Appello mobilitazione 31 maggio - I diritti non sono stranieri [cittadinanza, accoglienza, dignità]



Presidio a Montecitorio

31 maggio h.14.30

I DIRITTI NON SONO STRANIERI

Cittadinanza – Accoglienza – Dignità

Come associazioni antirazziste, lavoratori del terzo settore, collettivi che lottano con i migranti per i diritti di tutti sentiamo il bisogno di prendere parola sulle tante questioni sollevate di recente rispetto al complesso delle politiche migratorie italiane. Con questo appello chiamiamo un presidio sotto il Parlamento per venerdì 31 Maggio, dalle ore 14.30, perché crediamo necessario affermare di fronte alle istituzioni, italiane ed europee, la nostra radicale incompatibilità con le posizioni espresse in queste settimane da diversi esponenti politici e con il tono del dibattito che si è generato a partire dalle proposte di riforma della cittadinanza, del reato di clandestinità e dei C.I.E. Siamo consapevoli che il “governissimo” di Pd e Pdl non ha nessuna intenzione di uscire dal solco delle politiche migratorie, repressive e inconcludenti, degli ultimi due decenni. Proprio per questo siamo convinti che soltanto dal basso si possano e si debbano imporre nell’agenda politica i temi che riguardano i diritti dei cittadini stranieri e l’urgenza di un ripensamento globale delle politiche migratorie.

Invitiamo tutte le realtà che lavorano quotidianamente per una società aperta e meticcia a sottoscrivere questo appello e a farlo circolare (per adesioni inviare una mail a:  31maggio2013 at libero.it). Invitiamo le associazioni, i collettivi, le occupazioni, gli operatori sociali e i lavoratori del terzo settore, i cittadini migranti e quelli italiani a partecipare al presidio.

  

Negli ultimi mesi, le questioni legate ai diritti dei migranti sembravano scomparse dal dibattito politico locale e nazionale. In poche settimane, invece, è bastata la nomina simbolica di un ministro nero per scatenare innumerevoli reazioni. Prima il becero razzismo verso il ministro Kyenge, poi gli attacchi contro le sue proposte politiche in tema di cittadinanza, C.I.E. e reato di clandestinità, e, più recentemente, i tragici fatti di Milano sono serviti da pretesto per dare forza all'ennesima campagna razzista e securitaria. Tutto ciò rappresenta l’ennesimo prodotto di vent’anni di politiche migratorie che hanno trattato un grande fenomeno sociale alla stregua di un problema di ordine pubblico.

Eppure, nonostante gli ostacoli predisposti dalle leggi restrittive sulle migrazioni, l'Italia è già una società meticcia. Più di cinque milioni di cittadini migranti vivono in Italia, una presenza che attraversa tutti gli ambiti della vita pubblica, dalle scuole agli ospedali, fino ai luoghi di lavoro. Un'esistenza spesso tormentata dalle continue discriminazioni e dalla mancanza di riconoscimento legale e sociale. Nell'ultimo decennio, poi, e mai come ora nel contesto della crisi economica, l'Italia é di nuovo un paese dal quale si emigra verso altre mete. Le misure di austerità, che impongono disoccupazione, precarietà e tagli al welfare, sono la molla che spinge molti cittadini, sia italiani che migranti, a lasciare il paese.

In questa situazione, l’Italia è diventata, dopo la Grecia, il nuovo “paese non sicuro” per richiedenti asilo e rifugiati. La pesante situazione nazionale si ripercuote in maniera ancora peggiore sulla città di Roma: solo pochi giorni fa il Delegato dell’UNHCR per il Sud Europa ha scritto ai candidati sindaco della Capitale, denunciando “la quasi totale mancanza di un sistema d’integrazione per i rifugiati e per gli altri beneficiari di protezione internazionale”. Prima l’espulsione dai centri di accoglienza dei rifugiati provenienti dalla Libia, senza alcuna prospettiva per il loro futuro, dopo due anni di “parcheggio” in luoghi utili soltanto a generare enormi profitti per i potenti professionisti dell’accoglienza romana. Poi l’accanimento del Comune contro i giovani migranti del Bangladesh, perseguitati nei centri di accoglienza e rinchiusi nei C.I.E., che rischiano la condanna a una clandestinità senza vie d’uscita. Infine, l’uso di retoriche esplicitamente razziste nei tentativi di criminalizzazione dei movimenti di lotta per la casa, unica risposta reale alla grave emergenza abitativa.

La distanza tra la nuova società meticcia e le politiche migratorie razziste e inconcludenti degli ultimi due decenni, impone l’urgenza di un loro ripensamento complessivo, funzionale a riconoscere e garantire i diritti e la dignità di tutti. Sentiamo l’esigenza e la necessità di prendere parola pubblicamente e lanciare un messaggio nei confronti di chi pensa ancora di poter continuare nel solco delle politiche che hanno condannato migliaia di persone alla clandestinità e all’esclusione sociale, e in molti casi alla detenzione in strutture inumane come i C.I.E. Vogliamo farlo tutti insieme, di fronte al Parlamento, raccogliendo in una piazza le tante istanze e i molteplici desideri che animano il nostro lavoro e le nostre vite.

Lo faremo nel giorno in cui a Francoforte, nel cuore dell’Europa del capitale finanziario e dell’austerità, verrà bloccato il principale aeroporto europeo di deportazione dei cittadini migranti indesiderati. Questa circostanza non è casuale, ma esprime la consapevolezza che oggi lo spazio dello scontro tra chi alza muri e chi costruisce ponti può essere soltanto quello europeo.

Invitiamo i cittadini, migranti e italiani, le associazioni, le scuole d'italiano, gli operatori sociali e tutti coloro che credono sia necessario aprire un dibattito politico per ripensare globalmente e profondamente le politiche migratorie italiane ed europee, a partire dal sistema di accoglienza, a partecipare al presidio che si svolgerà in piazza Montecitorio, il 31 Maggio alle ore 14.30.

Chiediamo:

- L’introduzione dello ius soli e la semplificazione delle procedure e dei tempi di acquisizione della cittadinanza per residenza, che è un diritto e deve finire di costituire soltanto una concessione.

- La chiusura dei C.I.E., luoghi inumani, dove le persone vengono torturate e detenute in condizioni vergognose, senza aver commesso alcun reato.

- L'abolizione del reato di clandestinità.

- Un nuovo piano di accoglienza per rifugiati, richiedenti asilo e minori stranieri non accompagnati. L'immediata chiusura dei grandi centri, al fine di promuovere un nuovo sistema di accoglienza decentrato e su piccola scala. In tal senso è necessario che gli stanziamenti non siano spesi per arricchire poche aziende, come nel caso della “Emergenza Nordafrica”, ma siano finalizzati ad allargare le maglie dello SPRAR per permettere l'accesso a tutte le persone che vi fanno richiesta.

- La fine dell’accanimento del comune di Roma nei confronti dei giovani migranti del Bangladesh, l’interruzione immediata delle retate e dei controlli, per trovare una soluzione politica che tuteli i loro diritti e la loro dignità.

- La revisione del regolamento Dublino II, ormai incapace di regolare l’asilo a livello europeo e fonte di sofferenze e violazioni per tanti cittadini migranti, con l’obiettivo di garantire loro il diritto di scegliere dove vivere e la libertà di movimento.

Primi firmatari:

Arci, Esc Infomigrante, Laboratorio 53, Lab!Puzzle, La Strada, Scuola di italiano Astra 19,  Servizio Civile Internazionale, Senza Confine, Yo Migro, Rifondazione Comunista