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I ricordi di Porto Alegre - la quinta e penultima puntata



Carissimi amici,

eccomi di nuovo per riprendere il racconto portoalegrense
che, però, devo iniziare con un "errata corrige":
Nel dialogo con Iria dell'ultima puntata, ho sbagliato la
trascrizione del nome di regione "Valle di Taquari"
come "Valle di Tapari". Mi scuso con voi e anche con la valle.

Durante il Forum, oltre a tanti discorsi teorici e testimonianze,
abbiamo avuto una possibilità di "provare" come funziona il
bilancio partecipativo.

Si trattava di una "assemblea pubblica mondiale", aperta a
tutti i partecipanti al Forum. Il tema era come "deviare"
le spese militari, quell'immensa ricchezza (di 800 miliardi di
dollari!), prodotta dal lavoro dell'umanità che ora viene
usata da pochi per fare guerre.

All'ingresso della più ampia sala universitaria, oltre ai banchi
per le cuffiette per le traduzioni simultanee, c'erano alcune file
di tavoli per l'iscrizione dove, dando il nome, il cognome e la
residenza, potevi ricevere un fascicolo contenente l'istruzione
per l'uso dell'assemblea, qualche relazione scritto, e una
scheda del voto.
Quest'ultimo, un piccolo foglietto viene usato per indicare i
tre numeri scelti da te dall'elenco delle priorità, i problemi a
cui ritieni giusto destinare il budget militare.

Le priorità già elencate sul foglio dell'istruzione per l'uso
erano i seguenti:
1. l'eliminazione della fame
2. attenzione alle vittime di guerre
3. trattamento dignitoso per i malati dell'Aids
4. lo sradicamento dell'analfabetismo
5. l'eliminazione del lavoro minorile
6. la riconversione dell'industria bellica

A questi venivano aggiunti un'altra decina di proposte che
nel corso dell'assemblea venivano fuori dai partecipanti
della platea. (erano prevalentemente sulle questioni
ambientali, del lavoro ecc.)

Da questa lista, potevi sceglierne tre, specificando l'ordine
della priorità che avresti dato: la prima scelta veniva
contata per 3 punti, la seconda per 2 e la terza per 1
punto, esattamente come fanno nelle assemblee
pubbliche locali per la definizione di un bilancio.

Comunque, prima di votare, abbiamo ascoltato le ragioni
delle priorità proposte, esposte dai relatori - esponenti di
varie organizzazioni quali MSF, Peace March, Croce Rossa,
Oxfam, ecc. - ed le voci della platea che ribadivano
l'importanza delle altre questioni.
Così, prima del voto, potevi avere una idea sufficientemente
chiara su ogni problema della lista per giudicarne la priorità.

Ed i risultati del nostro bilancio partecipativo per la pace
sono i seguenti:
numero dei votanti: 4.495
numero delle urne 5 di cui 2 nell'accampamento giovanile
1- l'eliminazione della fame con 9.550 punti;
2- sradicamento dell'analfabetismo con 3.976 punti;
3- l'eliminazione del lavoro minorile con 2.506 punti;
4- generazione (creazione?) del lavoro e reddito con 2.179 punti.
(la quarta, come vedete, è una delle proposte della platea, che
chiedeva più attenzione anche all'ambiente)

Certo, si tratta soltanto di un gioco, simulato ma stimolante.
Per me è stata un'esperienza soprattutto sorprendente.
L'idea di mettere in discussione la realtà che, anche se
contestiamo, viviamo più o meno rassegnati, è
incredibilmente irreale ma nello stesso tempo così reale.
Dipende tutto dal nostro punto di vista, o meglio da
quanto siamo disponibili ad accettare come stanno le cose.
In quel pomeriggio, seduta in mezzo alla gente variopinta,
mi sono resa conto di quanto io sia inconsciamente
"rassegnata". Ma ragionevolmente pensando, non avrei
alcun motivo di esserlo.

E' come diceva Vandana Shiva, con il suo tono fermo
a volte grave ma anche rasserenante, "...la difesa della vita,
la compassione, l'economia sostenibile, avere cura l'uno
dell'altro ora vengono criminalizzati. E' questo il contesto
in cui stiamo vivendo. Ma non dobbiamo avere paura
perché tutto ciò che dobbiamo fare è celebrare e difendere
la vita, tutta la vita non solo quella umana, la nostra
cultura e la condivisione. Noi ne abbiamo il diritto, il diritto
naturale, che non essendo dato dai governi, non possono
togliercelo."

Come darle torto?

Di Vandana e dell'ambiente, un altro tema chiave del FSM 2,
vorrei soffermare un po' nella prossima - speriamo ultima -
puntata.

Ma prima di salutarvi, devo aggiungere una nota personale.
Ciò che mi ha più colpito di questa assemblea è stata il
comportamento del governatore che faceva da moderatore.
Questo signore, da un'aria di contadino più che di politico,
seguiva i discorsi altrui con una tale attenzione che mi veniva
voglia di invitarlo in Italia per impartire una lezione a tutta
la classe dirigente. Niente chiacchiere con i colleghi né
distrazione con dei giornali, una scena così comune intorno
a noi.
Potrebbe sembrarvi una sciocchezza. Ma non potevo fare
a meno di dirmi: ecco la differenza.
Sono, da tempo, convinta che finché la classe dirigente
- politici, insegnanti, giornalisti, genitori ecc. - non imparino
ad ascoltare, non avremo mai una democrazia degno di questo
nome. Detto così, suona come uno sfogo personale.
Ma, di fatto sta che la democrazia partecipativa è soprattutto
un esercizio d'ascolto, più che un'istituzione nuova diversa
da ciò che conosciamo. Ci conviene ricordarcelo bene.

ciao,
yukari
P.S. Due giorni più tardi, ho avuto la fortuna di capitarmi ad
una cena privata imbandita da Iria dove è venuto anche il
governatore Dutra insieme alla consorte.
Siccome era la sera della chiusura del Forum, il governatore
era così stanco che, prima di venire, aveva chiesto a Iria di
pregare ai giornalisti presenti - io ed altri due ragazzi torinesi
che mi avevano procurato l'intervista a Iria - di astenersi
da fargli "intervista".
Ma è stato ugualmente interessante oltre che piacevole.
Conoscere un uomo politico così estraneo alla superbia sia
comunque una fortuna che, credo, capita a pochi. Se
non conoscevi la sua faccia, in mezzo agli altri venti seduti
al tavolo, non avresti individuato chi era il capo dello
Stato di Rio Grande do Sul. La sua presenza non turbava
affatto la normalità dei rapporti, più o meno sconosciuti
tra di loro.
Al tavolo, Dutra chiamava Coca Cola "l'acqua nera
dell'imperialismo economico" e il vino locale "l'acqua
nera della vita e dell'amicizia".