[News] Le proposte del Ministero dell’Interno in tema di rifiuti: un salto nel passato
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- From: "Vittorio" <v.moccia at itb.it>
- Date: Tue, 4 Dec 2018 10:41:37 +0100
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- Reply-to: v.moccia at itb.it
Le proposte del Ministero dell’Interno in tema di rifiuti: un salto nel passato
Non
c’è che dire, la recente sortita del Ministro
dell’Interno Matteo
Salvini, sul problema dei rifiuti in Campania, ci riporta indietro di
decine di anni. Si tratta di un vero e proprio “ritorno al
passato” nel quale sembra che, a fronte di un consistente
immobilismo delle amministrazioni locali e nazionali su questioni cruciali
per la sopravvivenza ambientale della regione - quella dei rifiuti tossici
in prima istanza - vengano riproposte nuovamente soluzioni industriali
vecchie e fuori contesto, intimamente correlate al famigerato e
fallimentare “ciclo dei rifiuti”, il cui passaggio finale
porta inevitabilmente a discariche ed inceneritori.
Per Salvini la
paventata crisi dei rifiuti campani, conseguente all’ormai prossimo
fermo per manutenzione di 2 dei 3
forni dell’inceneritore di Acerra, potrà essere risolta
solo “costruendo un
inceneritore per provincia”, risolvendo così, a suo
dire, anche definitivamente la questione dei rifiuti “in mano alla camorra”.
Appare evidente quanto affermazioni del genere dimostrino un dilettantismo
“del fare” ed un pressapochismo di idee a dir poco
desolanti.
Già
esaminando i numeri ufficiali della raccolta differenziata in regione,
che, pur condotta in alcuni Comuni nel peggiore dei modi, ha ormai
superato percentuali del 50%, pare più che evidente quanto la
soluzione di un inceneritore per provincia servirebbe solo alla
costruzione di impianti inutili e nocivi, che per di
più non si riuscirebbe neppure ad alimentare, a meno di non
importare rifiuti da fuori Regione.
Quello che piuttosto manca del
tutto alla Campania, in termini di una gestione dei rifiuti ordinari
basata sul riciclo totale della
materia, è la costruzione di impianti di compostaggio (aerobico),
di cui gran parte della regione è ancora priva. Tali impianti
risolverebbero il determinante problema dell’umido, una ricchezza
trasformata oggi in “problema percolato”, e spazzerebbero via
gli interessi industriali di chi fiuta l’affare dei finanziamenti
pubblici con certificati verdi per la costruzione dei biodigestori, utili
sollo all’impoverimento di materia che, invece di ridiventare
ammendante, viene trasformata in energia. Al compostaggio aerobico,
declinato in tutte le sue forme, andrebbe poi affiancato un sistema di
incentivi alla raccolta differenziata, recuperando il “porta a
porta”, oggi spesso abbandonato a favore della fallimentare idea
della raccolta stradale, che in alcune amministrazioni locali, inclusa
quella napoletana, ha dimostrato la sua totale inefficienza. Impianti di compostaggio ed
incentivi alla raccolta differenziata porta a porta segnerebbero la
sconfitta definitiva della termodistruzione della materia da
rifiuti, su cui ancora oggi piovono indecorosi finanziamenti
pagati dai cittadini con le loro bollette di energia elettrica, senza i
quali questi ecomostri sarebbero economicamente ingestibili.
Quanto al problema dei rifiuti tossici viene da
chiedersi cosa intendano fare Stato e Regione, oltre ai proclami
propagandistici degni di un’indecorosa e perenne campagna
elettorale, per risolvere il problema del recupero di territori devastati
dallo sversamento illegale o dall’incendio di tali rifiuti. Per
citare un caso clamoroso, i consulenti piemontesi della Corte
d’Assise d’appello di Napoli hanno confermato ad inizio 2018,
in senso peggiorativo, le drammatiche analisi del geologo Giovanni Balestri, commissionate
dalla Procura della Repubblica di Napoli, sull’invaso delle ecomafie
a Giugliano che sta contaminando in maniera irreversibile le falde di un
territorio su cui già insiste da anni il deposito di milioni di
ecoballe. Per queste ultime non si è oltretutto ad oggi ancora
trovata alcuna soluzione scientificamente compatibile con quella di un
territorio abbandonato alla sua sofferenza totale.
Quand’è che invece di parlare di nuovi inceneritori si
affronterà con un
minimo di serietà il problema delle ecomafie, su cui si
basa da anni una economia sommersa che attraversa l’intero
territorio nazionale?
Quand’è poi che si inizierà
a parlare in maniera seria di bonifiche e messa in sicurezza del
territorio, spostando
ad esempio voci di uscita folli da settori finalizzati solo a generare
altre morti, come quello militare, al tema del recupero
ambientale di una regione Campania ormai al collasso?
Napoli 3/12/2018
Salvaguardia Ambiente Campania
Sito: www.salvaguardiambiente.org
Email: contatti at salvaguardiambiente.org
Cell: +39.3346224313 /
+39.3398582678
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