[News] Afrin, chiesta la condanna della Turchia per crimini di guerra



La Turchia ha invaso la Siria per stroncare i curdi ad Afrin.

Il 15 marzo PeaceLink scriveva al Ministro degli Affari Esteri per una
risoluzione ONU simile a quella che consentì all'Italia, 12 anni fa, di
frapporsi con successo tra le forze armate israeliane e libanesi, riportando
la pace. Vedere https://www.peacelink.it/pace/a/45179.html

Così non è stato e in Siria l'assedio e i bombardamenti hanno fatto vincere la
Turchia. Ad Afrin si assiste al dramma dei civili curdi: "Oltre 200 mila senza
cibo né acqua". La Turchia appoggia l'ELS (Esercito Siriano Libero) e la
situazione si fa sempre più drammatica
(http://www.repubblica.it/esteri/2018/03/19/news/afrin_siria_turchia_curdi-191679462/).

Ora viene chiesta la condanna della Turchia per crimini di guerra, come si
legge su
http://www.uikionlus.com/reportage-relativo-alla-criminale-politica-di-erdogan-contro-il-popolo-curdo/

Decine di testimoni hanno presentato alla giuria popolare di Parigi le prove
di quella che Fermon (1) afferma essere una “deliberata strategia criminale di
Erdogan contro i Curdi; siamo di fronte ad uno stato, la Turchia, che agisce
come una vera e propria organizzazione criminale al di fuori di ogni
controllo, che ha sostenuto e sostiene organizzazioni terroriste legate alla
djhad islamica e a Daech (2) pur di contenere le rivendicazioni legittime dei
Curdi, che occupa e bombarda indiscriminatamente altri stati sovrani come la
Siria o l’Irak per impedire l’autogoverno democratico, laico e progressista
dei Curdi”.


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(1) Jan Fermon, avvocato belga Segretario Generale dell’Associazione
Internazionale degli Avvocati Democratici, è il Procuratore Generale presso il
Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) convocato a Parigi il 15-16 marzo 2018
per giudicare la politica di Erdogan nei confronti dei Curdi. Ha dichiarato:
“La Turchia come tale, il suo Presidente Erdogan devono essere condannati per
crimini di guerra e crimini contro l’umanità".

(2) Una particolare impressione l’ha fatta la testimonianza di David Phillips,
attualmente Direttore del programma di peace-building e diritti umani della
Columbia University negli Stati Uniti, che ha occupato anche posizioni di
rilievo in seno a numerose organizzazioni politico-diplomatiche USA, oltre ad
essere un noto commentatore politico americano sui fatti in Medioriente. “La
Turchia si presenta come alleato della NATO o dell’Occidente -dice Phillips-
ma in realtà abbiamo prove schiaccianti sul suo sostegno a Daech e
all’integralismo djjadista nella regione: i passaporti trovati in possesso di
esponenti di Daech sono stampati in Turchia; le carte telefoniche da loro
usate sono state fornite dal MIT; esistono campi di reclutamento djhadista in
Turchia, da cui sono stati poi inviati combattenti a Kobane, Afrin e altre
aree curde; abbiamo le tracce di finanziamenti illeciti dal governo turco
verso organizzazioni estremiste; ospedali alla frontiera con la Siria hanno
accolto ed accolgono combattenti di Daech, compresi esponenti di primo piano
dell’organizzazione di Al-Bagdadi, il capo dello stato islamico; il figlio di
Erdogan è personalmente coinvolto in operazioni di sostegno finanziario a
Daesch. Se la Turchia presentasse oggi una domanda di adesione alla NATO
verrebbe immediatamente respinta -afferma Phillips- perché la Turchia non fa
assolutamente parte di quella “comunità di valori” che la NATO dice di
rappresentare”.