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[News] Padre Kizito ricorda Luciano Marescotti. Oggi il saluto dei parenti e degli amici
- Subject: [News] Padre Kizito ricorda Luciano Marescotti. Oggi il saluto dei parenti e degli amici
- From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Thu, 1 Jun 2017 19:34:13 +0200
- Importance: Normal
- Reply-to: a.marescotti at peacelink.it
E' venuto a mancare Luciano Marescotti, nato nel 1921, testimone della lotta di Liberazione in Romagna, cittadino impegnato umanamente e civilmente su molti fronti. Lo ricorda padre Renato Kizito Sesana con questo messaggio: http://www.peacelink.it/voltana/a/44451.html Qui sotto riporto il discorso che ho pronunciato durante il rito civile celebrato oggi nel cimitero di Talsano (Taranto). --- IN RICORDO DI LUCIANO MARESCOTTI --- Vogliamo ringraziare chi è voluto venire qui a ricordare e salutare il nostro papà. Ringraziamo tutte le persone che in queste ore ci stanno mandando messaggi di affetto e di vicinanza. Il nostro papà, Luciano, ci ha lasciato ieri serenamente, in punta di piedi. Lo avevamo dissetato con il contagocce. Gli avevamo massaggiato la schiena. Dormiva, aveva il capo reclinato, il viso tranquillo, ci siamo accorti che il suo cuore aveva smesso di battere, non ha neppure avuto un momento di agitazione, sembrava che si fosse preparato a questa uscita di scena discreta, per non dare problemi e per non farci soffrire. In realtà lui non esce di scena. Perché le sue idee si sono ben radicate in noi, in profondità nella coscienza. Finché vivranno i suoi ideali, anche lui vivrà. Scrisse un partigiano nella sua ultima lettera prima di morire: "Io non sono che una cosa piccola. Il mio nome sarà presto dimenticato, ma l'amore, l'ispirazione che mi guidarono continueranno a vivere. Li incontrerai ovunque: sugli alberi in primavera, negli uomini sul tuo cammino, in un breve dolce sorriso. Incontrerai ciò che ebbe un valore per me, l'amerai e non mi dimenticherai". Queste parole ci hanno guidato e ispirato per lungo tempo. Sentiamo che Luciano è qui fra noi, in noi, nelle speranze e nei progetti che ci fanno crescere, credere, piangere e sorridere. In queste ore stiamo cercando di riordinare i ricordi, i tantissimi ricordi che ci lascia. Per noi è impossibile pensare che oggi lui vada via. Ci piace pensare che si è solamente addormentato e che lui è qui in mezzo a noi noi, sornione, con le sue idee di saggezza, con la sua voglia di ballare, con il suo ottimismo e la sua voglia di resistere sempre e comunque. Luciano ci ha trasmesso un inguaribile ottimismo e una sana volontà di resistere alle alla sconfitte. Luciano era un disarmante idealista e al tempo stesso un uomo pragmatico. Era stato un muratore, prima di diventare un insegnante. Quando andavamo a trovarlo ci chiedeva di raccontare quello che facevamo e quando gli parlavamo avvertivamo che le nostre vite avevano un senso, che le nostre storie avevano un senso e che il senso di tutto era fare felici le persone, farle sentire sentire vive e piene di speranza. Noi oggi non celebriamo una funzione religiosa perché papà era laico, lui avrebbe voluto così. E non dispiacerà alla nostra mamma sentire ricordare papà in questo modo, senza liturgie ma con tanto affetto e tanta vibrante voglia di celebrarne la memoria. A parlare di Luciano vogliamo essere noi che lo abbiamo amato e che lo abbiamo conosciuto come un padre premuroso, presente, allegro e pieno di attenzione nei nostri confronti. Papà ha riassunto in sé la storia del Novecento. Luciano è nato a Voltana, un piccolo paese della Romagna, nel 1921 e nel 1943 si è unito alla Resistenza quando le truppe nazifasciste avevano occupato l'Italia. Di quella esperienza papà ha coltivato la memoria e ce l'ha trasmessa. Ma soprattutto ci ha insegnato a non rassegnarci all'ingiustizia. E ogni volta che ci sentivamo in difficoltà e avevamo la tentazione di mollare c'era sempre il pensiero di papà: se ha resistito lui in condizioni così difficili, dobbiamo resistere anche noi. E così questo ci ha aiutato ad essere diversi dai rassegnati, dai rinunciatari, dagli ignavi, dagli opportunisti. Papà è stato garanzia della pulizia della nostra anima, e della sua resistenza. O anche della resilienza, cioè di una resistenza intelligente e attiva. Papà è venuto assieme alla mamma a Taranto nel 1956 e la mamma rimase affascinata dalla bellezza di questa città. Allora Taranto era un paradiso e la mamma decise che noi saremmo nati qui. E così è stato, io e Marinella siamo nati a Taranto. Papà e mamma sono stati bellissimi, hanno ballato fino a pochi anni fa il tango. E fino a pochi giorni fa si sono sfidati a dama, in interminabili partite. E negli ultimi giorni li abbiamo visti parlarsi con gli occhi, come due fidanzati. La mamma lo ha seguito con un affetto che non ha eguali, con un buon umore, un garbo e una leggerezza che ci faceva ricordare il modo con cui lei ci trattava da bambini, con la stessa premura e le stesse attenzioni che sono una donna può avere. La mamma lo ha amato come un bambino che nasce mentre stava morendo. Vorremmo concludere questo nostro saluto collettivo a Luciano leggendo le parole di Tiziano Terzani, un grande scrittore e testimone di pace, che disse: "E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell'aria. Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami. Ci si parla. Ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio". Vi chiediamo un minuto di silenzio per sentirlo qui con noi. Luciano, papà, grazie.
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