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L'assemblea dell'Onu dei popoli



Articolo di CHIARA SCARAGGI - LAURA STROLIN


4°ASSEMBLEA DELL’ONU DEI POPOLI: PER UN MONDO DI MONDI


Ascoltate la voce del Sud, perché qui a Perugia finalmente gli esclusi 
riprendono la parola e riscoprono il contenuto ricco e multiforme di una 
costruzione democratica ma soprattutto coinvolta, partecipata. Gli echi 
arrivano dalle zone della Terra dove meno riescono ad affiorare i diritti 
fondamentali e dove meno riesce ad affermarsi il potere popolare. 
Afghanistan, Birmania, Burundi, Colombia, Guatemala, Kurdistan, Palestina, 
Sri Lanka… sono voci inquiete, ora più pacate perché abituate al disagio di 
trovarsi in un mondo squilibrato, ora invece cariche e arrabbiate perché da 
troppo tempo escluse e illuse dalla comunità internazionale rappresentata 
dall’ONU. La stessa comunità internazionale che si interroga sui trattati e 
sui mezzi operativi, ma che appena tenta di agire viene domata dai mastini 
di guardia all’economia (FMI, BM, OMC), la quale si propone come motore ed 
interesse quasi esclusivo della nostra politica mondiale.
Le strategie di resistenza a questo sistema prepotente e assolutizzante, 
che tutto vuole conquistare, dalle risorse materiali alle risorse umane, si 
giocano sul piano dell’alternativa a questo fluire “controverso” degli 
avvenimenti.
L’Assemblea dell’ONU dei Popoli, che fa emergere le esigenze vere e urgenti 
della società che si impegna per l’altro e per la Terra, propone 
sostanzialmente di costituzionalizzare, democratizzare ed umanizzare 
l’ordine mondiale, servendosi di mezzi fedeli al diritto internazionale, 
che si riserva di considerare tutti gli esseri umani nati ugualmente liberi 
in dignità.
Queste garanzie devono essere affidate ad un organo di global governance 
forte e competente, in modo che non spetti più al mercato, terribile “mano 
invisibile” negli eventi storici, la decisione che bambini, donne e uomini 
siano sfruttati o no, che la Terra debba sopportare un saccheggio di tale 
gravità o no, che bombe tonanti cadano sul disastro o no. Questo era un 
sistema già fragile e ora che la guerra è uscita allo scoperto, si trova in 
seria crisi…
Cosa fare? Le risposte sono sostenute dalla forza e dalla verità di tutti 
gli ospiti internazionali venuti qui. Qualcuno dice che sono idee e 
proposte confuse, ma sono risposte che si dà che si è interrogato, chi ha 
voluto capire il perché. Sforzarsi di trovare il filo di questo groviglio è 
sicuramente un passo avanti rispetto alle eccessive e rischiose certezze di 
chi non si preoccupa di comprendere i meccanismi in cui vive o, peggio 
ancora, decide di ignorarli, lasciandosi trascinare da imponenti nonché 
appariscenti figure politico-economiche. Molti e giusti sono stati a tal 
proposito gli appelli lanciati alla società civile e ai governi mondiali 
(con particolare insistenza a quelli europei), responsabili di fin troppo 
cieca fiducia e fin troppo acritica adesione alle politiche deL paese che 
dirige di fatto il nostro pianeta.
Ormai gli alibi sono finiti, del tutto privi di senso, e esistono gli 
strumenti necessari per agire con successo… perfino la volontà di farlo sta 
rafforzandosi, sospinta dalle idee e dalla coscienza di una società civile 
quanto mai combattiva, che parla con entusiasmo e convinzione, in tutte le 
lingue possibili, di pace, speranza, solidarietà e giustizia… beni comuni 
da globalizzare in quell’ALTRO mondo che il nostro deve al più presto 
diventare.