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il nostro 4 novembre



Il nostro 4 novembre

Noi pacifisti siamo i migliori amici dei soldati. Se nella storia ci 
fossero stati più pacifisti, tanti soldati non sarebbero stati mandati 
inutilmente al massacro. I soldati nella storia sono stati sacrificati per 
le ambizioni di potere e per i profitti dei mercanti di armi. Oggi questa 
verità - che tutti i libri di storia documentano - va detta anche dal palco 
delle celebrazioni: il 4 novembre sia data voce alla cultura della pace e 
della vita. Basta con le rievocazioni retoriche che tanto piacevano a 
D'Annunzio: si leggano le poesie di Ungaretti. Basta con vuoti discorsi 
sulla prima guerra mondiale: si leggano le lettere dal fronte dei soldati 
che condannavano la guerra e mandavano maledizioni al re.
Non fu infatti per amor di patria che si mandarono al fronte milioni di 
giovani: 650 mila morirono, un milione furono i mutilati e i feriti. Non fu 
per liberare Trento e Trieste che si combattè nel 1915-18: l'Austria aveva 
promesso Trento e Trieste all'Italia in cambio della neutralità, come 
scrisse il liberale Giolitti. L'inutile strage (come la definì allora il 
Papa) fu fatta per sete di colonie tanto che quando non furono ottenute si 
parlò di "vittoria mutilata". L'inutile strage arricchì i mercanti di armi 
e gli speculatori. Una tangentopoli militare venne costruita sulla pelle 
dei soldati: una tangentopoli su cui stava per fare luce una commissione 
parlamentare d'inchiesta e che fu subito archiviata con l'avvento del 
fascismo nel 1922.

Soldati che celebrate il 4 novembre: avete in noi pacifisti i migliori 
alleati.
Noi non vi avremmo mai chiesto di andare a morire per le manie di grandezza 
del re e per i profitti di guerra della Fiat. Noi avremmo promosso l'unità 
nazionale senza farvi sparare un colpo (del resto la Costituzione oggi non 
consentirebbe di far guerra per una controversia territoriale)  e senza 
gettare l'Italia in una crisi da cui sarebbe nato il fascismo.

Chiediamo alle autorità che il 4 di novembre si ricordi i valore supremo 
della pace e si ripudi la guerra, così come l'articolo 11 della 
Costituzione sancisce. Soldati, amate la Patria ma non fatevi più 
imbrogliare da chi nella storia l'ha disonorata mandandovi a morire non per 
patriottismo ma per interessi personali e di potere.

Soldati, memori della storia non fatevi trascinare oggi in un nuovo 
Vietnam: ricordatevi che il nemico in passato a volte a marciato alla 
vostra testa.

Il 4 novembre si abbassino le armi e si chieda lo stop ai bombardamenti. Lo 
chiede la maggioranza dell'opinione pubblica europea e italiana, 
sosteniamolo tutti insieme in nome di una civiltà che sia di giustizia e 
non di vendetta, di pace e non di morte. Stop all'inutile strage, oggi come 
86 anni fa. Che democrazia sarebbe quella che non rappresentasse la volontà 
di pace del popolo italiano e della sua Costituzione? Che dignità avrebbe 
una politica machiavellicamente scissa dalla morale?

"La vera politica non può fare alcun progresso se prima non ha reso omaggio 
alla morale" (Kant).

La lotta al terrorismo e alla barbarie sia fatta con gli strumenti della 
civiltà e della giustizia e non con una guerra che - uccidendo bambini e 
gente poverissima - fa a gara con la barbarie che vogliamo combattere.

Soldati, in nome del vostro giuramento di fedeltà alla Costituzione, 
disobbedite a chi vi chiedesse di calpestarla. Ieri, oggi, domani: 
ripudiamo la guerra!

Alessandro Marescotti
presidente di PeaceLink


-- Per altre informazioni http://www.peacelink.it/dossier/4novembre/4nov.pdf