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Gli storici dell'ambiente sulla sentenza di Porto Marghera




PORTO MARGHERA. DICHIARAZIONE COMUNE DEGLI STORICI ITALIANI DELL'AMBIENTE
SULLA SENTENZA DEL PROCESSO ALLA MONTEDISON PER I FATTI DEL PETROLCHIMICO

7 novembre 2001



Noi, storici italiani dell'ambiente, dichiariamo il nostro incredulo
sgomento nell'apprendere la notizia dell'assoluzione di tutti gli imputati
al processo per il Petrolchimico di Porto Marghera.

Una sentenza, le cui motivazioni sono state in parte già anticipate a voce
dai giudici, che ignora l'ampia messe di testimonianze prodotte, lascia
prive di giustizia le centinaia di vittime e i loro familiari e lancia al
Paese due messaggi forti e inequivocabili: "in assenza di leggi adeguate, a
chiunque è consentito fare liberamente strame della natura e della salute
dei cittadini; inoltre, il diritto di proprietà e la libertà d'impresa sono
prioritari rispetto a qualsiasi altro tipo di diritto e di libertà". Due
messaggi che confermano lo scivolamento nella barbarie economicistica di cui
l'Occidente è preda e dei quali oggi, francamente, non sentivamo alcuna
necessità.

Una sentenza che vorrebbe soprattutto cancellare da un lato la coraggiosa,
civica e straordinaria lotta di chi in questi dieci anni si è battuto perché
crimini e tragedie come quelle del Petrolchimico in Italia non si
verificassero mai più e dall'altro il tenace e intelligente sforzo di verità
messo in campo dai parenti delle vittime, dall'associazionismo, dai
giornalisti, dai tecnici, dai giudici stessi.

Ma tutto questo non potrà essere cancellato.

Siamo infatti sicuri che chi si è battuto per avere giustizia per sé e leggi
più avanzate per tutti continuerà a farlo e riuscirà a ribaltare questo
verdetto.

Ma siamo ancor più sicuri che lo straordinario sforzo di conoscenza e di
studio dispiegatosi attorno al caso del Petrolchimico a partire dall'impegno
isolato e coraggioso di Gabriele Bortolozzo e giungendo al puntiglioso scavo
condotto dal giudice Casson non andrà perduto. Da storici dell'ambiente
pensiamo che questo sforzo conoscitivo costituisca già oggi un tassello
fondamentale della storiografia della devastazione dell'ambiente e della
salute operaia e collettiva del nostro paese, dell'eterno e colpevole
ritardo giuridico nazionale, della rapace irresponsabilità del mondo
imprenditoriale e dei suoi alleati anche istituzionali, del coraggio civico
dei movimenti e dei singoli cittadini.





Di questo, di tutto questo, e non delle glorie e dell'innocenza della
Montedison, si continuerà a discutere tra venti, trenta, cinquanta anni in
un Paese, vogliamo continuare a sperare, dove le leggi, le istituzioni e
l'imprenditoria saranno migliori di quelle che abbiamo conosciuto sinora e
che continuiamo a sperimentare giorno dopo giorno.

Piero Bevilacqua
Professore ordinario di Storia Contemporanea, Università di Roma "La
Sapienza"

Giorgio Nebbia
Professore emerito di Merceologia, Università di Bari

Franco Pedrotti
Direttore della Scuola di specializzazione in gestione dell'ambiente
naturale e delle aree naturali protette, Università di Camerino

Marco Armiero
Isem-Cnr, Napoli

Lorenzo Arnone Sipari
Alvito

Gabriella Corona
Isem-Cnr, Napoli

Edgar Meyer
Segretario di Stoà - Associazione per la storia e gli studi sull'ambiente,
Milano

Luigi Piccioni
Ricercatore di Storia Economica, Università della Calabria

Pier Paolo Poggio
Fondazione Micheletti, Brescia

Tiziano Raffaelli
Professore associato di Storia del Pensiero Economico, Università di
Cagliari

Sergio Raimondo
Università di Roma "La Sapienza"

James Sievert
Aesch (Ch)