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nonnismo: testimonianza di un allievo ufficiale



Ben 861 denunce per nonnismo nel solo 1999.
Da piu' parti si dice che l'esercito di professione eliminera' il nonnismo.
Ma e' proprio cosi'?
Per riflettere sul fenomeno del nonnismo e sull'impatto educativo della
vita di caserma, ecco una testimonianza.

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	NONNISMO ED EDUCAZIONE MILITARE

	Lettera di un allievo ufficiale

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Questa lettera sara' un po' piu' seria del solito perche' qui in caserma
sono successe cose che mi hanno lasciato molto male. 

Tutto e' successo quando sono arrivati i ragazzi del 103' corso AUC
(Allievi Ufficiali di Complemento). Ora noi del 102' corso AUC siamo
diventati "nonni". Speravo che verso di loro avremmo avuto uno spirito di
comprensione e invece e' accaduto tutto il contrario. 

Appena arrivati, dopo ore di viaggio alle spalle, e' stato loro concesso di
"fare il contrappello a letto". Si sono potuti cioe' mettere a dormire
prima dell'orario del contrappello (un controllo notturno delle presenze) ,
senza dover subire il primo giorno tutte quelle storie tipo mettersi
impalati sull'attenti prima di coricarsi. Noi del 102' corso AUC la prima
notte di caserma facemmo il contrappello "in piedi". Bene, cosa e' successo
ora? C'e' stata un'insurrezione del nostro 102' corso che si e' sentito
"inferiore" ai nuovi: molti fra noi volevano che anche i nuovi del 103'
corso AUC dovessero fare il contrappello in piedi. Invece di essere
stizziti per il nostro contrappello (che ancora facciamo in piedi
sull'attenti) erano stizziti perche' i nuovi la prima notte di caserma
facevano il contrappello a letto. Piu' che un desiderio di star bene tutti
si leggeva fra noi "nonni" il desiderio di vedere i nuovi arrivati soffrire
cosi' come abbiamo sofferto noi. Questo e' diventato palese il giorno dopo
quando si e' vista gente dei nostri godere sadicamente nell'osservare i
nuovi arrivati aspettare immobili e inquadrati davanti alla mensa piu' di
un'ora e un quarto, e dire: "Lo abbiamo noi, lo devono fare anche loro!" 
Si tratta per loro di stare in piedi, irrigiditi, bloccati, mentre a noi
ora e' data piu' liberta nell'attendere davanti alla mensa e c'e' molto
meno rigore se ci muoviamo. 

Ci sono state persone che mi hanno considerato pazzo perche' ho detto che
mi sembrava giusto che l'adunata mensa, iniziasse per i nuovi arrivati con
tre quarti d'ora almeno di ritardo, visto che devono fare un'attesa cosi'
lunga. La cosa e' possibilissima e invece no: "Devono soffrire". 

E' un'ondata emozionale che non mi aspettavo e che coinvolge tutti coloro
che sono stufi di questa vita che facciamo e che hanno bisogno di scaricare
le loro nevrosi. Prima questa "scarica" avveniva soprattutto fra di noi,
con uno stillicidio di sfottimenti e col tentativo continuo di "creare"
delle "persone ridicole" (e avevano tentato di farlo con me); ora questa
"scarica" si rivolge verso  l'esterno. 

L'altra sera si era creata una strana euforia generale, una "mobilitazione"
per accogliere i "missili" (cosi' vengono chiamati i nuovi che cominciano i
corsi AUC). A loro veniva gridato: "Missili!". La cosa ha del goliardico
per alcuni e del sadico per altri. C'e' stata una scorribanda con un casino
indescrivibile in quanto alcuni nostri colleghi si sono organizzati in
squadra gridando "missili scoppierete!", "missili morirete". Per ragazzi
gia' abbattuti, depressi, spaesati e impauritI, come sono molti dei nuovi
che cominciano a fare il militare, immaginiamo che effetto fa. Crea un
clima insopportabile che porta a una chiusura in se stessi e a una
sofferenza psicologica che ben conosco e che ho provato anch'io... Quando
c'e' stata la scorribanda sono andato a incazzarmi con questi cretini; li'
ci ho trovato anche il mio compagno di corso Lino, comunista, che gliene
stava gridando quattro per far finire la gazzarra. 

Ma la cosa mi ha veramente sbalordito quando ho visto i nostri capicorso
assumere atteggiamenti da "duri"; loro sono per trattare "duramente" i
nuovi. E non accettano critiche. O hanno i nervi a pezzi oppure si sta
impadronendo di loro quel sentimento che si chiama "rivalsa" e che e' il
tentativo di godere del rispetto assoluto per qualche settimana da parte di
una sessantina di persone, tanti sono i nuovi arrivati. Ho potuto vedere
emergere in quei momenti gli spiriti piu' istintivi e animaleschi. Il tutto
per imporre una "superiorita'". Pensavo che il nostro corso fosse piu'
maturo e si distaccasse dal precedente che invece ci odiava. E invece si
ripete implacabile lo stesso copione. E questo nonostante tutti dicessimo
un mese fa che i nuovi arrivati li avremmo dovuti trattare in modo migliore
di quanto i nostri "nonni" avessero trattato noi. 

Ma cio' che mi ha fatto arrabbiare e' stato il fatto che alcuni colleghi
aizzavano il corso intero contro i "missili" mettendo in giro voci false o
molto imprecise per farci sentire "calpestati" dai loro. Ad esempio avevano
sparso la voce che i nuovi arrivati dovessero mangiare insieme a noi e non
fare la coda dopo di noi, cosa che non era vera; certo non sono
assolutamente contrario a questa forma di parita', ma se proponi una simile
parita' ti fai mangiare vivo.
Qualcuno di noi "nonni" e' andato a dire ai nuovi corsisti che erano tenuti
a salutare con saluto militare tutti i "vecchi" del nostro corso, cosa che
non e' scritta da nessuna parte (il saluto militare e' dovuto solo ai
superiori). Questi tipi del nostro corso sono andati nelle camere dei nuovi
a metterli sull'attenti, senza alcuna autorizzazione. Sono andati a
controllare se nella loro camera avevano pulito bene o se c'era della
polvere. Sono andati nei cessi a mettere sull'attenti la gente che doveva
fare i propri bisogni. E giustamente sono stati ripresi dagli inquadratori,
ossia da colleghi che sono stati incaricati del loro addestramento. Non
fosse mai successo! Hanno preso questa critica appunto come un'offesa al
loro onore: essere ripresi di fronte ai "missili", mai sia! C'e' da dire
anche che questa volta gli inquadratori sono ragazzi seri, in gamba, del
nostro corso, e forse per questo vengono criticati da altri ragazzi del
corso che forse volevano fare loro gli inquadratori. C'e' gente che e'
rimasta in piedi fino all'una di notte a fare capannelli pur di dire male
degli inquadratori e del tenente che li dirige (e' un tipo simpatico, forse
l'unico). In questa situazione io e pochi altri abbiamo difeso il loro
operato con discussioni accese. 

Dopo di che e' successo un fatto gravissimo che raccontero' dopo. 

Infatti proprio ora che sto scrivendo (sono di sentinella ma in questo
momento non sono di turno) mi giungono ulteriori notizie sulle stupidaggini
che ha hanno fatto stanotte questi tipi frustrati e spesso fascisti. Sono
infatti andati a "sbrandare" i nuovi, cioe' a tirarli giu' dal letto. Sono
bravate che non solo tolgono il sonno a chi e' gia' stanchissimo ma che
intimidiscono. Sono gesti che rinnovano una tradizione cinica, di
sfottimento pesante che non ha alcuna analogia con lo "scherzo". Ricordo
infatti che quando i "nonni" del 101' corso AUC tentarono di sbrandarci (e
successe molto tempo dopo il nostro arrivo, all'inizio ci lasciarono stare)
noi ormai li prendevamo a legnate. Per un pelo la cosa non degenero' in
rissa e io, per la prima volta nella mia vita, ero deciso a usare le mani
se mi avessero buttato giu' dal letto.

Cio' che mi ha stupito e' che il ragazzo del nostro corso che sta nelle
grazie del cappellano militare e' uno degli artefici principali di queste
fesserie. 

Il bello e' stato pero' che la "squadraccia" che e' andata a sbrandare i
nuovi, al ritorno ha trovato i letti disfatti e le coperte nel corridoio
perche' uno che la pensa "come noi" gli ha restituito in contemporanea lo
scherzo, con grade soddisfazione nostra quando lo abbiamo saputo. 

Inevitabilmente ci sono state discussioni molto accese e screzi. Ma io a
questo punto preferisco non guardare piu' in faccia certe persone. C'e' ad
esempio uno che non saluto piu' e che non vede l'ora di fare l'allievo di
giornata per punire i "missili". Va dietro ai nuovi e li riprende con
durezza se camminano sui marciapiedi (e' vietato camminare sui marciapiedi
per i nuovi). Rompe l'anima in modo pazzesco ma noi, se potremo, quando la
fara' piu' grossa del solito, lo andremo a dire al tenente cosi' in tabella
di punizione non ci vanno a finire i "missili" ma ci va lui. E' infatti lui
che e' andato nei cessi a mettere sull'attenti i nuovi, spacciandosi per
inquadratore.

Ma la cosa grave e' avvenuta l'altra sera. Non ha coinvolto i "missili" ma
due del nostro corso. Dopo la mezzanotte L*******, un corsista di Napoli
laureato in agraria, ha dato un pugno e ha scagliato per terra B*******, un
veneto, un buon ragazzo, spaccandogli tre denti. Sono accorso poco dopo.
Era una scena da far star male. Vedevi quel poverino che piangeva, con la
bocca insanguinata e che diceva: "Rovinare un ragazzo di vent'anni...
rovinare un ragazzo di vent'anni...". E piangeva a dirotto. L'episodio non
va concepito "a parte" rispetto al clima di esaltazione ,con relative
scorribande, che si e' venuto a creare con la venuta dei nuovi del 103'
Corso AUC. Quello che ha dato il pugno e a spaccato i denti, la sera stessa
del fatto era invasato di rabbia per il trattamento "dolce" riservato dal
tenente ai "missili". Dopo due ore avrebbe scaricato la sua aggressivita'
su un suo collega. Bestiale. E' una persona indegna, non ha neppure la
scusante di essere uno "scugnizzo" napoletano ma e' figlio di un dottore,
e' un laureato. 
Come e' successa la cosa? A mezzanotte B*******, il ragazzo veneto, aveva
chiesto a L******* di spegnere la radio. L******* se ne e' fregato e ha
fatto come se fosse il padrone della camera. B******* allora gli ha gettato
le coperte addosso e L*******, che chissa' cosa covava dentro, e' diventato
una furia e gli ha spaccato tre denti. Tutto secondo me va collegato al
clima inquieto ed esaltato che stiamo vivendo, i nervi sono logorati, si
reagisce prima, si scaricano sugli altri le proprie frustrazioni, si
rivaluta la propria personalita' mediante un antagonismo cinico e
sfottente. Infatti il veneto veniva continuamente sfottuto e umiliato. 

Il giorno dopo il fattaccio, un ragazzo del nostro corso ha avuto il
coraggio di inveire contro il capocorso perche' non li avrebbe lasciati
molto liberi di scaricarsi sul 103' AUC (il che in fondo non e' vero
perche' ha anzi lasciato fin troppo mano libera). "Se ci avessi fatto
scaricare sui missili - ha inveito - non sarebbe successo il fatto di
B*******". L'ha detto davanti a un capannello di persone e io, presente, mi
sono sentito scoppiare di rabbia. Gli ho gridato che se lui aveva dei
problemi e doveva scaricarsi i nervi faceva meglio a prendersi uno
psicofarmaco per calmarsi. Gli ho gridato che la sua era una mentalita'
schiavista: "Ma che credi, che le persone siano cose? Credi di aver il
diritto di prendertela con dei ragazzi solo perche' hanno 3 mesi di
militare in meno di te? Ma per caso vuoi un po' di negri da frustare? E'
questo quello che vuoi?"

Me ne sono andato accecato dal dolore. E' qualcosa che ti scombussola per
tutta la giornata. Di fronte a queste cose non dialogo piu', non voglio
neppure ascoltare la risposta perche' la verita' lampante e' che chi ha dei
dubbi su queste cose e' solo una merda. E io non guardo piu' in faccia chi
non e' piu' un giovane ma un negriero. Per fortuna non sono il solo a
pensarla cosi', anche se siamo una minoranza. 

Il bello e' che non sosteniamo "idee sovversive", ma semplicemente le idee
del tenente il quale ha detto che non vuole che i nuovi subiscano
vessazioni. E' una persona umana, oltre che simpatica. 

Ma voglio aggiungere qualche altro particolare sul "fattaccio". Era
presente un altro corsista napoletano che ha recitato il copione
dell'omerta' per coprire o per non incolpare il suo collega. Chi dovra'
pagare i danni? In un primo tempo il protagonista del fattaccio non voleva
pagare, diceva che non aveva neppure toccato l'altro, che era stato uno
scivolone accidentale e che l'altro l'aveva provocato. Poi, impaurito dal
rischio di una denuncia, ha temporeggiato, si e' messo a filosofeggiare in
modo ipocrita e a dire che di fronte a quel dolore i soldi erano l'ultima
cosa a cui pensava, ma intanto non si pronunciava. Ora pare che debba
pagare lui, ma il veneto va cauto perche' non ha una raccomandazione alle
spalle (come invece ha il napoletano) e questo puo' contare anche ai fini
della giustizia; il veneto infatti potrebbe essere espulso dal corso se i
superiori abbracciano la tesi della sua "provocazione", che non c'e' stata.
Mi ha fatto pena quel ragazzo, si sentiva debole, piangeva per i denti
perduti ma anche perche' quell'episodio concludeva una serie di vessazioni
che aveva subito. Ora stiamo cercando di appoggiarlo. Ma molti non si
pronunciano per quieto vivere o per non prendere posizione. Un mio collega
di camera, la sera stessa del fattaccio, non si e' neppure scandalizzato
del fatto, lo ha accettato con freddezza, senza emozionarsi. E' entrato in
camera e ha detto: "L******* ha spinto B******* e gli ha rotto tre denti".
E poi si e' messo a letto a dormire.

Vorrei poi raccontare la pagliacciata dei voti. La nostra nostra
destinazione dipende dai voti conseguiti durante le lezioni e le
esercitazioni del Corso Allievi Ufficiali. Voti alti: si va a nella propria
citta' o li' vicino. Voti bassi: si va chissa' dove, nei posti piu'
sperduti e lontani. Per questo mi sto impegnando e ho preso 19 ventesimi in
una materia che si chiama ********** mentre altri hanno preso 15 o anche
13. Io ero abbastanza contento. Alla fine il professore (un ufficiale)
dice: "A voi che avete preso quei voti bassi devo fare un'interrogazione
orale per alzarvi la media cosi' porto alla fine tutti sulle stesso piano e
ve la vede poi voi con le raccomandazioni per quanto riguarda la
destinazione". Per lui questa e' "eguaglianza" e in piu', ha detto, si
"toglie gli scrupoli", sottintendendo: "Cosi' i vostri raccomandatori e
padrini non avranno niente da ridire con me". Capito?

In un'altra materia, ossia *************** ********, c'e' stata un'altra
pagliacciata: la copiatura esplicita del compito. Il docente, anch'egli un
ufficiale, ha fatto mettere sul banco cio' che dovevamo copiare. Con un
altro docente ho preso 16 ventesimi per delle stupidaggini di errori.
Nell'intervallo, mentre il docente era assente, abbiamo sbirciato il suo
registro e accanto ai nostri nomi c'erano delle sigle come CC  o VCC. Il
docente, tornando, ci ha detto: "Ma non pensate di essere stati un po'
indiscreti?" Abbiamo capito che quelle sigle significavano Colonnello
Comandante, Vice Colonnello Comandante e il tutto significava "voti
pompati" grazie alla loro raccomandazione. Infatti il giorno prima dei quiz
c'era gente che non sapeva niente e lo confessava senza problemi; e poi
hanno preso i miei stessi voti. 

Il raggiro, la "formalita'" quasi totale dei voti, e' cosa nota e viene
ammessa spesso dagli stessi docenti con la massima spregiudicatezza. E' una
presa in giro che non avrei mai e poi mai immaginato. L'assenza di serieta'
e totale. Questo e' un sistema che ti addestra a non credere nella serieta'
e ti distrugge i pochi principi buoni che hai dentro. Infatti ora se prendo
i libri in mano per studiare le discipline del corso mi devo sempre
difendere dagli sfottimenti.

Inoltre il sottotenente ha detto che "non puo' mandare al Ministero i voti
delle interrogazioni orali nelle materie di compagnia perche' sono troppo
bassi". Per inciso: io ero stato interrogato due volte andando bene. Il
sottotenente ha detto che saranno "alzati" tutti i voti, sia di chi ha
studiato, sia di chi non ha studiato e verra' probabilmente dato il massimo
dei voti ai raccomandati. Altra pugnalata (ma ormai mi sono abituato).
Tutto sara' deciso in base alle raccomandazioni.

In questo momento sto facendo la sentinella e ho trovato nella stanza le
scritte murali di due soldati: "La naja e' un incubo di cui la liberta' e'
il risveglio" e "Naja e' far difficile il facile attraverso l'inutile".
Queste frasi emergono su uno sfondo di scritte inutili, stupide o volgari.
Ci sono anche delle croci uncinate. Io ci ho scritto accanto: "Il sonno
della ragione genera mostri". La prima volta che mi trovero' nelle
condizioni di farlo scrivero' una massima di Mark Twain: "Educazione e'
saper contemperare tutto il bene che pensiamo di noi stessi con tutto il
male che pensiamo degli altri". Infatti qui bisticciamo sempre piu' spesso
e "vaffanculo" e' diventata una delle forme di congedo sempre piu' ricorrente.


Lettera dell'allievo ufficiale di complemento Alessandro Marescotti, 1'
maggio 1981 




DIFESA: SCOGNAMIGLIO, RIFORMA LEVA RIMEDIO AL NONNISMO
Roma, 3 set. - (Adnkronos) - ''In un certo senso la riforma del servizio di
leva, che peraltro ha avuto una gestazione piuttosto lunga, rappresenta
anche una risposta al fenomeno del nonnismo''. Lo ha spiegato il ministro
della Difesa, Carlo Scognamiglio, ricordando come le conclusioni della
commissione incaricata di svolgere una ''riflessione scientifica'' sul
fenomeno del nonnismo ''indichino nell'abolizione del servizio militare
obbligatorio forse il principale rimedio e la principale forma di
prevenzione al nonnismo nelle caserme''.




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