' la gioia speranzosa e la speranza
gioiosa che la gente comunica a tutti quanti che entrano in contatto con
loro. Nella loro poverta' hanno una ricchezza umana e evangelica che i
poveri ricchi non riescano a comprare con tutti i loro soldi!
Racconto un fatto molto semplice, come simbolo di quello che succede tutti
o giorni. Lo lego come se fosse una lettura della bibbia.
"Lettura degli Atti dei Cristiani de Itaguaí. In quel tempo, in una
comunita', alcune donne meditavano sul testo del Padre Nostro del Vangelo
di Matteo. Facendo la condivisione della loro esperienza di vita, una donna
diceva: "La mia vicina, quando me vede, mi critica, mi maledice e mi
calunnia, ed io, ogni volta, perdono. Perche' se non perdono, non posso
piu' pregare il Padre Nostro". Un giorno, essa donna vide sangue alla porta
di quella vicina. Domando' al marito il motivo. Quello disse: "La mia
moglie ha messo il piede in un chiodo con ferrugine ed adesso si trova al
letto con tetano e sente dolori terribili". Immediatamente, quella donna
fece un curativo di fango con foglie de banana ed ebbe cura della vicina
durante due settimane. Alla fine, essa se curo'. Una donna che faceva parte
del gruppo biblico domando': "E quella signora continua a te calunniare e
maledire?" Risposta: "Si', continua. Ed io continuo a perdonare!" Parola
del Signore! Rendiamo grazie a Dio!
Qui se rivela un atteggiamento de vita, radicalmente contrario
all’atteggiamento de morte dell’ideologia del sistema neoliberale. È
l’inizio del nuovo cielo e della nuova terra, de che parla il profeta Isaia
e che furono proclamati da Gesu'.
Queste piccole grandi cose che succedono ogni giorno, ogni giorno, in mezzo
alle comunita' dei poveri in America Latina e in tutt’il mondo, sono un
motivo per lodare Iddio. Nella Bibbia, dopo il libro dei Salmi,
l’Apocalisse e' il libro in che piu' se canta e si vibra di gioia a causa
della speranza che la fede ci comunica. Nei capitoli 18 e 19, le comunita'
perseguitate cantano in anticipo la caduta dell’impero romano. Percio',
alla fine di questa meditazione, facciamo lo stesso! Invito a tutti perche'
celebriamo anche noi in anticipo la caduta dell’impero neoliberale. Io
recito alcune frasi tolte dalla celebrazione dell’Apocalisse, e ogni volta
voi ripetete come ritornello la frase: «E' caduta! È caduta! Babilonia, la
grande!" Babilonia e' il simbolo dell’impero romano, dell’impero
neoliberale che oggi minaccia la vita di morte.
"E' caduta! È caduta! Babilonia, la grande!"
"Dal vino provocante della sua fornicazione bevvero tutte le genti; con
essa i re della terra fornicarono, con il lusso sfarzoso di lei
arricchirono i mercanti della terra" (Ap 18,3).
"Uscite da essa, o popolo mio, affinche' non vi associate ai suoi stessi
peccati e non siate colpiti dai suoi stessi flagelli. Che' sono giunti fino
al cielo i peccati di lei; si e' ricordato Dio delle sue iniquita'" (Ap
18,4-5).
"Allora i re della terra che, abbandonandosi ai piaceri, avranno fornicato
con essa, piangeranno e faranno lamento per lei, al contemplare il fumo del
suo incendio" (Ap 18,9).
"E i mercanti della terra piangono e fanno lamento su di lei, perche'
nessuno compra piu' la loro merce: merce d'oro e d'argento, di pietre
preziose e perle, di bisso e di porpora, di seta e di scarlatto; ogni
specie di legno odorifero, ogni specie di oggetti d'avorio, di oggetti di
legno prezioso, di bronzo, ferro e marmo; cinnamomo e spezie; profumi,
mirra e incenso; vino e olio; semola e frumento; bestiame e pecore, cavalli
e cocchi; schiavi e vite umane" (Ap 18,11-13).
"Guai, guai, o citta' grande, tu che vestivi di bisso, di porpora e di
scarlatto, tu che ti ornavi di gioielli d'oro, di pietre preziose e perle;
ecco: in un sol momento e' andata in fumo tanta ricchezza! Si', in un sol
momento s'e' compiuta la sua rovina!" (Ap 18,16-17)
Alla fine di quella celebrazione, l’Apocalisse fa un invito a tutti che
hanno lottato per la Giustizia e la Pace e dice: «Innalzate lodi al nostro
Dio, voi tutti, suoi servi, e voi che lo temete, piccoli e grandi!». E la
voce possente di una folla immensa diceva: «Alleluia! Si', ha inaugurato il
suo regno il Signore Dio nostro, l'Onnipotente! Rallegriamoci ed esultiamo,
rendiamo a lui gloria, che' giunte sono le nozze dell'Agnello e pronta e'
la sua sposa (Ap 19,5-7).
Rallegriamoci anche noi! Come le comunita' dei primi cristiani dobbiamo noi
cantare la nostra speranza e unire la nostra voce alle voci di tutti coloro
che lottano per la Giustizia e la Pace. Un giorno, la vittoria si fara'.
Cantiamo: Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia, alleluia!