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[News] 2 giugno: L'esercito è la sconfitta della democrazia. Aboliamo la parata militare, La democrazia deve vergognarsi delle sue armi, non esaltarle
- Subject: [News] 2 giugno: L'esercito è la sconfitta della democrazia. Aboliamo la parata militare, La democrazia deve vergognarsi delle sue armi, non esaltarle
- From: Alessio Di Florio <ahimsashalom at yahoo.it>
- Date: Sun, 1 Jun 2014 13:22:44 +0100 (BST)
- Reply-to: Alessio Di Florio <ahimsashalom at yahoo.it>
Aboliamo la parata militare del 2 Giugno
2 giugno: L'esercito è la
sconfitta della democrazia
La democrazia deve vergognarsi delle sue armi, non
esaltarle
"L'Italia è una repubblica democratica" non
è solo una frasetta di circostanza, ma l'essenza stessa dell'essere
repubblicano del nostro Paese. La democrazia è il luogo per eccellenza del
dialogo, della mediazione, del ripudio della risoluzione delle controversie con
la violenza e la mera forza bruta.
In democrazia(demos, popolo; kratos, potere; dovremmo
imparare a leggere l'origine delle parole per capirne la portata ...) il popolo
si riappropria della propria sovranità e la esercita seguendo strade che se non
sono proprio quelle della nonviolenza, le sono vicine parenti.
La forza militare è l'esatto opposto, il contrario più
totale della democrazia. Essa è depositaria della violenza più bruta, che
cancella ogni ratio e dove prevale solo l'arroganza e il ferro. L'esercito è sempre
stato in ogni dittatura, elemento preponderante e decisivo per opprimere e
imporre la tirannia. Una democrazia non può quindi mai e poi mai esaltare la
violenza delle armi, la potenza del proprio apparato bellico. Essa dovrebbe
invece addirittura averne vergogna, in quanto la "necessità" delle
armi è una sua sconfitta, una sua resa. La Repubblica Italiana è nata con
l'esperienza civile e morale della Resistenza. Dopo oltre vent'anni di
dittatura fascista, di buio della ragione tantissimi italiani hanno trovato la
forza, morale e di coscienza, di opporsi, di dire no alla tirannia. E sono
fiorite le esperienze, le occasioni in cui la resistenza morale e civile del
popolo italiano si è potuta esprimere. In quelle settimane la democrazia è
stata seminata, si è rafforzata e poi finalmente è fiorita dopo la liberazione.
A nulla sarebbero servite le armi "partigiane" senza la ribellione
popolare, senza le decine, le migliaia di italiani che sostennero la Resistenza
senza imbracciarle. Ma anche coloro che lo fecero, non lo fecero per
militarismo o per esaltazione dell'arme. Essi, come cantava il menestrello
d'America Bob Dylan, erano "soldati perché un giorno nessuno sia più
soldato". Accettarono di essere sconfitti democratici imbracciando un
fucile perché la guerra potesse essere "ripudiata" dall'Italia
intera.
Gli eserciti esistono per un solo scopo: fare la
guerra. Le armi che vengono costruite possono essere utilizzate per un solo
atto: sparare … ed uccidere. Essi sono la massima esaltazione della “legge” del
più forte, dell’arroganza bellica, della disumanità. Nessuna di queste parole
fa, neanche solo lontanamente, rima con democrazia. Oltre 10 anni di avventure
belliche degli Stati occidentali stanno lì a dimostrarcelo e, ogni giorno,
anche se facciamo finta di dimenticarcene e giriamo la testa dall’altro: la
democrazia non si esporta con le bombe e gli eserciti. E fin quando non
capiremo questa lezione, parole come democrazia e libertà (quelle che vengono
esaltate, come ogni “Festa della Repubblica”, anche in queste ore) suonano
false se pensiamo che le si possa esportare massacrando, uccidendo, spargendo sangue
e che le si possa festeggiare ostentando parate militari.
Ricordiamocelo prima della parata militarista del 2
giugno. E aboliamola.
Alessio
Di Florio
PeaceLink
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