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L'Italia è in guerra. Io no.



Propongo di scrivere in tanti, in forma personale, al Presidente della
Repubblica on. Carlo Azeglio Ciampi (Palazzo del Quirinale, 00186 Roma; con
francobollo da 800 lire, perché non c'è più la franchigia: oppure
presidenza.repubblica@quirinale.it, con firma completa di indirizzo
stradale, altrimenti il messaggio viene respinto) questa lettera, che
io ho già spedita:


Signor Presidente della Repubblica,
come Le anticipai già il 13 settembre, oggi che l'Italia si dichiara in
guerra, io non sono con questa Italia.
Non è lecito a me cittadino obbedire a questa decisione che non produce
giustizia e sicurezza, ma vendetta indiscriminata e maggiore pericolo.
La guerra non realizza la giusta solidarietà alle vittime dell'11 settembre,
ma causa tante nuove vittime innocenti, nuovi immensi dolori e prolunga la
dannata catena di odio e vendetta.
Il governo non sa vedere le alternative giuste e sagge alla guerra, e cade
nella trappola della violenza.
La guerra, lungi dallo stroncarlo, imita e favorisce il terrorismo.
E' mio primario dovere umano e civile dissociarmi ed oppormi, in tutti i
modi nonviolenti possibili, a questa decisione immorale, illegittima e
folle.
Questa protesta è un nuovo appello fiducioso a Lei in quanto primo
garante della nostra Costituzione giusta e pacifica che obbliga l'Italia,
cioè noi tutti, a "ripudiare la guerra (...) come mezzo di risoluzione
delle controversie internazionali".
Enrico Peyretti
peyretti@tiscalinet.it
enrico.peyretti@tin.it