[News] Il pacifismo addomesticato e quello intransigente



Per la prima volta nella storia del movimento pacifista, le bandiere della pace vengono portate in una manifestazione dove sono presenti anche coloro che sostengono l'intervento militare e il riarmo. Un fatto senza precedenti, che segna una frattura con la tradizione delle mobilitazioni per la pace.

Accadrà il 15 marzo con la manifestazione pro-Europa a Roma nella piazza di Michele Serra.

Dalle ricerche storiche sui movimenti pacifisti non emerge alcun caso analogo.

È un unicum storico. Un mostriciattolo. Una sorta di mutazione genetica generata in un laboratorio.

Nemmeno nella Seconda Internazionale accadde una cosa del genere con la prima guerra mondiale. Allora accadde, questo è vero, che pacifisti e interventisti convivessero magari nella stessa organizzazione, ma non si assisteva a manifestazioni comuni: le piazze erano distinte e contrapposte. Oggi, invece, si assiste a un fenomeno inedito, con realtà come la CGIL e l'ANPI che scendono in piazza con chi sostiene il riarmo e la guerra, ma portando le bandiere della pace per distinguersi.

Questa confusione di posizioni sembra riflettere una crisi di discernimento e uno smarrimento dei più basilari principi del movimento pacifista: non si è mai andati nella stessa piazza di chi vuole la guerra e il riarmo. Mai.

Il movimento per la pace ha sempre "preso le distanze" dalla guerra e dai suoi sostenitori. Ora, invece, le distanze si azzerano fisicamente in quanto ci si trova a condividere lo spazio pubblico con chi va in piazza per scelte completamente opposte. Guerra e pace si daranno appuntamento nella stessa piazza. Mai accaduto.

Sappiamo che dentro la CGIL e l'ANPI c'è forte sofferenza e anche lacerazione per questa scelta, non vi è per nulla unanimità. 

Il rischio è tuttavia che la scelta compiuta abbia effetti devastanti e laceranti soprattutto all'esterno degli apparati. Sui social gli annunci ufficiali sono stati accolti con bordate di commenti indignati o di sconcerto. Basta andare a leggere.

Questo scenario pone interrogativi fondamentali sul futuro del movimento per la pace e a una divaricazione fra il pacifismo addomesticato e il pacifismo intransigente.

Quando ti incontreranno ti chiederanno: sei un pacifista addomesticato o un intransigente? 

Alessandro Marescotti a.marescotti at peacelink.org