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Sudan: lapidazione per Abok Alfa Akok



LA STAMPA
SILENZIO SULLA GIOVANE CONDANNATA IN SUDAN DUE PESI, DUE LAPIDAZIONI
UNA cristiana diciottenne del Sudan, Abok Alfa Akok, verrà lapidata, dopo un processo-farsa, in base alla legge islamica per essere restata incinta in un rapporto extramatrimoniale. Nell´analogo caso della giovane Safiya, in Nigeria, un sacrosanto movimento d´opinione internazionale ha scosso le coscienze. Nel caso della ragazza sudanese, il silenzio pressoché totale: perché? Dopo la denuncia di Antonio Socci e dello Human Rights Watch che hanno scoperto il caso, il Vaticano ha supplicato l´Onu di mobilitarsi, finora senza risposta: perché? Tace il ministro Stefania Prestigiacomo, che si era mossa meritoriamente per Safiya: perché? Il quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, tratta l´atroce vicenda con un trafiletto nelle pagine interne: perché? Non si hanno notizie di iniziative dei paladini dei diritti umani violati: perché? Nemmeno una femminista ha sentito il bisogno di solidarizzare con la giovane sudanese: perché? I media seguono distrattamente la vicenda: perché? La comunità di Sant´Egidio, in procinto di essere candidata al Nobel per la pace, non ha preso a cuore la sorte della ragazza sudanese: perché? E pensare che il caso della giovane Abok Alfa Akok è solo l´ultimo episodio di una feroce persecuzione subita dai cristiani del Sudan in una delle più raccapriccianti guerre di sterminio, in una delle più angosciose “emergenze umanitarie” degli ultimi decenni. Secondo le stime di Amnesty International la guerra in Sudan ha fatto in meno di vent´anni due milioni di vittime, e quattro milioni e mezzo di persone sono sfollate. Circa 200 mila persone sono tenute in schiavitù nella parte settentrionale del Paese, quella musulmana. Da quando il regime di Numeiri ha preteso di imporre con la forza la legge islamica, la minoranza cristiana (il 16 per cento del totale) e quella animista (il 12 per cento) vengono perseguitate, interi villaggi sono stati bombardati e distrutti e sono state demolite chiese e ospedali cristiani. Anche la giovane sudanese condannata alla lapidazione è cristiana e sul suo capo stanno per abbattersi i fulmini dei custodi fondamentalisti della shari´a, la legge islamica. E se fosse la legittima paura della “guerra di religione” e dello “scontro di civiltà” a indurre l´opinione internazionale a voltare la testa di fronte alle immagini del massacro sudanese? Non sarebbe motivo di vergogna far finta di niente con la scusa di non alimentare conflitti religiosi? Ma il silenzio, talvolta, è un prezzo troppo alto da pagare.



Date: Fri,  8 Mar 2002 11:02:32 +0100
Subject: Fwd: Fw: Appello di solidarietà!
From: "massimotat@libero.it" <massimotat@libero.it>
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----- Original Message -----
From: Mariella Ferrante
To: ale.rova@tiscali.it
Sent: Sunday, February 10, 2002 12:41 PM


Cari amici,
forse possiamo fare qualcosa per salvare questa ragazza dalla barbarie.
Almeno proviamoci!
Vi chiedo solo di perdere 5 minuti del vostro tempo per inviare una e-
mail
oppure telefonare oppure scrivere una lettera o un fax.
Vi chiedo anche di inoltrare questo appello a quante più persone
conoscete. In attach un articolo della Stampa per saperne qualcosa di pi
ù.
Mariella Ferrante

Tratto dall'articolo di ANTONIO SOCCI pubblicato da "Il Giornale" in dat
a 6 febbario 2.002
"Abok Alfa Akok è una ragazza sudanese di diciotto anni. E' stata condan
nata a morte per lapidazione in base alla legge islamica per essere rima
sta incinta con un rapporto extramatrimoniale.
Il suo caso è ancora più sconvolgente e drammatico di quello di Safya Hu
sseini Tungar-
Tudu (la ragazza nigeriana che fece insorgere i media e l'opinione pubbl
ica occidentali).
Infatti, secondo "Human rights watch", ci sarebbe, intanto, il sospetto
che si tratti di un caso di stupro ; secondariamente, che la "sharia" (l
egge islamica) applicata da un tribunale penale ad una cristiana, sarebb
e stata adottata arbitrariamente in quanto l'imputata non è di religione
 islamica; poi , alla ragazza non sarebbe stata fornita adeguata assiste
nza legale in
quanto il processo si sarebbe svolto in lingua araba a lei sconosciuta (
è noto infatti che il nord del Sudan è di etnia araba e religione musulm
ana , mentre il sud , zona di provenienza della nostra , è nero cristian
o ed animista) ; da ultimo , la corte non avrebbe raccolto prove suffici
enti nei
confronti del presunto stupratore"
Ora , pare evidente , che ci troviamo di fronte ad un caso paradigmatico
 di come vengono considerate le persone e quelli che noi chiamiamo dirit
ti inviolabili degli individui (uomini o donne che siano ) in alcuni pae
si.
Per cui l'invito che rivolgo a chi, al di là delle opinioni politiche ch
e ciascuno di noi ha, vuole concorrere a salvare la vita di una ragazza
è quello di scrivere all'ambasciata sudanese a Roma e di farsi parte
iligente presso i propri amici e conoscenti per far sentire la nostra vo
ce e fermare questo ennesimo delitto .


BOZZA DI LETTERA DA INVIARE ALL'AMBASCIATORE DEL SUDAN IN ITALIA .


Indirizzo di posta elettronica :
info@ambasciata-del-sudan.it
fax 06/4404377
fax 06/4403639
tel 06/4402358

Ambasciata del Sudan
via Spallanzani , 24
00161 Roma

Alla cortese attenzione del Signor Ambasciatore
Signor Ambasciatore,
chiedo, per il Suo tramite, che il Presidente della Repubblica del Sudan
voglia concedere la grazia ad Abok Alfa Akok .

Mr. Ambassador,
I ask you, to plead with the President of the Republic of Sudan, for the
life of Abok Alfa Akok .

Monsieur l'Ambassadeur,
je Vous prie de demander au Président de la République du Sudan, de sauv
er
la vie de Abok Alfa Akok .

Grazie ! Thanks ! Merci !




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prof. Mariella Ferrante
Via Guercino, 2 - Milano 20154
tel. 023314770
e-mail: mariella.ferrante@tiscalinet.it
fra Massimo Tatullo Convento "Santa Fara" Via Gen. Bellomo, 94 70124 Bari Recapiti telefonici Italia +393482466480 Albania +3556922541Content-Type: application/msword;name="Due pesi due lapidazioni.doc";
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