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A genova i giornalisti non potranno circolare



Fonte: Il manifesto - 6/7/2001

"Il vero volto del governo"
Incontro al "manifesto" dopo le perquisizioni di mercoledì
TIZIANA BARRUCCI - ROMA
Un atteggiamento di facciata. Questa è la presunta apertura del governo 
verso il Genoa social forum. Almeno a vedere quale sia il comportamento 
reale degli ultimi giorni nei confronti degli anti-G8, almeno a sentire i 
leader del movimento antiglobalizzazione.
"Il ministro Ruggiero continua a dire che ha un rapporto stretto con noi, 
ma non è vero, e quando parla sostiene cose diametralmente opposte alle 
nostre - accusa il portavoce del Gsf, Vittorio Agnoletto, all'indomani 
delle perquisizioni e dei fermi nei confronti delle tute bianche a Genova - 
Non so se tutto il governo è sulla sua posizione, ma so per certo che 
dentro al governo e dentro i servizi vi sono scontri durissimi su quale 
comportamento tenere nei nostri confronti. Una parte di loro sta solo 
cercando di creare incidenti per non dover discutere degli argomenti che 
noi portiamo al centro del confronto. Stiamo attenti perché a forza di 
gridare 'al lupo al lupo', il lupo arriva e a noi non va assolutamente 
bene. A questo punto devo lanciare un appello alla calma a tutti coloro che 
contestano il G8: non cadiamo nella loro trappola". E un invito Agnoletto 
lo rivolge anche alla polizia, alla quale chiede di chiarire se 
l'intenzione "è quella di continuare a far crescere artificialmente la 
tensione in modo da arrivare a provocare incidenti".
E di atteggiamento "diviso", soprattutto tra le forze dell'ordine, se n'è 
parlato anche alla conferenza stampa tenuta nei locali della redazione 
romana del manifesto a proposito degli episodi di mercoledì a Genova. "Ci 
risulta - ha spiegato Pierluigi Sullo, direttore di Carta - che fra le 
forze di polizia ci sia un conflitto. Fra chi, come quelle locali, 
vorrebbero rapporti con il movimento e i giornalisti e chi, coloro che 
vengono da fuori, sono per un clima di scontro. Per noi c'è un'intenzione 
mirata di provocazione".
Sulla vicenda di Genova ha raccontato tutti i particolari uno dei 
protagonisti, il collaboratore del manifesto e di Carta Pulika Calzini, 
fermato nel capoluogo ligure da poliziotti della questura di Roma. Calzini, 
dopo aver annunciato una possibile denuncia formale per l'episodio, in 
particolare sulle modalità della perquisizione, ha definito l'accaduto un 
"clamoroso autogol delle forze dell'ordine rispetto all'immagine 
democratica che vogliono dare".
Che Genova non sarà una città libera lo temono anche gli stessi operatori 
dell'informazione. Per questo il Genoa social forum distribuirà dei propri 
accrediti per il G8. "E' complicato avere gli accrediti del ministero 
Affari esteri e i giornalisti saranno chiusi in una zona, non potranno 
circolare né raccogliere liberamente immagini e documenti", denuncia il 
Gsf, così i "pass propri" saranno "un gesto simbolico, una "sorta di 
referendum democratico", anche se ovviamente "non potranno rappresentare 
una garanzia verso la polizia".
Nel denunciare le perquisizioni di mercoledì si unisce anche l'associazione 
ligure dei giornalisti che, in un comunicato, esprime preoccupazione per 
quanto potrà accadere nei giorni del vertice nel capoluogo ligure. "La 
libertà di fare informazione e di essere informati - si legge nel documento 
- qualsiasi opinione il fare informazione esprima, non può essere soggetta 
ad alcuna blindatura. E nessuna zona rossa potrà impedire ai giornalisti di 
svolgere la loro attività, senza distinzioni di testata e di opinioni". 
Rivendica la totale libertà di movimento, non solo a Genova, dei 
giornalisti di tutte le testate di carta stampata, radio, tv e on line, 
anche la Federazione nazionale della stampa, il cui segretario il 12 luglio 
sarà a Genova per partecipare ad una conferenza organizzata 
dall'associazione ligure.
Intanto, sul fronte parlamentare, alcuni deputati e senatori hanno 
organizzato un osservatorio istituzionale sul G8 aperto agli eletti del 
Parlamento europeo, dei comuni, delle province e delle regioni. Obiettivo: 
garantire l'apertura delle frontiere e l'effettivo esercizio del diritto a 
manifestare a Genova e portare all'interno del parlamento la discussione 
sui temi e sulle istituzioni dell'agenda globale.
Mentre il ministro per la Funzione pubblica Franco Frattini difende a spada 
tratta le posizioni del governo: "I servizi di informazione e sicurezza 
sono istituzioni democratiche del nostro paese poste a tutela dello Stato e 
dei suoi cittadini, non certo fomentatori di incidenti o provocazioni - ha 
detto rispondendo alle accuse del leader del Gsf - E' evidente che il 
dialogo avviato dal presidente del consiglio e dai ministri Scajola e 
Ruggiero non può prescindere dalla conoscenza di informazioni che 
permettano di individuare e distinguere tra soggetti e movimenti contrari 
al G8".