[News] Fwd: Abruzzo e mafie. Non c’è O’ Sistema ma i colletti bianchi hanno immensi prati
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- From: Associazione Antimafie Rita Atria - PeaceLink Abruzzo <abruzzo at ritaatria.it>
- Date: Tue, 1 Dec 2015 08:16:05 +0100
Abruzzo e mafie. Non c’è O’ Sistema ma i colletti bianchi hanno immensi prati
La morte della figlia di Felice Maniero, di cui si è tornato a parlare, e altre recenti notizie dovrebbero imporre di far luce su tanti aspetti dell’Abruzzo
Potrebbe essere stata
assassinata la figlia, sotto protezione, di un pentito in uno dei principali
città della Regione. Un titolo da far tremare i polsi e che dovrebbe suscitare
inquietanti interrogativi. Non è un titolo inventato ma è il riassunto di
quanto ha dichiarato, così come riportato dalla trasmissione Rai Report,
Giancarlo Carpi sulla morte di Eva Maniero, la figlia del boss della “Mala del
Brenta”, avvenuta a Pescara nel 2006 e all’epoca archiviata come suicidio.
Felice Maniero ha dichiarato di non credere alle rivelazioni di Carpi e, per
quel che sappiamo, ad oggi non ci sono riscontri. Ma ciò non rende la questione
irrilevante. Perché se fosse come dichiara Carpi, come avrebbero trovato Eva Maniero (che viveva a Pescara sotto falso
nome)? Chi avrebbe avuto interesse ad assassinarla? Qualcuno, e chi, ne avrebbe
“bruciato la protezione”? Al contrario, come sostiene Felice Maniero e come si
conclusero le indagini allora, e cioè che sia stato suicidio, perché Carpi ha
rilasciato queste dichiarazioni? Quali le motivazioni delle sue parole? Sono
interrogativi pesanti, in una regione dove non è la prima volta che emergono
dalla cronaca notizie di agguati della criminalità organizzata. Quasi dieci
anni fa si scoprì che un agguato di camorra era stato deciso sulla costa abruzzese.
E, solo ad inizi Anni Novanta, almeno 3 son stati gli agguati riconducibili
alle presenze criminali e mafiose nella Regione. Vari latitanti si sono
rifugiati e hanno avuti basi in Abruzzo, compreso uno dei maggiori ricercati
dell’FBI, il narcotrafficante Diego Leon Montoya Sanchez.
Ma non è solo questo.
Giancarlo Carpi, riportano le cronache, è accusato di essere stato tra i
fondatori della “Legione Brenno”, una formazione di estrema destra implicata in
traffici d’armi internazionali. E anche
qui la cronaca fornisce vari spunti. Negli ultimi anni armi e neofascismo più
di una volta son comparsi nelle cronache. Di queste formazioni, animate da un
mix di fascismo, massoni, trafficanti d’armi ed altro, varie ne sono sorte
negli anni in Abruzzo. La più famosa probabilmente è la DSSA, che puntava alla
formazione di una vera e propria “polizia parallela” e i cui fondatori erano
riconducibili a Gladio e alla P2. Meno di un anno è passato dallo
smantellamento in Abruzzo di un’organizzazione
accusata di puntare alla ricostruzione di “Ordine Nuovo”, il gruppo
terrorista fascista. E son solo gli ultimi capitoli di presenze che nella
nostra Regione affondano le radici nei decenni …
E’ notizia di questi
giorni lo smantellamento di una rete criminale che importava droga dalla
Capitale in Abruzzo, ultima di una innumerevole serie che negli anni ha
documentato come l’Abruzzo sia al centro di traffici nazionali e
internazionali. Droga, rifiuti, traffico d’armi, eversione neofascista,
sfruttamento della prostituzione, in Abruzzo l’attività è fiorente. Nelle
scorse settimane da vari esponenti istituzionali abbiamo sentito affermare che
non c’è un sistema. Lo sentiamo dichiarare da anni. Una inesistenza che
dovrebbe rassicurare. Ma non è così. Perché, come già recentemente ricordato,
l’Abruzzo Felix non esiste da tantissimo tempo. E’ vero, ‘O Sistema non c’è, in
Abruzzo non esiste una cupola suprema o un Matteo Messina Denaro che accentra
tutto. Ma esistono immensi praterie dalle quali le mafie, e non solo, si insinuano
nel tessuto sociale ed economico. Se una volta c’era un grande prato verde dove
nascevano speranze da non tradire mai, come recitava la famosa canzone, ora qui
ci sono immensi prati dove nascono affari, traffici, intrecci criminali
ripetutamente, costantemente, nell’imperversare di consorterie e comitati
d’affari. Nell’ultimo rapporto semestrale, presentato non più tardi di qualche
settimana fa, la DIA fa riferimento nero su bianco a “imprenditori senza
scrupoli che potrebbero rappresentare un’efficace testa di ponte per i gruppi
camorristici”.
Non hanno avuto bisogno in questi anni di ‘O Sistema, imprenditori senza scrupoli e criminali, rappresentanti dello Stato e personaggi attivi nel sottobosco della politica o direttamente membri delle istituzioni a vari livelli (valga su tutto ricordare che negli Anni Novanta almeno 15 comuni letteralmente appaltarono lo smaltimento dei rifiuti urbani a Gaetano Vassallo, allora imprenditore dei rifiuti legato al clan dei Casalesi e successivamente collaboratore di giustizia … nell’ultima intervista prima di essere assassinato rilasciata ad Enzo Biagi Pippo Fava denunciò che è “il potere politico e finanziario” a permettere alle mafie di esistere e che “i mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte sono ministri, i mafiosi sono banchieri, i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione” … principi e riflessioni che valgono nelle altissime sfere del “sovversivismo delle classi dirigenti” ma che non dobbiamo dimenticare neanche in queste, sicuramente minori, realtà delle province dell’Impero), diversi dei quali considerati affiliati o comunque contigui anche ad ambienti massonici. Ambienti e influenze che compaiono improvvisamente nelle cronache, cercando sul web si trova qualcuno che sembra voler denunciare una sua presunta influenza, notizie che fanno riferimento a personaggi che entrerebbero in sodalizi per far carriera o che sono protetti nelle loro posizioni perché già affiliati, ma alla fine tutto si perde come in un porto delle nebbie. Già nel 1994 la “Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari” se ne occupò, stilando anche dati statistici su presenze e numero di iscritti alle logge nelle regioni italiane. La Commissione sottolineò di non star portando avanti “la criminalizzazione della massoneria in quanto tale” ma evidenziò che “per i documentati rapporti tra organizzazioni mafiose ed alcune logge massoniche, e stante l’intreccio, proprio delle logge massoniche, tra alta riservatezza e vincolo di solidarietà, aveva sollevato, nella relazione sui rapporti tra mafia e politica, un allarme in ordine ai possibili condizionamenti di logge massoniche coperte e deviate nell’attività di pubbliche istituzioni” e che esistono inchieste dalle quali sono emerse “collusioni di suoi iscritti con esponenti della criminalità organizzata”. 21 anni dopo si riuscirà mai a risalire dal porto delle nebbie? L’Abruzzo troverà mai i fari giusti per illuminare le zone grigie e far emergere senza remore la reale realtà dei fatti?
Alessio Di Florio
Associazione Antimafie Rita Atria
PeaceLink Abruzzo