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[News] Dino Frisullo, la militanza più appassionata e innamorata di giustizia, di libertà, di …umanità
- Subject: [News] Dino Frisullo, la militanza più appassionata e innamorata di giustizia, di libertà, di …umanità
- From: Alessio Di Florio <ahimsashalom at yahoo.it>
- Date: Wed, 4 Jun 2014 15:56:17 +0100 (BST)
- Reply-to: Alessio Di Florio <ahimsashalom at yahoo.it>
Dino
Frisullo, la militanza più appassionata e innamorata di giustizia, di libertà,
di …umanità
Il
tempo scorre e va via. Passano i giorni, le settimane, i mesi, …un altro anno
intero e siamo ancora qua, al 5
Giugno più bello e più triste per tanti, tantissimi: il compleanno e l’anniversario
della morte di Dino Frisullo. Ricordarlo quest’anno, rileggere le sue denunce,
le sue poesie, la sua appassionata corsa mozzafiato appare quasi un approdo dal
frastuono, dalla vacuità, dal chiacchiericcio che ci circonda. Mai come quest’anno
l’abisso scavato dalla morte di Dino, la distanza siderale tra i compagni come
lui che tanto ci mancano e il deserto auto proclamatosi “Sinistra” che della
sinistra vuol distruggere quel che ancora cerca di rimanere e lottare, appare
in tutta la sua immensità.
La
storia di Dino, le infuocate pagine della sua militanza sulle strade polverose
del Kurdistan, della Palestina, dell’Italia, con lo sguardo e il cammino degli
ultimi e degli impoveriti, delle vittime di ogni sopruso e ingiustizia,
dovrebbe essere lampada per ogni compagno e compagna in quest’Italia e in quest’Europa
massacrati dalla crisi, dal Capitale e dalla disumanità di classe. Dovrebbe. Ma
purtroppo non è così. In queste settimane ci ritroviamo ancora a dover fare i
conti con i calcoli elettoralistici e opportunistici di alcuni. Ancora una
volta c’è chi si proclama di sinistra ma sogna di sedersi a tavola con chi sfrutta
lavoratori e lavoratrici, con chi mette sul piatto della bilancia di sociali
manuali cencelli i diritti e la dignità, con chi devasta territori e vorrebbe l’impunità.
Ed è con loro d’accordo. Si lascia da loro sedurre. A tutti costoro Dino
avrebbe da insegnare moltissimo, tantissimo, tutto e anche di più.
Ma
Dino è troppo passionale, troppo innamorato, troppo scomodo per le loro vuote
certezze. Dino è patrimonio degli ultimi, Dino è un'appassionata lotta che non
è mai finita capace di percorrere prima degli altri sentieri inesplorati e
illuminando come lampade il percorso collettivo. Sentieri dove Dino incontrava
uomini e donne assetati di libertà, di giustizia, di uguaglianza come lui.
Uomini e donne in cerca dell'umanità perduta. Migranti, senza patria, kurdi,
palestinesi, gli ultimi e gli emarginati del mondo erano i suoi fratelli e le
sue sorelle, erano la sua Patria. Con rabbia, con forza dirompente, con amore, vibrando
dell'umanità più autentica, capace della com-passione vera di un cuore
straordinario e generoso. Poesia commovente e struggente, capace di graffiare
le corde dell'animo e di esprimere denuncia e umanità nella quotidianità di chi
ha donato tutta la sua vita agli ultimi, ai senza casa, ai migranti, ai popoli
oppressi. Senza mai fermarsi e senza mai arrendersi. Ma si farebbe torto a Dino
un grande torto se dimenticassimo che l’entusiasmo, la rabbia, l’indignazione
di Dino sapevano coniugarsi ad un rigore, ad una ricerca, ad una preparazione
altrettanto immensi. Prima di tantissimi altri Dino capì cosa stava accadendo
sulle coste meridionali della nostra Italia, capì il carico di umanità che
stava già bussando alle nostre porte. Umanità di culture, popoli straordinari.
Umanità calpestata, incatenata, oppressa da guerre e non solo. Guerre
realizzate con armi prodotte in Occidente, in nome degli interessi di signori
della guerra che siedono nelle grandi assise mondiali e che in giacca e
cravatta si presentano lindi e puliti sulla ribalta mediatica occidentale.
Puliti perché altri si sporcano le mani di sangue per i loro interessi.
La
storia di Dino è questa. E’ la storia più nobile dell’umanità, di chi in ogni
epoca e in ogni latitudine ha costruito un futuro migliore, ha lottato contro le
miserie più disumane nel nome degli ideali più nobili ed autentici. E’ la
storia degli oppressi, dei vecchi sindacalisti anarchici, dell’antagonismo di
ogni epoca, dei comunisti clandestini, degli impoveriti e dello straccio rosso
di Pasolini che non cadde mai nella polvere perché sventolava ad ogni
latitudine e non ne aveva neanche il tempo. Internazionalisti, compagni di
viaggio e di vita dei palestinesi e dei kurdi, pronti a condividere il loro
destino sotto le bombe o nelle carceri turche. Perché o si è internazionalisti,
indignati, o si è disposti a lottare quotidianamente, senza mai indietreggiare,
senza mai dire “non mi interessa”, senza mai lavarsi le mani ma anzi pronti a
sporcarsele se fosse possibile anche 25 ore al giorno o non si è. Le lotte di
Dino sono antiche e profonde. Sono le stesse lotte degli scioperi delle mondine
dell’Ottocento, dei senzatetto nei latifondi, di chi si è opposto alla bestia
nazifascista, degli operai nei primi decenni della rivoluzione del capitalismo
industriale. La sinistra dei compromessi, dei salotti romani, dei palazzi di
regime, la sinistra che considera più importante l’accordo al ribasso del grido
di dolore, di rabbia, di indignazione di chi viene avvelenato, oppresso,
assassinato dal profitto, dalle mafie e dal capitalismo non è sinistra.
Dino
vive ancora, Dino lotta ancora. Antagonista, libero, ribelle. Ama, di una
passione infinita, di chi spende tutta la propria vita per ideali forti e
belli. Non è retorica vuota, è realtà, è poesia dei fatti. In ogni volto di
kurdo che continua a lottare per l'affermazione della propria esistenza, in
ogni migrante che giunge sulle nostre coste e viene rinchiuso nei CIE, potremo
scorgere gli occhi malinconici e appassionati di Dino Frisullo, nei loro passi
i suoi. Mille Alì sognano ancora l'Europa, innumerevoli Leyla dagli occhi “più
profondi del mare” vivono ancora nel Kurdistan in attesa del giorno in cui
avranno una patria e saranno liberi, sotto il cielo di Zako, nei prigionieri
assetati di vita nel deserto del Neghev, nei migranti quotidianamente deportati
nell’Italia del 2014 (basta col pensare ai giochetti da palazzo di alcuni,
pensiamo a loro!!), negli aspri monti del Kurdistan, nel senza casa che
disperatamente vuol sperare nel futuro, tante, troppe "divise
verdeoliva" occupano la propria giornata nel cancellare sogni, nel
reprimere umanità, nel mostrare a chi giunge nelle tante Patrasso di tutta
Europa il volto più feroce del "Premio Nobel per la Pace".
Le
tue spoglie mortali caro Dino riposano in un cimitero, le tue poesie, i tuoi
scritti, le tue appassionate parole sono rimaste con noi. Scolpite nei cuori e
nell'animo. Continui a camminare, tocca a noi donarti gambe e braccia, mente e
cuore. Bellissimo conoscerti, impossibile dimenticarti. E oggi cammini ancora
al nostro fianco, ci fai coraggio e ci sproni a non fermarci mai. Quando il
peso della militanza ci sembrerà eccessivo, quando costruiremo percorsi di Pace
e di giustizia e sentiremo di perdere noi stessi, quando il nostro cuore si smarrirà,
scalatore "mite e ostinato" ci verra in soccorso il tuo sorriso e la
tua testarda passione. Ad aiutarci a ripartire, ad asciugare le lacrime e
ritrovare i colori dove vedremo solo grigiore e tristezza. Perché ogni volta
che asciugheremo una lacrima di "chi sa piangere ancora", ogni giorno
in cui raccoglieremo "il testimone
del suo entusiasmo", camminerai al nostro fianco, il mondo respirerà
ancora e si nutrirà di ogni tua fibra.
Alessio Di Florio
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