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Tutto alla luce del sole. E senza vergogna. Da anni,
all'interno dell'Associazione industrie per l'aerospazio, i sistemi e la
difesa (Aiad), che associa oltre 80 piccole e medie imprese produttrici
di armi) c'è un Gruppo di lavoro incaricato di studiare i mezzi più
efficaci per far abolire dal Parlamento italiano la legge 185/90:
scomoda, odiatissima e definita senza mezzi termini "assurda".
Lo ha scoperto Vita non profit magazine, che nel numero in edicola
fornisce tutti i particolari di questa inquietante vicenda. |
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Esiste una vera e propria lobby, dunque, incaricata di
seguire i lavori parlamentari, fare pressione su deputati e senatori,
incontrare membri del governo per "convincerli"
dell'opportunità di cancellare la normativa che in Italia dal 1990 ha
introdotto severi controlli sull'export di armi. L'Aiad presenta il
Gruppo di lavoro come proprio fiore all'occhiello all'interno della
Relazione d'esercizio 2000, redatta in occasione dell'assemblea ordinaria
dell'Associazione tenutasi il 4 luglio scorso. |
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Ma non è finita. Se gli industriali si muovono, i
parlamentari non stanno fermi. Sentite cosa si può leggere sulla rivista
(datata primavera 1999, quindi all'inizio dell'iter del ddl 1927)
dell'ISTRID-Istituto Ricerche e Informazioni Difesa, di cui fanno parte
parecchi esponenti di Camera e Senato, sempre a proposito della legge
185/90. Si relaziona dei contenuti di un seminario organizzato da Istrid
a dieci anni dalla legge 185 del 1990. Interviene, tra gli altri, l'on.
Giuseppe Zamberletti, più volte ministro e allora alla Commissione esteri
della Camera. Il quale dice testualmente: "Nella legge (185/90 ndr.)
vi sono contraddizioni e norme - introdotte dall'aera parlamentare più
utopistica e massimalista - realmente assurde, come quelle relative a
paesi in via di sviluppo (S). Molte, inoltre, le ambiguità. Il
regolamento è poi semplicemente assurdo". | |