[News] Nell'Afghanistan controllato dalle truppe USA/NATO si effettuava il test di verginità sulle donne: ecco i dettagli



Il test, spiega l’ISSM (International Society for Sexual Medicine), “viene effettuato di solito attraverso il ‘metodo delle due dita’. L’esaminatore – spesso un dottore, un leader della comunità o un membro delle forze armate – inserisce due dita nella vagina di una ragazza al fine di verificare la presenza di un imene intatto”. Un imene non lacerato dimostrerebbe l’illibatezza della donna.

Secondo la letteratura medica e l‘OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), il “test di verginità” è in realtà privo di qualsivoglia validità scientifica“Non ci sono prove mediche a supporto di una simile tesi”chiarisce l’IRC (International Rescue Committee) nel report pubblicato lo scorso gennaio, “l’imene non è un indicatore attendibile per stabilire lo status sessuale” della donna.

La conformazione di questo “involucro”, infatti, varia da donna a donna. In rare ipotesi, le bambine nascono senza imene; in altre, la rottura della membrana avviene in seguito ad attività sportive, auto-esplorazione o masturbazione. Può anche capitare che l’imene resti intatto dopo un atto sessuale.

In Afghanistandenuncia Human Rights Watch, il “test di verginità” è utilizzato come esame di routine nei procedimenti penali a carico delle donne accusate del reato di “zina” (rapporti sessuali prematrimoniali o extraconiugali).

L’esame viene eseguito, su ordine dell’autorità di polizia o giudiziaria, in condizioni igieniche disastrose e senza il consenso della donna. Il referto medico diventa la prova cardine dell’accusa nel corso del processo.

Un verdetto di innocenza, peraltro, non cancella né lo stigma sociale dell’accusa né la vergogna di aver subito forzatamente un esame ginecologico così invasivo.

L’AIHRC (Afghanistan Independent Human Rights Commission), nel report pubblicato il 5 dicembre 2015, rileva che “il test di verginità è dannoso sia dal punto di vista fisico che emotivo tanto da poter essere considerato alla stregua della tortura“. “Qualsiasi esame medico senza previo consenso – si legge nel report – rappresenta una violazione dei diritti umani ed è contrario allo spirito della costituzione [afghana]. Ma il test di verginità costituisce una vera e propria molestia sessuale che può trasformarsi in violenza sessuale“.

La Commissione indipendente e l’organizzazione umanitaria Marie Stopes International hanno chiesto a gran voce l’intervento delle istituzioni afghane al fine di bandire questa deplorevole usanza.

Il test di verginità è stato vietato“, dichiara l’ufficio del presidente Ghani al New York Times“ma la pratica continua ad essere ingiustamente utilizzata soprattutto dalle autorità di polizia”.

Fonte: https://vociglobali.it/2018/11/05/test-di-verginita-lonu-dice-basta-lede-la-dignita-della-donna/