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Lilliput a Genova: facciamo la festa al 8 (Miriam Giovanzana)
Giovedì 12 luglio a Genova c'è stata la conferenza stampa della Rete per
presentare le iniziative di "Facciamo la festa al G8". Gli obiettivi erano
sostanzialmente due:
- presentare il week end di mobilitazione dei diversi nodi,
- far conoscere la Rete di Lilliput, spiegare che cos'è in un faccia a
faccia con i giornalisti.
Bello il colpo d'occhio che aveva chi entrava nella sala della conferenza
stampa (che si è svolta nella sede del Wwf ligure): una decina di persone
rivestite con le magliette bianche di Lilliput con la scritta "un mondo
diverso è possibile".
E movimentato l'inizio, ad uso di fotografi e televisioni: i rappresentanti
della Rete si sono infatti presentati con le mani colorate di bianco.
"Vogliamo essere -è stato poi spiegato- il popolo delle mani bianche: in
segno di trasparenza e di un'azione assolutamente non violenta".
L'idea delle "mani bianche" è ovviamente piaciuta a fotografi e tv. Potrebbe
essere un'immagine che ritorna nei prossimi giorni.
Quella che ne è uscita, mi sembra, è davvero l'idea di una Rete radicata nel
territorio e ricca di esperienze diverse che hanno miracolosamente imparato
a lavorare insieme.
C'è stato modo di parlare di Lilliput, di ripercorrerne in breve la storia,
di dar conto di quello che, da Seattle a Porto Alegre a Genova, è stato
fatto.
Insomma, una buona occasione per presentare (a più voci e a più volti) chi
siamo e come operiamo e soprattutto il senso del lavoro sul territorio.
Fabio ha ricordato con forza che, per Lilliput, sono più significative le
mille iniziative organizzate localmente dai nodi durante tutto l'anno che
non una manifestazione "una tantum".
Ida, illustrando le iniziative del nodo di Massa, ha dato un buon esempio di
questo lavoro sul territorio, ricordando il volantinaggio sulla spiaggia,
"ombrellone per ombrellone", incontrando e parlando con la gente comune.
"Mani bianche e folletti dissacratori" ha aggiunto Alberto: "Capaci, come i
folletti del nord, di coinvolgere la gente con la simpatia della propria
azione, divertendo e divertendosi. E dissacrando un vertice che, lo
sottolineeremo con la nostra azione, è di fatto già isolato e non sa più
parlare alla gente".
E' stata poi la volta delle domande dei giornalisti. E le domande sono
andate, come previsto, più su come si schiererà Lilliput a Genova che non
sui contenuti (ragioni e strategia locale/globale della protesta). "A noi
non interessa -è stato ripetuto più volte- entrare nella zona rossa. A noi
interessa restare fuori e sottolineare l'isolamento nel quale il vertice già
si svolge".
Sono state ridette cose già note: il metodo non violento di Lilliput, il
lavoro di informazione, le piazze tematiche, il fatto che tutti i momenti
della settimana di mobilitazione (compreso il Public Forum che inizia
lunedì, compresa la manifestazione dei migranti del 19) per Lilliput sono
ugualmente importanti e significativi.
Ma è chiaro che tutta l'attenzione è puntata su quel che succederà in
piazza.
Credo -ma è una posizione personale- che bisognerà tenerne conto nella
comunicazione dei prossimi giorni: partire dalla piazza, da quel che accade
(questa è l'attualità sulla quale vive l'informazione) e ritornare sui
contenuti (il futuro).
Resta ancora un pezzo di lavoro da fare: la conferenza stampa infatti è
servita a chiarire le posizioni e i volti della Rete soprattutto su Genova.
Lilliput è un interlocutore sempre più noto (anche se, a mio avviso, resta
ancora da svelare, da narrare). Quest'opera per farsi conoscere, per
spiegare le proprie ragioni, per far passare anche sulla stampa una realtà
che è complessa e che non può (e non deve) essere semplificata, va
ovviamente continuata. A livello nazionale e locale. E' un lavoro lungo
(anche perché questo è lo stile della Rete) che darà i frutti nel tempo.
I nodi ora dovrebbero riuscire a rilanciare sulla stampa locale le
iniziative del 14-15. Il fatto che, a livello nazionale, si parli di
Lilliput dovrebbe facilitare il compito. E' un'occasione da non
sottovalutare: organizzare feste e gazebo per incontrare direttamente la
gente ma anche, se possibile, rilanciarle sui mass media.
Quindi... buon lavoro a tutti! Miriam Giovanzana (AltrEconomia)