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Al Torino Filmfestival il racconto dei giorni del G8. Un documento di Rai Due mai trasmesso




Fonte: www.redattoresociale.it

Al Torino Filmfestival il racconto dei giorni del G8. Un documento di Rai 
Due mai trasmesso

23/11/2001 11.43.00
TORINO - Molto di Genova al Torino Filmfestival. Tre documentari con 
diverse angolature hanno provato a ricostruire i giorni delle 
manifestazioni contro il G8, offrendo chiavi interpretative, spunti di 
riflessione politica, possibilità di approfondimento. Un taglio 
documentaristico e di testimonianza è contenuto nelle immagini montate da 
Marco Giusti, Sal Mineo (pseudonimo sotto il quale pare celarsi lo stesso 
direttore di Rai Due Carlo Freccero) e Roberto Torelli. Un documento curato 
da una struttura di Rai Due, che doveva essere trasmesso nei giorni 
immediatamente successivi ai fatti, ma in realtà censurato e che 
probabilmente non passerà mai sui canali della Rai. Con il tempo gli autori 
hanno aggiunto materiale, incorporando immagini di media indipendenti come 
Indy Media e Radio Sherwood fino ad arrivare alla lunghezza di quasi due 
ore. Una ricostruzione ora per ora di quanto successo per le vie della 
città, dei movimenti delle forze dell’ordine, dei manifestanti, dei black 
bloc. Nessun commento, solo musica e i suoni, i rumori, le urla che ben 
ricorda chi in quei giorni era là. Un atto di denuncia non gridato, 
lasciato alla forze delle immagini e non a quella delle interpretazioni, 
capace di mantenere ancora vivi i tanti interrogativi senza risposta, sulle 
scelte di intervento delle forze dell’ordine, sulle perquisizioni alla 
scuola Diaz, sulle percosse a manifestanti pacifici, sulla mancanza di 
controllo nei confronti dei violenti. E una richiesta di verità è stata 
posta anche da Giuliano Giuliani, padre di Carlo, presente alla prima 
proiezione del video: “Una verità da costruire insieme, senza 
criminalizzazioni generali per forze dell’ordine o manifestanti, ma che 
sappia riconoscere errori e responsabilità”. Una testimonianza dignitosa e 
forte che ha sollevato commozione tra i numerosi spettatori. Mancano dal 
documentario i contenuti della protesta che si perdono dietro alla 
ricostruzione della cronaca degli scontri, ma forse, ed è un peccato, a 
Genova è proprio andata così... Completamente di altro taglio il 
cortometraggio di Armando Ceste intitolato “Erri De Luca. Dopo Genova”. 
Accanto alle immagini di Indy media, la voce e il volto magro e rugoso 
dello scrittore che legge le sue filastrocche nate dall’ “amaraviglia”, 
l’amara meraviglia per quanto stava succedendo in quei giorni nel capoluogo 
ligure. Sono brevi componimenti usciti in quei gironi su “il manifesto”, 
velati di un’ironia triste e non rassegnata che con lo strumento della 
poesia e della parola, hanno offerto un nuovo sguardo, personale e insieme 
vero. Nel presentare il lavoro, Erri De Luca e Ceste si sono soffermati 
sulla guerra in Afghanistan. In particolare il regista ha ricordato le 
similitudini di questi avvenimenti (la violenza delle forze dell’ordine, la 
guerra in atto), con la situazione di due anni fa, dove a Torino, in 
seguito alle manifestazioni contro il bombardamento della Serbia, la 
polizia aveva caricato un corteo e devastato la sede del centro sociale 
Askatasuna. Fatti che anche allora furono documentati dalla telecamera di 
Ceste. Il terzo lavoro si intitola “Speciale G8” ed è firmato da Giulio 
Graglia, regista Rai presente a Genova. Un documentario che si proponeva di 
raccogliere le voci e i contenuti della protesta con interviste a numerosi 
manifestanti, oltre che a politici e intellettuali quali Bertinotti, Franca 
Rame, Grazia Francescato, Andrea Gallo, Marco Revelli... Un lavoro ampio e 
“di quantità”, che non è però riuscito a mettere a fuoco anime, posizioni, 
profondità e articolazioni di quanto si stava muovendo in quei gironi a 
Genova, tanto che la fine della proiezione è stata accolta in sala da 
alcune grida di disapprovazione e protesta. (gm)