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Una Campagna per evitare che venga stravolta la legge 185 che consente un
controllo pubblico sul commercio delle armi

In queste ultime settimane è iniziato l'iter parlamentare della legge 1927
che intende "facilitare la ristrutturazione e le attività dell'industria
europea per la difesa" secondo le direttive di un "accordo-quadro"
sottoscritto a Farnborough il 27 luglio 2000 dai ministri della difesa di
Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Svezia.
La normativa in discussione, se approvata, andrà a  modificare la legge
(185/90) che disciplina attualmente il commercio italiano delle armi, con
vari mutamenti che la stravolgeranno completamente.
Il disegno di legge in questione ha esaurito il suo percorso nelle
commissioni Esteri e Difesa, riunite congiuntamente, ed è stato approvato a
larghissima maggioranza. Prossimamente giungerà all'esame dell'assemblea di
Montecitorio per la sua approvazione definitiva.
Il disegno di legge riprende un precedente progetto già presentato dal
governo di centro-sinistra e, nelle commissioni che lo hanno discusso, ha
avuto il voto favorevole di DS e Margherita

La modifica principale consiste nell'introduzione di un nuovo tipo di
autorizzazione alle esportazioni di armamenti, la cosiddetta "autorizzazione
globale di progetto".
Per quanto si inserisca nell'ottica dell'integrazione dell'industria europea
degli armamenti, gli emendamenti introdotti avranno conseguenze sulla
trasparenza e il controllo del commercio delle armi.
Il risultato sarà che una parte significativa delle esportazioni di
materiale di armamento semplicemente scomparirà dalle possibilità di
controllo degli organi parlamentari, della stampa e dell'opinione pubblica.

In sintesi non saranno applicabili i tratti salienti della nostra normativa:
procedure autorizzatorie, controlli contro le triangolazioni, i controli
bancari, né sui pezzi e componenti, né sul prodotto finito, i divieti di
esportare a paesi instabili o aggressivi (nel caso in cui il materiale sia
assemblato nel paese con cui si coproduce), trasparenza e controllo del
parlamento e dell'opinione pubblica.

Al momento del rilascio dell'autorizzazione il governo (con le stesse
eccezioni) si esprimerà ed applicherà i principi ed i divieti della legge
solo sulla destinazione intermedia (ovvero il paese con cui si coproduce), e
non sulla destinazione finale. La relazione annuale del governo al
parlamento, ovviamente, non riporterà valori e destinazione finale dei
materiali che ricadono all'interno dell'autorizzazione globale.

La legge 185/90 è stata una grande conquista civile voluta dalle
associazioni pacifiste e di solidarietà internazionale. Consente di bloccare
le esportazioni di armi verso nazioni che violano i diritti umani o che
fanno guerra; consente inoltre un controllo parlamentare e una verifica
della destinazione finale delle armi inviate, evitando "triangolazioni". Nel
corso degli anni attraverso norme applicative sempre più lassiste il potere
di controllo della legge è stato ammorbidito per far piacere ai mercanti di
armi.

Per questi motivi stiamo promuovendo questa campagna di informazione
pubblica che  metta i parlamentari italiani di fronte alle loro gravi
responsabilità nel caso passassero le modifiche alla legge che i mercanti di
armi da anni chiedevano.
Siamo di fronte all'ennesima conferma della necessità di unire le forze e di
indire una mobilitazione.

Uniamo subito tutte le realtà impegnate per la pace e la difesa dei diritti
umani: associazioni, giornali, radio, gruppi missionari, donne e uomini di
buona volontà: non c'è tempo da perdere!

La Rete di Lilliput insieme al settimanale Vita e Peacelink promuovono
questa Campagna.
Altre realtà come Lunaria, Amnesty, Nigrizia, missione Oggi, Mosaico di
Pace, Unimondo si stanno fortemente impegnando sullo stesso problema

Sul sito Lilliput (www.retelilliput.org ) e sui siti www.vita.it e
www.peacelink.it trovate tutta la documentazione necessaria per saperne di
più (il progeto di legge, i verbali delle discussioni in commissione, un
commento da parte dei ricercatori di IRES e indirizzi e-mail dei
parlamentari ai quali spedire lettera di protesta).

In vista della discussione parlamentare stiamo preparando un testo
contenente alcuni emendamenti che chiederemo ai deputati di approvare. Nel
frattempo cominciate a organizzarvi cercando i recapiti dei parlamentari
della vostra zona, coinvolgendo il maggior numero di persone su questo tema
e magari facendo arrivare un comunicato ai giornali locali , sotto forma di
lettera aperta al deputato di collegio in modo che sia più semplice farselo
pubblicare

saluti a tutti valeri magnani



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