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La nonviolenza e' in cammino. 255
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO
Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 255 dell'11 ottobre 2001
Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini, al segretario generale dell'Onu
2. Hildegard Goss Mayr, dal 6 agosto 1945...
3. Enrico Euli, per la formazione alla nonviolenza
4. Gerard Lutte: vincere la paura, pensare con la propria testa e prendere
la parola
5. Marco Servettini, la forza della verita' contro ogni violenza
6. Vincenzo Passerini: i bombardamenti sono vendetta, non giustizia
7. Gavci, obiettori e finanziaria
8. Silvano Tartarini, prime adesioni all'incontro dei movimenti nonviolenti
a Perugia il 12 ottobre
9. I GAN, gruppi d'affinita' per l'azione nonviolenta
10. Il giornale di Emergency del 10 ottobre
11. Vandana Shiva, la diversita'
12. Letture: AA. VV., Don Primo Mazzolari
13. Letture: Daniele Archibugi, David Beetham, Diritti umani e democrazia
cosmopolitica
14. Letture: Danilo Zolo, Chi dice umanita'
15. Per studiare la globalizzazione: da Marco Siino a Andrej Sinjavskij
16. La "Carta" del Movimento Nonviolento
17. Per saperne di piu'
1. LETTERE. PEPPE SINI: AL SEGRETARIO GENERALE DELL'ONU
Egregio dottor Kofi Annan,
quattro operatori umanitari dell'ONU in Afghanistan sono stati assassinati.
Esprimiamo a lei come rappresentante massimo dell'ONU le nostre sentite
condoglianze.
Occorre che l'ONU intervenga per assicurare alla giustizia gli assassini, i
mandanti e i complici di questo crimine.
Le chiediamo di adoperarsi affinche' l'ONU intervenga nel rispetto del
diritto internazionale, e non bombardando il paese in cui vivono gli
esecutori e i mandanti di questo crimine. Ogni strage e' un crimine, e nuove
vittime non fanno tornare in vita le vittime precedenti, amplificano
soltanto l'orrore.
Le esprimiamo altresi' il nostro dolore e raccapriccio per il fatto che tra
i complici di questa strage ci sia anche la sua autorevole persona che a
quei bombardamenti stragisti palesemente illegali e criminali non si e'
opposta, ed anzi nei giorni scorsi ha espresso un insensato consenso di
fatto. Un insensato consenso che ora tragicamente macchia di sangue anche le
sue mani, del sangue di personale della sua organizzazione che in lei doveva
avere un punto di riferimento e un garante.
Cessi la guerra. E si torni alla civilta' giuridica, al rispetto del diritto
internazionale, al senso di umanita', alla difesa di ogni vita umana,
all'impegno civile contro ogni terrorismo.
Con dolore e amarezza infiniti.
2. MAESTRE. HILDEGARD GOSS MAYR: DAL 6 AGOSTO 1945...
[Da Gerard Houver, Jean e Hildegard Goss: la nonviolenza e' vita,
Cittadella, Assisi 1984, p. 120]
Dal 6 agosto 1945 la liberta' degli uomini e' cambiata. Ognuno di noi, lo
voglia o no, e' diventato responsabile dell'uomo. E' responsabile non solo
di se stesso, ma del genere umano.
3. PROPOSTE. ENRICO EULI: PER LA FORMAZIONE ALLA NONVIOLENZA
[Enrico Euli e' formatore alla nonviolenza. per contatti:
casadialex@tiscalinet.it]
Dopo la lettera-appello per una form/azione nonviolenta del 28 agosto scorso
sono avvenute molte cose (fatti dell'11 settembre inclusi).
Da un lato si e' finalmente avviato, seppure lentamente, un confronto tra
tutti i nonviolenti su come porsi, collaborare, coordinarsi, formarsi,
agire.
Per e-mail e sui siti in rete, attraverso incontri diretti, nelle assemblee
del movimento (in particolare lillipuziano) cresce la consapevolezza di una
nostra inadeguatezza culturale e politica ed inizia ad emergere un'esigenza
urgente e forte di nonviolenza vera, convincente, organizzata.
Da un altro lato, queste istanze di rinnovamento e di lotta si devono
confrontare oggi con processi internazionali devastanti e terribili, con
una obsolescenza di tutte le teorie e le pratiche politiche di un passato
che pero' stenta a farsi passato ed anzi si ripropone con tutta la sua
triste ed automatica potenza. Questo vale sia per i riflessi pavloviani
dell'Occidente in armi, sia anche -purtroppo- per le modalita'
vetero-sinistre che il movimento appare intenzionato a ripetere
coattivamente.
Alla violenza organizzata e diretta di alcune frange, sperimentata
ampiamente a Genova, si accompagna oggi quella strutturale e culturale
tipica delle grandi organizzazioni politiche e partitiche, alla ricerca di
un autunno caldo che non attende niente e nessuno e/o di una unita' retorica
e di facciata che chiama a raccolta tutti i pacifisti, indipendentemente dai
comportamenti concretamente agiti in Parlamento e nella societa'.
Per arricchire e proseguire ulteriormente le nostre conversazioni voglio
ancora una volta insistere sulla necessita' di coniugare strettamente
formazione e azione.
Le proposte che seguono tenteranno di realizzare questo obiettivo.
1. Form/azioni di dierwzione-asserzione
Non credo che al momento esistano le possibilita' di fermare questa guerra e
di spostare l'opinione pubblica verso una posizione pacifista. Siamo una
minoranza, ma e' importante ricordare che anche chi prepara le guerre e le
sostiene coscientemente e' una minoranza. Il problema e' la gran massa delle
persone silenti e consenzienti, che preferiscono credersi impotenti e
delegano ad altri il loro destino; spesso lo fanno per paura, per comodita',
spesso anche perche' non conoscono alternative.
Il primo obiettivo form/attivo potra' essere quindi quello di fornire
opportunita' a tutti quelli che possono e vogliono provare a smarcarsi dalla
violenza e dalla guerra.
Elaborare una proposta di form/azione che aiuti le persone a elaborare le
loro paure, a superare il senso di impotenza, ad assumersi le loro
responsabilita', ad attivarsi in azioni politiche dirette.
Un'azione possibile: che ogni persona coinvolta in rete scriva una sua
lettera contro la guerra ad un giornale locale e, se non gliela pubblica,
vada a protestare con altri davanti alla sua sede, chiedendo l'apertura di
un dibattito pubblico sulla testata.
2. Form/azioni di distinzione-mediazione
Riemerge sia all'interno del "movimento dei movimenti", sia nei suoi
rapporti con alleati ed avversari, la questione di fondo di un approccio
nonviolento alle differenze e ai conflitti.
Quando qualcuno dice che e' necessario "ridare voce alla politica" tende a
rimuovere il fatto che le nostre culture politiche tradizionali (anche nelle
loro forme piu' evolute) stanno alla fonte di questa guerra, ne
costituiscono le premesse e la guidano.
Pensiamo alla Carta dell'ONU, a cui in tanti fanno riferimento, soprattutto
all'interno del cosiddetto "pacifismo giuridico", e al concetto di "uso
legittimo della forza" che in essa si configura.
Pensiamo ai Trattati dell'Unione Europea che chiudono le frontiere agli
stranieri e vanno a reclamare un esercito continentale.
Pensiamo ai documenti delle Chiese che, in sostanza, giustificano la guerra
in varie circostanze d'eccezione, talmente varie da aprirle quasi sempre la
strada.
Un secondo obiettivo form/attivo potra' essere quello di far crescere la
capacita' di fare ed accogliere distinzioni, di esprimere al massimo
possibile differenze e contrasti, di imparare a gestire positivamente i
conflitti.
Un'azione possibile: girare per la citta' abbigliati con qualcosa che non
permetta a noi e agli altri di dimenticare questa guerra e di esprimere
vicinanza alle sue vittime (una papalina, una kefiah, un turbante...?).
3. Form/azioni di relazione -connessione
Quel che manca e' infine una form/azione alla complessita', capace cioe' di
mettere in relazione idee, problemi, persone, azioni.
Una form/azione che insista a ragionare sui nessi tra pace e giustizia, tra
ambiente e sviluppo, tra economia ed ecologia, tra mente e natura.
E che alleni le persone a coordinarsi in vista di azioni dirette nonviolente
collettive, organizzate ed efficaci, visibili e creative.
Una scelta form/attiva che tenga insieme teorie e pratiche, culture e
tecniche della nonviolenza in senso ampio, transcontestuale.
Un lavoro che connetta la ricerca accademica e scientifica con le
metodologie di azione politica e sociale. Il processo appena avviato dai GAN
(Gruppi d'affinita' per l'azione nonviolenta) va in questa direzione.
Una possibile proposta: organizzare delle azioni dirette coordinate in
occasione del "No buy day" (Giornata del non acquisto) il prossimo 24
novembre.
E' una ulteriore base di riflessione per chiunque voglia provarci.
Proseguiamo a dialogare a distanza.
Ma sarebbe importante, a questo punto, provare anche a darsi un primo
appuntamento di incontro tra formatori e ricercatori nonviolenti, piu' a
breve possibile. Che ne pensate del 22 ottobre a Torino, il giorno
successivo al convegno su Lanza del Vasto?
Attendo buone nuove.
4. RIFLESSIONE. GERARD LUTTE: VINCERE LA PAURA, PENSARE CON LA PROPRIA TESTA
E PRENDERE LA PAROLA
[Gerard Lutte e' docente universitario di psicologia ed animatore di
importanti iniziative di solidarieta' e liberazione. Per contatti:
gerardlutte@tin.it]
Ricevo in questi giorni, da quando Bush ha ordinato di bombardare
l'Afghanistan giorno e notte, e minaccia di estendere la guerra ad altri
paesi, molte lettere, soprattutto di studentesse, piene di angoscia e di
paura. Volevo prendere il tempo per esprimermi in modo articolato
sull'argomento, ma mi sembra urgente mandare loro gia' qualche riflessione.
L'inizio insensato e disumano della guerra e' senz'altro pieno di pericolo
perche' non fara' che incrementare la violenza. Ma allo stesso tempo penso
che la paura viene intenzionalmente alimentata per paralizzare la gente che
non e' d'accordo con la guerra: sono molti, ma tacciono, hanno spesso paura
di parlare.
Ieri un mio amico mi diceva quanto gli era difficile dissentire dalla guerra
in casa propria, con i suoi figli adolescenti. E' in atto, infatti, una
criminalizzazione del dissenso, della protesta, che gia' si era manifestata
nella violentissima repressione delle manifestazioni di Genova.
Si tenta di fare credere che chi non sta con Bush sta con i talebani.
Riflettiamo insieme.
* La cultura di morte, ossia del potere, domina il mondo.
I talebani, Bin Laden, Bush, Berlusconi, Blair, e tutti quelli che li
appoggiano nelle loro guerra o crociate, anche se sono contrapposti,
condividono gli stessi valori, la stessa cultura: quella del dominio, della
violenza, della guerra, del disprezzo della vita umana. L'alternativa a Bin
Laden non e' Bush, sono gemelli. Tutti, tutti senza eccezione, fanno appello
a dei valori - l'Islam, la civilta' occidentale, la liberta', la
democrazia - per giustificare azioni che sono l'antitesi dei valori che
proclamano. Il profitto, il potere, il controllo del petrolio sono i veri
obiettivi di questa guerra. I governi europei, i partiti che si dicono di
destra o di sinistra, appartengono alla stessa cultura e si accodano
servilmente agli ordini dell'imperatore per ricevere una parte della torta.
Oggi tutto e' piu' chiaro, ma la violenza dominava gia' il pianeta con la
globalizzazione neoliberale.
* L'unica alternativa: la cultura della vita, della pace.
Il terrorismo del pensiero unico vuole soffocare ogni analisi della
situazione attuale del mondo, vuole farci credere che gli attentati contro
le torre gemelle ed il pentagono non hanno alcun legame con la politica
mondiale degli Stati Uniti e dei loro alleati, con la globalizzazione
neoliberale che fa morire di fame ogni giorno piu' di 35.000 bambini e crea
miseria nel mondo intero. Gli attentati sarebbero dovuti al Male astratto
che le forze del Bene dovrebbero combattere in una crociata globale. Questo
e' il pensiero di Bush, anche se gli hanno consigliato di non piu' usare
queste parole, di fingere.
E cosi' si imbocca una via che non puo' che rinforzare la violenza, il
terrorismo da tutte le parti in causa. Se non si combatte l'ingiustizia
globale, il fatto che i paesi occidentali, USA in testa, accaparrano le
ricchezze del mondo, la violenza non potra' che crescere.
Opporre la cultura della pace, della vita, dell'amore a quella dominante
della morte e del potere non e' facile perche' la contraddizione tra vita e
morte, amore e odio, sta anche nei nostri cuori. Anche se la azioni di Bin
Laden, di Bush e dei suoi alleati, ci fanno ribrezzo, schifo, ripugnanza,
non possiamo odiare queste persone. Se no, entriamo anche noi nella spirale
della violenza. Odiare la guerra, la violenza, gli assassinii, le bombe, gli
eserciti e tutti gli strumenti di morte e' giusto, pero' non giustifica
l'odio verso le persone.
Ho partecipato domenica scorsa a un dibattito con un gruppo di buddisti su
"compassione e solidarieta'", questa compassione, o identificazione con gli
altri, che ci fa piangere non per una parte dei morti, i buoni, i bianchi,
ma per tutti i morti di tutte le guerre e di tutte le violenze.
Alla cultura della morte di Bush e Bin Laden dobbiamo contrapporre la
difficile cultura dell'amicizia e della condivisione.
* I falsi miti della cultura occidentale
C'e' chi e' convinto (anche se ora sembra avere capito che non e' sempre
opportuno manifestare cio' che crede) della superiorita' della cultura
occidentale che sarebbe basata sui valori della democrazia e della liberta'.
La storia manifesta purtroppo una realta' ben diversa da questi miti. La
ricchezza dei paesi occidentali proviene da una serie impressionante di
genocidi, assassinii sistematici, rapine a livello mondiale. Inizia su
grande scale con l'invasione delle Americhe cinque secoli or sono: in pochi
decenni la popolazione indigena passa da otto milioni a due milioni di
persone che vengono ridotte in schiavitu', spogliate dei loro beni. Poi
inizia la tratta dei neri d'Africa per avere la manodopera necessaria, la
schiavitu', la devastazione di un altro continente. E se dovessimo fare un
elenco delle nefandezze di tutti i nostri paesi occidentali, le guerre
coloniali, gli olocausti, le rapine che continuano ancora oggi, bisognerebbe
scrivere un libro, anzi una biblioteca. Se dovessimo dividere i paesi in
killer e vittime, noi siamo tra i paesi killer, gli USA in testa. La
soluzione alla violenza sta qui: cambiare profondamente le nostre relazioni
con i paesi del Terzo Mondo e nei nostri paesi tra le classi sociali.
Restituire cio' che e' stato rubato.
* Parlare ed agire
Non lasciamoci paralizzare dalla paura e dal terrorismo dei potenti.
Prendiamo la parola, manifestiamo, facciamo vedere che siamo in tanti a
rifiutare la violenza e la guerra, parliamo pacatamente con chi la pensa in
modo diverso. Poi dovremo passare agli atti con il rifiuto di pagare le
imposte per le spese militari, con il rifiuto di partecipare alla guerra.
La nostra resistenza e' per la vita, per il futuro delle bambine e dei
bambini, per l'amore.
Vane, Claudia, Roberta, Michela, Emanuela e quelle che vivono lontane,
Judith del Guatemala e la mia amica che vive in Palestina, spero che queste
parole vi permetteranno di ritrovare il sorriso e la speranza che l'amore
sara' piu' forte della morte. E voi tutte e tutti, care studentesse e
studenti universitari, ricordatevi che avete una responsabilita' speciale
nel difendere la pace e l'umanita'.
Un affettuoso abbraccio, Gerardo
5. RIFLESSIONE. MARCO SERVETTINI: LA FORZA DELLA VERITA' CONTRO OGNI
VIOLENZA
[Ringraziamo Marco Servettini per questo intervento. Per contatti:
mservettini@tin.it]
Gli uomini sembrano aver perso ogni fiducia in se stessi, nella propria
capacita' di rinnovarsi e di inventare nuove soluzioni ai propri problemi, e
non riescono ad imparare nulla dall'esperienza.
Direi che si sono ridotti a replicanti di schemi gia' falliti, che
continuamente vengono riprodotti: la lotta del bene contro il male, il Dio
che e' con noi, come era scritto sui cinturoni delle SS, la guerra
umanitaria, le bombe intelligenti e le azioni chirurgiche.
Ma forse la vera guerra si combatte nelle nostre coscienze, che incapaci di
porsi alla ricerca della verita' preferiscono nutrirsi di quella
semplificata, appiattita che ci viene propinata attraverso i teleschermi ed
i giornali. Da dove governanti, politici e giornalisti - forse prime vittime
dell'incoscienza - ci vogliono freddamente convincere che non esiste
alternativa, che questa non e' una guerra ma un'azione di polizia
internazionale, e che i paladini del bene cercano solo di riportare pace e
giustizia, anche se a noi sembra repressione e vendetta.
E chi critica, chi dissente, chi si pone dubbi e' automaticamente con Bin
Laden: la guerra non uccide solo vite umane ma anche la liberta', la
democrazia, la ricerca della verita' ed addirittura la politica, che non
puo' esprimere dibattito ma si uniforma nel tetro colore del lutto. E addita
chiunque tenta di ragionare con la propria testa tra quelli che dicono "se
lo sono meritato"! Nessun uomo puo' mai meritare la morte, nessun uomo puo'
avere il potere di decidere di dare la morte, ma cio' che e' peggio e' forse
che oggi siamo talmente assuefatti alle vittime "inevitabili" di questo
sistema, che solo tragedie immense riescono a scuoterci. Dovremmo educarci a
sentirci un'unica umanita', sensibili ad ogni parte sofferente.
E se una guerra e' sempre stupida, questa sembra il piu' grosso regalo che
Bush poteva fare a Bin Laden: sta compattando i fondamentalisti islamici e
sta creando in Bin Laden una figura mitica, che forse cercava negli
attentati proprio la reazione del nemico americano per innescare
un'escalation di violenza ed una chiamata alle armi in tutto il mondo
islamico. Ne da' un segno forte in tal senso il video in cui Bin Laden, con
destrezza, appare in mondovisione pochi minuti dopo il discorso con cui Bush
annuncia il primo attacco.
La situazione e' quindi molto complessa, e le semplificazioni, che tendono a
dividere tra bene e male, tra torto e ragione, uccidono la verita' e
separano gli uomini. (Chi e' colui che divide? E chi e' la verita'?).
Cio' che viene richiesto da una tragedia immensa come quella dell'11
settembre e' uno sforzo grande, radicale, difficile, di prendere in mano la
situazione di questo mondo e lavorare per trovare ed inventare insieme
soluzioni ai problemi che lo affliggono.
Le capacita' e le risorse decisamente ci sono, e lo dimostra anche lo sforzo
che in meno di un mese e' stato fatto per avviare questa guerra: il problema
e' quello di avere la volonta' di dirottare questo sforzo nella direzione
giusta, evitando di cadere nella trappola delle scorciatoie.
Anzitutto impegnarsi attraverso le organizzazioni che danno una vera
rappresentanza mondiale, come l'ONU, con gli strumenti del diritto
internazionale ed attraverso azioni di polizia e di intelligence.
Poi attuare una lotta contro tutte quelle zone torbide del mondo
finanziario, nelle quali mafie e terrorismo - ma non solo - operano i loro
sporchi traffici.
E soprattutto impegnarsi nel disarmo, nella costruzione della giustizia
economica e nella diffusione dei diritti umani, primaria condizione perche'
le popolazioni oppresse si rialzino dalle condizioni nelle quali si trovano,
e riscoprano il loro ruolo positivo nell'umanita'. Il che significa
soprattutto smettere di succhiare le loro risorse e di tenerli sottomessi e
agonizzanti, mascherando maldestramente cio' dietro a poca elemosina. Cioe'
combattere l'immensa violenza strutturale che il nostro sistema produce sul
mondo intero.
Il nostro impegno personale - in definitiva - deve essere quello di una
radicale lotta contro ogni forma di violenza, alla ricerca della verita' ed
attraverso la forza della verita'.
Ma bisogna crederci. Pur consapevoli dei nostri limiti bisogna essere
credibili, capaci di testimoniare che cio' e' possibile, che si puo'
realmente credere in un mondo migliore e lottare per esso.
La ricerca della verita' non ammette pero' pregiudizi, ambiguita', posizioni
ideologiche, e richiede la volonta' di mettersi in gioco e la limpidezza
delle motivazioni, dei ragionamenti, dell'agire. Se vogliamo essere uomini
di pace dobbiamo assumerci questo impegno in prima persona, e cercare di
comunicarlo a chi e' vicino a noi, perche' ne comprenda l'essenzialita',
anche prendendo le distanze da chi si rivela ambiguo, provocatorio,
violento.
La violenza risiede in ogni singolo uomo, e va combattuta in ogni singolo
uomo: dobbiamo disarmare per primi noi stessi, perche' la pace non si
costruisce caricandosi di odio cosi come non si costruisce preparando la
guerra. Questa condizione e' essenziale per essere capaci poi di sottrarci
alla logica dello scontro, del muro contro muro, perche' questo ci
porterebbe a riprodurre cio' che crediamo di ripudiare, cioe' la violenza
stessa, e ci farebbe perdere di vista i nostri reali obiettivi.
La sfida e' quella di inventare nuovi schemi e mettere in gioco nuove forme
di lotta, attenti a non cadere anche noi in vecchi schemi gia' falliti,
cercando con coerenza di rispettare per primi quei valori per i quali
lottiamo e di non cadere per primi nella trappola delle scorciatoie e delle
semplificazioni.
Ricordarci infine che noi - comunque - non ci troviamo dalla parte degli
oppressi ma da quella degli oppressori.
6. RIFLESSIONE. VINCENZO PASSERINI: I BOMBARDAMENTI SONO VENDETTA, NON
GIUSTIZIA
[Vincenzo Passerini e' presidente del Forum Trentino per la Pace. Questo
intervento abbiamo ricevuto tramite Giovanni Colombo:
giovanni.colombo12@tin.it]
Mi rifiuto di credere che i 5.366 scomparsi tra le macerie delle torri di
New York invochino lo spargimento di altro sangue innocente per riposare in
pace.
Mi rifiuto di credere che essi - da un qualsiasi angolo dell'universo, nella
pace, per chi crede, di un Dio di misericordia incarnatosi per farsi vittima
e non carnefice -, possano gioire per i bombardamenti su Kabul, Jalalabad, e
altre citta' dell'Afghanistan. Oso credere a un loro rinnovato orrore.
Perche' dovrebbero gioire nel vedere nuove terrificanti distruzioni, nuovi
morti innocenti, la vita di migliaia e migliaia di donne, vecchi e bambini
poverissimi messa in pericolo, rovinata, cancellata?
Questa catena della violenza che chiama altra violenza, queste guerre che
provocano altre guerre, queste vittime innocenti in nome delle quali si
uccidono altri innocenti, quando sara' spezzata?
Questa guerra sa di vendetta, non di giustizia. Sa di antica barbarie, non
di civilta' del diritto. Civilta' superiore? Questa e' civilta' delle
caverne, aggiornata, ma tale.
L'esplosivo che si sta rovesciando sull'Afghanistan, (e chissa' quanto ne
sara' rovesciato nei prossimi giorni! queste guerre, e' certo, servono
sadicamente anche per svuotare i magazzini), ha un potere distruttivo
inimmaginabile, e i suoi effetti negativi sulle persone, l'ambiente, e tutta
la vita di quella martoriata terra, dureranno anni ed anni.
Come e' accaduto per la precedente guerra "chirurgica", quella del Golfo, i
cui effetti devastanti, a dieci anni di distanza, continuano, piu' micidiali
che mai a distruggere vita... E tanti credettero invece alla propaganda che
ci raccontava la storia della guerra chirurgica! E i piu' non seppero mai
cosa accadde veramente. Cosa accadde anche dopo, perche' le devastazioni di
quella guerra ebbero conseguenze spaventose negli anni che seguirono.
Continueranno a raccontarla questa storia dei bombardamenti chirurgici e
mirati, anche nei prossimi giorni. Questa guerra alimentera' l'odio e lo
spirito di vendetta, alimentera' il fondamentalismo che trova nella
disperazione e nell'umiliazione di tanti popoli terreno fertile per
prosperare.
La cecita' politica degli occidentali, unita alla volonta' di controllare
l'area del Golfo, che conserva i tre quarti delle riserve petrolifere del
mondo, sta ripetendo i tragici errori della guerra contro l'Iraq di dieci
anni fa.
7. INIZIATIVE. GAVCI: OBIETTORI E FINANZIARIA
[Dal Gavci, una delle principali esperienze di impegno nonviolento in
Italia, riceviamo e diffondiamo. Per contatti: gavci@iperbole.bologna.it]
L'anno 2001 e' stato il piu' disastroso per gli obiettori: oltre 50.000
lasciati a casa, con le scuse piu' varie (mancanza di soldi, richieste di
lavoro anche fino al giorno prima di iniziare il servizio, etc.). E cio',
solo per gli obiettori, non per i militari: vero attacco al servizio civile.
Per i soldi, si tenga presente il quadro generale: in vent'anni di
"Finanziaria rigorosissima", si e' continuato a tagliare su sanita', scuola,
cooperazione internazionale etc., mentre la spesa militare e' passata da
26.000 a 34.000 miliardi l'anno, senza contare certe spese di natura
militare addebitate al Ministero dell'Industria o altri. In piu' ci si
appresta a fare ora un altro balzo in su.
Nel contempo gli obiettori devono continuare a vivere con 5-6.000 lire al
giorno per vitto-alloggio, senza nemmeno una lira se mangiano o dormono a
casa; le misere paghe giungono con ritardi abissali; la cifra iniziale per
il vestiario e quella per la formazione sono state abolite.
E' ora di promuovere una campagna decisa, ben articolata e coordinata sulla
prossima finanziaria, per rimediare a tutte queste carenze discriminatorie
rispetto ai militari e pretestuose.
Il Gavci auspica che tutti i gruppi, associazioni e movimenti si mobilitino
assieme per una "Finanziaria di Pace".
8. INCONTRI. SILVANO TARTARINI: PRIME ADESIONI ALL'INCONTRO DEI MOVIMENTI
NONVIOLENTI A PERUGIA IL 12 OTTOBRE
[Silvano Tartarini, per la segreteria dei Berretti Bianchi, ha promosso
l'incontro tra movimenti nonviolenti per un'azione comune contro la guerra.
Per contatti: bebitartari@bcc.tin.it]
Cari amici, vi comunico le adesioni che ad oggi sono arrivate per la
riunione di venerdi 12 a Perugia presso il Palazzo dei Priori: Movimento
Nonviolento, Rete Lilliput di Prato, MIR, Rete Radie' Resch di Salerno,
Centro di ricerca per la pace di Viterbo, Donne in nero, Beati i costruttori
di pace, Pax Christi, Gavci, Rete Lilliput di Lucca.
9. INIZIATIVE. I GAN, GRUPPI D'AFFINITA' PER L'AZIONE NONVIOLENTA
[Riceviamo e diffondiamo. Per contatti: mailing list adngda@yahoogroups.com]
Il 6 e 7 ottobre presso il Centro Sereno Regis di Torino si sono dati
appuntamento i GDA (gruppi d'affinita') per l'incontro di consolidamento
gia' programmato a Genova, al termine delle azioni dirette nonviolente
realizzate in occasione del G8.
Erano presenti dieci Gda provenienti da tutta Italia (Milano, Torino, Roma,
Cagliari, Genova, Pisa, Bergamo...).
Dopo una lunga e produttiva valutazione sul percorso gia' svolto, hanno
deciso insieme di dare vita ai GAN (Gruppi d'affinita' per l'azione
nonviolenta).
Quella che segue e' la loro Carta d'Intenti:
1. I GAN (Gruppi d'affinita' per l'azione nonviolenta) sono soggetti che
utilizzano il potere della nonviolenza e la gestione nonviolenta dei
conflitti a favore di strategie di resistenza per una trasformazione
politico-sociale.
2. Finalita' condivisa dei GAN e' la diffusione dell'azione diretta
nonviolenta, con particolare attenzione ai movimenti politico-sociali.
3. L'insieme dei GAN non e' una rete o organizzazione nazionale parallela a
quelle esistenti, che realizzano campagne e definiscono strategie a lungo
termine. I GAN, infatti, si propongono di convergere su azioni dirette
nonviolente comuni specifiche e a termine.
4. I GAN si collegano tra loro per:
-scambi comunicativi ed informativi;
- percorsi di ricerca e formazione sull'azione diretta nonviolenta;
- documentazione e maggiore visibilita' delle azioni dirette nonviolente.
Chiunque fosse interessato a creare dei GAN nella propria citta' e ad
entrare in rete con loro puo' fare riferimento alla mailing list:
adngda@yahoogroups.com
*
Questo e' un breve resoconto dell'incontro nazionale dei gruppi di affinita'
svoltosi a Torino il 6-7 ottobre; successivamente il gruppo di Torino ne
preparera' uno piu' dettagliato.
Purtroppo i gruppi di affinita' presenti (rappresentati) erano solo 11-12,
degli altri non se ne sa molto, si conta su una quindicina di gruppi
rimasti.
Nella prima parte dell'incontro abbiamo fatto una verifica, sia dell'azione
del 20 luglio, sia di tutto il percorso svolto dai gruppi di affinita' prima
di Genova (l'incontro a gennaio, la nascita dei gruppi di affinita' a
maggio, le simulazioni, etc.). Cio' che e' emerso e' che si e' partiti
troppo tardi ad organizzarci, che erano troppo pochi i "responsabili" (tutto
verteva sui genovesi) e i gruppi di affinita' non erano sufficientemente
formati. Nel complesso pero', soprattutto per quanto riguarda l'azione del
blocco, eravamo abbastanza soddisfatti (una verifica piu' specifica, se
necessario, ve la faremo a voce).
Nella seconda parte dell'incontro, abbiamo invece parlato del futuro per cui
tutti i gruppi di affinita' hanno presentato il lavoro che faranno
quest'anno.
Facendo un conto basato solo sui gruppi di affinita' presenti all'incontro,
risulta che in tutto sono coinvolte, a livello nazionale, 180 persone circa.
Molti gruppi di affinita' non hanno ancora deciso azioni concrete da fare,
per cui per adesso le informazioni non sono molte :
- tutti i gruppi di affinita' lavoreranno sulla formazione;
- il gruppo di affinita' di Bergamo fara', come noi, una mostra fotografica
e ci manterremo in contatto con loro;
- i gruppi di affinita' di Catania e Genova organizzano qualche cosa per il
24 novembre "giornata del non acquisto".
Per adesso le proposte sono queste, comunque ci siamo detti di tenerci
informati sulle attivita' che ogni gruppo di affinita' svolgera' quest'anno.
Abbiamo approvato una carta d'intenti che definisce la nostra identita' e le
finalita' generali.
A livello nazionale abbiamo deciso di lavorare insieme su tre ambiti:
formazione, organizzazione, azione, tenendo pero' ben presenti le energie
che abbiamo a disposizione e lasciando soprattutto spazio al consolidamento
dei gruppi di affinita' gia' esistenti.
* Organizzazione: gli obiettivi dell'organizzazione sono:
- visibilita' all'esterno. Si rifa' il sito presentando la carta degli
intenti;
- documentazione. Nel sito oltre alla presentazione ci sara' uno spazio dove
i gruppi di affinita' inseriranno il materiale utilizzato durante le
attivita' (ad es. materiale per la formazione);
- informazione. Si aprira' una nuova mailing list, la vecchia verra' chiusa,
dove potranno entrare solo gli speaker e i vice speaker dei gruppi di
affinita' accreditati e dove ci saranno informazioni di tipo tecnico;
- dibattito. Si aprira' una seconda mailing list dove potranno entrare tutti
quelli facenti parte di un gruppo di affinita' accreditato, all'interno di
questa mailing list ci sara' un moderatore.
Per il censimento i gruppi di affinita' che c'erano a Genova e di cui non si
ha piu' notizia verranno contattati per sapere che cosa hanno intenzione di
fare.
Per l'accreditamento dei gruppi di affinita' si e' deciso che tutti i gruppi
di affinita' presenti a Genova, se vogliono continuare, sono automaticamente
accreditati, Per eventuali nuovi gruppi di affinita' i criteri richiesti
sono la sottoscrizione della carta degli intenti, e il contatto diretto con
il gruppi di affinita' piu' vicino al gruppo.
Per il censimento, l'accreditamento e le due mailing list, se ne occupano
Paolo e Dario di Torino: Paolo : paolo_agostinelli@hotmail.com; Dario:
dmoretti@inrete.it.
Per il sito se ne occupa Alma di Milano.
Si e' deciso che ci saranno durante l'anno due o tre incontri nazionali
assembleari, il primo e' tra dicembre e gennaio.
* Formazione:
- sono stati proposti due momenti di formazione per i gruppi di affinita'
sull'azione diretta nonviolenta (saranno di tre giorni l'uno, nei mesi di
gennaio e maggio);
- creare una mailing list per i formatori;
- scrivere un libro sull'azione di venerdi 20 luglio (enrico e. e marco f.
si occuperanno di scrivere un'ipotesi di indice).
* Azione:
- Perugia-Assisi, lasciare libera la partecipazione dei gruppi di affinita'
(non coordinarsi) perche' non tutti sanno ancora cosa fare. A chi va e'
stato chiesto di riportare l'esperienza;
- in caso scoppi la guerra (non avevamo avuto ancora la notizia) fare azioni
comuni nelle diverse citta'.
10. NOTIZIARIO. IL GIORNALE DI EMERGENCY DEL 10 OTTOBRE
[Riportiamo la serie di notizie diffuse dal "Giornale di Emergency" il 10
ottobre, sito: www.emergency.it]
* Afghanistan: nuovi aggiornamenti dal Panshir
Inauguriamo oggi una nuova sezione del sito internet, realizzata in diretta
dall'Afghanistan. Sono testimonianze, commenti, immagini che i nostri
"inviati speciali" ci mandano in tempo reale.
Troverete file.mp3 per ascoltare le loro voci, articoli e moltissime
immagini fresche di giornata.
L'appuntamento e' tutti i giorni sul sito internet www.emergency.it
Questa sezione nasce dalla necessita', molto sentita dai nostri, di
condividere con tutti voi quello che loro vedono e sentono ogni giorno.
* Emergency in TV: Jung replica sulla Rai
La notizia non e' ancora confermata al 100%, ma mercoledi 10 ottobre 2001
Rai 3 dovrebbe mandare in onda (in seconda serata) la replica di "Jung nella
terra dei mujaheddin", il film-documentario che testimonia l'intervento di
Emergency in Afghanistan.
* Afghanistan: emergenza farmaci
Emergency e Caritas Ambrosiana, insieme, organizzano la raccolta di fondi
per una fornitura di farmaci di prima necessita' agli ospedali e ai
dispensari di Kabul.
Dai dati rilevati sul posto risulta che le scorte di medicinali attualmente
a disposizione si esauriranno in pochissimo tempo.
Si tratta quindi di un intervento di emergenza e, data la necessita' di
intervenire tempestivamente, si e' valutato di non raccogliere farmaci in
Italia, ma di acquistarli in Pakistan.
Alcuni volontari di Caritas Ambrosiana ed Emergency si recheranno quanto
prima nel paese, per acquistare i medicinali e organizzare il trasporto a
Kabul, dove lo staff locale di Emergency si occupera' della distribuzione.
Tutti coloro che sono sensibili alla drammatica situazione del popolo
afghano e possono aiutarlo, inviino il loro contributo a:
- conto corrente postale n. 13576228 intestato a Caritas Ambrosiana onlus;
- conto corrente postale n. 28426203 intestato a Emergency onlus;
indicando nella causale del versamento "Emergenza farmaci Afghanistan".
per informazioni:
Caritas Ambrosiana 0276037324
Emergency 0276001104
* Iniziative locali: "hospital night live 2001" a San Marino per Emergency
Venerdi 19 ottobre alle ore 21.00, al Teatro Nuovo di Dogana (Repubblica di
San Marino) spettacolo musicale dal titolo "Hspital night live 2001"
organizzato dall'Ospedale di Stato di San Marino in favore di Emergency.
Emergency sara' presente con un proprio banchetto, e nell'ambito dello
spettacolo verra' proiettato un video informativo sulle attivita
dell'associazione, alla quale verra' destinato il ricavato dell'iniziativa.
* Iniziative locali: concerto a Orta San Giulio venerdi 12 ottobre
L'associazione "Cultura Viva" organizza un Concerto a Orta San Giulio (No)
per Emergency venerdi' 12 ottobre: alle 21 alla Chiesa di Santa Maria
Assunta il "Coro do Poeta" diretto da Chandra Maeder eseguira' "Amarilli,
mia bella" (madrigali italiani e inglesi). Gli incassi andranno ad
Emergency. Il gruppo di Arona sara' presente con un banchetto prima e dopo
il concerto.
* Iniziative locali: Emergency a teatro con Moni Ovadia
Un banchetto di Emergency sara' presente a Roma dal 5 al 21 ottobre, al
Teatro Quirino (via delle Vergini 7, tel. 066794585) dove Moni Ovadia mette
in scena lo spettacolo "Oylem Goylem".
* Iniziative locali: V.C.O. per Emergency
Nell'ambito delle iniziative "Dal V.C.O. per Emergency" il coordinamento
locale di Emergency organizza le seguenti mostre:
- con la Comunita' Montana Cusio-Mottarone, ed in collaborazione con il
Comune di Omegna, "Emergency: una speranza in Cambogia" presso il Centro
Sportivo Comunale di Omegna, dal 6 al 28 ottobre. Ingresso gratuito,
l'inaugurazione si terra' il giorno sabato 6 ottobre alle ore 17.
- con la Commissione Provinciale per le Pari Opportunita', in collaborazione
con il Comune di Verbania, "Soran e i suoi amici" presso la Sala della
Resistenza, via Albertazzi 6, Verbania Pallanza, dal 6 al 27 ottobre.
Ingresso gratuito, l'inaugurazione si terra' il giorno sabato 6 ottobre alle
ore 17.
- con la Comunita' Montana Valle Ossola, in collaborazione con il Comune di
Domodossola, "Liberi di..." mostra fotografica nelle vetrine del centro
storico di Domodossola, dal 9 al 28 ottobre.
- Sempre a Domodossola, nell'ambito della stessa iniziativa, sabato 6
ottobre, presso il Sacro Monte Calvario, concerto del Canzoniere Ossolano.
* Iniziative locali: spettacolo teatrale
Il gruppo di Monza organizza uno spettacolo teatrale il giorno 26 ottobre
alle ore 21 presso il teatro Villoresi di Monza.
Titolo:"Un ispettore in casa Birling" di J. B. Priestley. Regia di F. De
Molfetta.
Sono ancora disponibili biglietti presso i seguenti esercizi di Monza: Campo
di grano: Via Cavallotti 135; edicola: Via S.Gottardo 60; Il Libraccio:
Piazza Indipendenza; Ego Ambienti Arredamenti: Vicolo Molini 12; Le Querce:
Via Manzoni 32.
Il ricavato della serata sara' devoluto interamente a Emergency.
* Iniziative locali: festa di Lissone
Quest'anno Emergency sara' presente con un banchetto alla tradizionale festa
di Lissone (MI) che si svolgera' il giorno 21 ottobre.
11. MAESTRE. VANDANA SHIVA: LA DIVERSITA'
[Da Vandana Shiva, Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino
1995, p. 12]
La diversita' come sistema di pensiero e di vita e' essenziale per superare
le monocolture impoverite della mente.
12. LETTURE. AA. VV.: DON PRIMO MAZZOLARI
AA. VV., Don Primo Mazzolari, Servitium, Sotto il Monte 1999, pp. 240, lire
20.000. Ristampa della prima edizione del 1986 che riporta gli atti del
convegno del 1985 dedicato al grande uomo di pace.
13. LETTURE. DANIELE ARCHIBUGI, DAVID BEETHAM: DIRITTI UMANI E DEMOCRAZIA
COSMOPOLITICA
Daniele Archibugi, David Beetham, Diritti umani e democrazia cosmopolitica,
Feltrinelli, Milano 1998, pp. 168, lire 27.000. Una utile messa a punto ed
una proposta interpretativa di grande interesse.
14. LETTURE. DANILO ZOLO: CHI DICE UMANITA'
Danilo Zolo, Chi dice umanita', Einaudi, Torino 2000, pp. 258, lire 24.000.
L'illustre docente di filosofia e sociologia del diritto analizza "guerra,
diritto e ordine globale" esaminando e smascherando la guerra dei Balcani.
15. MATERIALI. PER STUDIARE LA GLOBALIZZAZIONE: DA MARCO SIINO A ANDREJ
SINJAVSKIJ
* MARCO SIINO
Profilo: impegnato per la nonviolenza a Palermo, svolge un importante
servizio di informazione e coordinamento tra gli amici della nonviolenza.
* IGNAZIO SILONE
Profilo: nato come Secondino Tranquilli a Pescina dei Marsi, nel cuore della
Marsica, il primo maggio 1900; a quindici anni il terremoto lo lascia
orfano. Avviene allora l'incontro con don Orione, cui resterą profondamente
legato. Impegnato nel movimento socialista, al congresso di Livorno del 1921
aderisce al Partito Comunista, di cui sarą dirigente nel periodo della
clandestinitą. Nel 1931, maturate posizioni antitotalitarie, esce dal
partito. Negli anni della guerra dirige il centro estero del Partito
Socialista. Dal '49 abbandona la militanza politica di partito e per il
futuro sarą -come dirą in un'intervista del '61- "cristiano senza chiesa e
socialista senza partito". Nel 1950 viene fondato il movimento per la
libertą della cultura, Silone fonda e dirige la sezione italiana. Nel 1956
con Nicola Chiaromonte fonda e dirige la rivista "Tempo presente". Scompare
il 22 agosto 1978. Strenuamente impegnato per la dignitą ed i diritti degli
oppressi, intransigentemente antitotalitario, la sua prima e fondamentale
opera letteraria, Fontamara, fu quasi un grido di battaglia per l'
antifascismo internazionale e ancora dopo per generazioni di militanti
impegnati per i diritti e la dignitą umana. Opere di Ignazio Silone:
Fontamara; Il fascismo, le sue origini e il suo sviluppo; Pane e vino (poi:
Vino e pane); La scuola dei dittatori; Il seme sotto la neve; Ed egli si
nascose; Una manciata di more; Il segreto di Luca; La volpe e le camelie;
Uscita di sicurezza; L'avventura di un povero cristiano; Severina; si veda
anche il Memoriale dal carcere svizzero. Opere su Ignazio Silone: oggi la
biografia di riferimento č quella di Ottorino Gurgo, Francesco de Core,
Silone. L'avventura di un uomo libero, Marsilio, Venezia 1998.
* MAURIZIO SIMONCELLI
Profilo: ricercatore impegnato nei movimenti pacifisti. Opere di Maurizio
Simoncelli: Armi, affari, tangenti, Ediesse, Roma 1994.
* DANIEL SINGER
Profilo: giornalista, scrittore, intellettuale, nato in Polonia ha vissuto
la maggior parte della sua vita a Parigi, dove č deceduto il 2 dicembre
2000. Opere di Daniel Singer: Prelude to revolution; The roads to Gdansk; Is
socialismo doomed?; Whose millennium? Scritti su Daniel Singer: un commosso
ricordo ne ha scritto K. S. Karol su "Il manifesto" del 5 dicembre 2000.
* ISAAC BASHEVIS SINGER
Profilo: nato a Radzymin, nei pressi di Varsavia, nel 1904, da una famiglia
di rabbini, emigrato in America nel 1935; scrittore (come il fratello Israel
Joshua), č forse il massimo autore in lingua yiddish del Novecento, premio
Nobel per la letteratura nel 1978. E' deceduto a New York nel 1991. Opere di
Isaac Bashevis Singer: segnaliamo almeno le raccolte di racconti I due
bugiardi, e Gimpel l'idiota, Longanesi, poi Mondadori; e la raccolta delle
Storie per bambini, Mondadori. Opere su Isaac Bashevis Singer: Franco
Palmieri, Isaac Bashevis Singer, La Nuova Italia, Firenze 1980.
* PETER SINGER
Profilo: nato a Melbourne nel 1946, filosofo impegnato soprattutto sui temi
della bioetica e dei diritti degli animali. Opere di Peter Singer: (a cura
di), In difesa degli animali, Lucarini, Roma 1987; (con Tom Regan), Diritti
animali, obblighi umani, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1987; Etica pratica,
Liguori, Napoli 1989; Ripensare la vita, Il Saggiatore, Milano 1994.
* RAMJEE SINGH
Profilo: dall'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche: "Nato nel
1931 in India, Ramjee Singh ha insegnato Filosofia in varie universita'
indiane per quasi cinquant'anni. Ha fondato il Department of Gandhian
Thought all'Universita' di Bhagalpur a Bihar. Dal 1956 al 1962 e' stato
Segretario della Bihar State Philosophical Association e, dal 1956 al 1990,
Presidente della All India Philosophical Society. E' anche Segretario per
l'Asia della Afro-Asian Philosophical Association e Presidente della Indian
Society of Philosophy di Londra. E' stato anche membro del Parlamento
indiano. Le ricerche di Ramjee Singh sono concentrate su due principali
temi: la ricostruzione e la storia del jainismo e l'approfondimento del
pensiero di Gandhi. Su quest'ultimo punto, l'impegno di Singh non e' stato
solamente teorico. Allo studio e allo sviluppo delle idee gandhiane,
infatti, ha affiancato un'intensa attivita' nella vita civile e politica del
suo paese. Nel 1942 ha preso parte al movimento "Quit India" che, sotto la
guida di Gandhi, chiedeva al Regno Unito di lasciare all'India la
possibilita' di fronteggiare autonomamente l'invasione giapponese con mezzi
nonviolenti. Successivamente, dal 1975 al 1977, Singh e' stato imprigionato
per venti mesi per essersi opposto allo stato di emergenza proclamato nel
1975 dal primo ministro Indira Gandhi e durante il quale migliaia di
oppositori al regime furono incarcerati". Opere di Ramjee Singh: ibidem: "La
produzione di Singh conta 37 libri, circa 200 saggi scientifici e 300
articoli divulgativi. Ricordiamo: The Jaina concept of omniscience,
Institute of Indology, Ahmedabad, 1974; The concept of omniscience in
ancient Hindu thought, Oriental Publishers & Distributors, New Delhi, 1979;
The relevance of Gandhian thought, Classical Pub. Co., New Delhi, 1983;
Gandhi and the twenty-first century, Peace Publishers, New Delhi, 1993;
Jaina perspective in philosophy and religion, Pujya Sohanalal Smaraka
Parsvanatha Sodhapitha, Varanasi, 1993. Ha curato: (con M. Choudhuri)
Mahatma Gandhi: 125 years, Sarva Seva Sangh Prakashan, Varanasi, 1995; (con
S. Sundaram) Gandhi and the world order, APH, New Delhi, 1996; (con V. R.
Datta, D. R. Yadav e S. Sundaram) Gandhi and the future of humanity,
Gandhian Institute of Studies, Varanasi, 1997".
* SABINA SINISCALCHI
Profilo: segretaria nazionale di "Mani Tese".
* ANDREJ SINJAVSKIJ
Profilo: nato nel 1925 a Mosca, docente di letteratura russa, scrittore
clandestino con lo pseudonimo di Abram Terz, dopo un processo e sei anni di
campo di lavoro subiti per la sua attivitą di scrittore "clandestino", nel
1973 č andato in esilio. Docente alla Sorbona. E' scomparso alcuni anni fa.
Opere di Andrej Sinjavskij: ricordiamo almeno Una voce dal coro, Garzanti,
Milano; e Ivan lo scemo, Guida, Napoli.
16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.
17. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org ;
per contatti, la e-mail č: azionenonviolenta@sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
http://www.peacelink.it/users/mir . Per contatti: lucben@libero.it ;
angelaebeppe@libero.it ; mir@peacelink.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it . Per
contatti: info@peacelink.it
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO
Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 255 dell'11 ottobre 2001