[News] Il 7 febbraio 2022 Biden disse: "Se la Russia attraverserà il confine dell'Ucraina allora non ci sarà più il Nord Stream 2, ne segneremo la fine". Su PeaceLink un'analisi globale dell'attentato al gasdotto



Il 26 settembre s’è verificato il ben noto attentato alla doppia tratta dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, con esplosioni sottomarine nei fondali attorno all’isola danese di Bornholm, in un’area solitamente sorvegliatissima da navi e aerei della NATO, essendo piuttosto vicina agli stretti del Kattegat e dello Skagerrak che collegano il Mar Baltico all’Oceano Atlantico.

Un approfondimento tecnico di Mirko Molteni (Analisi Difesa) sull'attentato è pubblicato qui https://www.peacelink.it/conflitti/a/49248.html

Un altro approfondimento tecnico, militare e geopolitico è sul canale Youtube Parabellum nella puntata: 
Guerra Russo-Ucraina - Gasdotti, Nord Stream, Cui Prodest?

È utile menzionare le dichiarazioni del presidente degli USA del 7 febbraio 2022. Biden aveva affermato: “Se la Russia invade, voglio dire, se i suoi carri armati e le sue truppe attraversano di nuovo il confine con l'Ucraina, allora non ci sarà più il Nord Stream 2, ne segneremo la fine” e al giornalista che gli aveva chiesto come questo fosse possibile, visto che il gasdotto era sotto controllo tedesco, aveva risposto: “Te lo prometto, ce la possiamo fare”.

Sulla pista del sabotaggio non sembrano più esserci molti dubbi.

“Si tratta di esplosioni massicce che potrebbero aver danneggiato l'oleodotto su una distanza maggiore di quella che conosciamo e forse spostato il gasdotto dalla sua posizione originale”, ha affermato alla Mit Technology Review Jilles van den Beukel, analista energetico indipendente che ha lavorato per la Shell per 25 anni. I tubi d'acciaio di Nord Stream hanno uno spessore di 4 centimetri, con fino a 10 centimetri di cemento attorno, per un peso di 24 tonnellate per ciascuna delle circa 100mila sezioni del gasdotto. Secondo Van der Beukel “questi gasdotti non si rompono. Perdite di questo tipo hanno una probabilità di una volta ogni 100mila anni e l’unica spiegazione plausibile è il sabotaggio”.

La società che gestisce l'esercizio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 è costituita da:
  • Gazprom 51% (Russia)
  • Ruhrgas 15,5% (Germania)
  • Wintershall 15,5% (Germania)
  • N.V. Nederlandse Gasunie 9% (Olanda)
  • Gaz de France-Suez 9% (Francia)
Intanto sta indagando la polizia danese, perché il luogo della perdita ricade nella zona economica esclusiva danese. Un altro squarcio, invece, è nella zona economica esclusiva svedese, si legge su Rainews.