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Repubblica non vuole pubblicare la lettera
Ancora una volta Repubblica getta nel cestino una mia lettera (inviata via
email il 23/7/01) in quanto non ne condivide l'orientamento violando la
Carta dei Doveri del Giornalista. Mi rivolgo pertanto a Gianni Corbi,
garante dei lettori per violazione della Carta dei Doveri del Giornalista
(dell'8.7.93) e in particolare del punto in cui è sancito il seguente
principio: "Il giornalista corregge tempestivamente e accuratamente i suoi
errori e le sue inesattezze", cosa che l'autore dell'articolo (m.min.) non
ha fatto (anche se altri hanno fatto al posto suo senza però fare esplicito
riferimento all'articolo di m.min.). Per il resto Repubblica sta compiendo
- devo testimoniare - un ottimo lavoro di documentazione.
---- LETTERA DEL 23/7/01
Carlo Giuliani aveva scelto di vivere fuori casa insieme ai cani e a gente
sbandata, dedito alla droga e raccattando elemosina, compiendo violenze e
cose poco lecite, "insieme ai gruppi punk bestia". Questo in buona sostanza
il quadro che è stato dato dalla Repubblica del 21 luglio 2001 che titolava
in alto a pagina 2 "PUNKABBESTIA - viveva di elemosina, aveva precedenti
penali per droga". Chi l'aveva passato al giornalista (che si firma m.min.)
questo squallido quadretto di Carlo Giuliani: un solerte collega del
carabiniere? Chi lo voleva ammazzare una seconda volta, moralmente, non
ancora contento di come era andata a finire la storia? Ce lo spieghi m.min.
perché abbiamo bisogno di giornalisti, non di gente che raccatta dicerie.
Per fortuna che il 22 luglio il ritratto di Carlo Giuliani viene
rettificato su Repubblica da un "vero articolo", carico di umanità, a firma
di Concita De Gregorio. Rimergono così la vita, le difficoltà e la
generosità di un ragazzo che "aveva una grande stima di suo padre, che sa
stare con gli ultimi, sa parlare a tutti" e che sapeva indignarsi di fronte
alle ingiustizie facendo servizio civile ad Amnesty International. Quel
giorno aveva scelto di mettersi il passamontagna, scelta che non condivido:
vorrei che tutti i ragazzi potessero scegliere invece la nonviolenza
(quella scelta pacifista che Repubblica di regola censura). Ma m.min. si è
messo/a un passamontagna peggiore: vergogna! Firmi con nome e cognome il
suo squallido pezzo, per favore. E per piacere basta con queste lettere su
Repubblica di gente "di sinistra" che dice che il carabiniere ha fatto bene
a sparare (*): se tutti quelli che si sentivano in pericolo di vita a
Genova avessero sparato allora ci sarebbe stata una strage di poliziotti e
carabinieri. Dopo che avete cestinato tante mie e-mail pacifiste in passato
non capisco perché consideriate pluralismo pubblicare le bestialità di
lettori che giustificano il grilletto facile. Repubblica impari a dare più
spazio alla nonviolenza e forse un pezzo significativo della nostra società
sarà incoraggiata a fare un passo in avanti verso queli valori di pace e di
dialogo che il padre di Carlo Giuliani a saputo comunicarci con la sua voce
pacata e serena.
Alessandro Marescotti - Taranto
(*) "Sono da sempre una persona di sinistra, ma per la prima volta mi sono
sentito in sintonia con Fini quando parlava di legittima difesa da parte
del carabiniere che ha sparato". Lettera di R.F. su Repubblica del 22
luglio 2001 (e non solo quella)