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lettera della madre di Carlo Giuliani
riceviamo da Bruno Antonio in cerchiodiG8
Alberta e' la madre del ragazzo ucciso in una rissa la notte di capodanno
nei vicoli genovesi.
I nostri figli uccisi in nome del dio profitto
Da Adelaide Gaggio, madre di Carlo Giuliani, riceviamo e volentieri
pubblichiamo
Cara Alberta,
noi non ci conosciamo, ma su Repubblica di venerdì scorso ci hanno messo
insieme. Ne avremmo fatto volentieri a meno tu ed io, lo so. Ci hanno messo
insieme perché qualcuno ha ammazzato i nostri figli. Ho subito pensato: il
dolore è lo stesso, la causa no. La morte di Giacomo è un terribile
incidente, ho pensato: l'ha ucciso un disgraziato, un emarginato, uno che è
stato strappato alle sue radici, alla sua terra, uno che prima di diventare
assassino è stato vittima.
La morte di Carlo è una morte annunciata: non riuscirò mai a perdonarmi di
non averlo capito prima, di non aver capito che nella nostra città si stava
preparando quello che poi è accaduto, da piazza Manin a via Tolemaide, da
piazza Alimonda alla Diaz, dalla Foce a Bolzaneto.
La notte però noi sappiamo che cosa vuol dire notte, quando gli altri
dormono, quando non siamo costrette a fingere una forza che non abbiamo,
che ci viene esclusivamente dall'amore dei e per i nostri figli la notte,
dicevo, mi sono resa conto del mio errore. Sì: chi ha armato la mano
dell'uomo che ha sparato a Carlo, chi ha permesso o addirittura istruito le
devastazioni nella nostra città per "giustificare" le violenze, i soprusi,
l'assassinio nei giorni di luglio, è lo stesso che, in nome del profitto e
del potere, vuole popoli ridotti alla fame e alla miseria, costretti a
emigrare; altri parimente incolti e acritici, incapaci di gestire
autonomamente il proprio benessere.
Non ti conosco, Alberta; ti sono vicina. Ho imparato in questi mesi che la
vicinanza della gente fa bene. Perché c'è tanta brava gente, ci sono tanti
ragazzi meravigliosi per cui vale le pena tenere duro.
Non sono credente ma penso che per loro, come insegnava Gesù Cristo,
dovremmo cominciare a cacciare i mercanti dal tempio, dalla nostra vita,
dal nostro mondo, prima che sia troppo tardi per tutti.
Ti abbraccio.
La mamma di Carlo