I rischi dell'esposizione all'inquinamento ambientale, convegno a Faenza



Per un Buon Inizio!
Questo l'accattivante titolo del Convegno nazionale che si terrà il 12
gennaio 2013 alle ore 16.30 a Faenza, al Museo delle Scienze Malmerendi
(Via Medaglie d'oro 51) nell’ambito del programma di eventi sui diritti
dell’infanzia e dell’adolescenza con il patrocinio dell’Autorità Garante
per l’Infanzia e l’Adolescenza.
Il Convegno, organizzato da realtà  locali e dalle  associazioni che hanno
dato vita alla "Campagna nazionale difesa del latte materno dai
contaminanti ambientali" (www.difesalattematerno.wordpress.com), si
propone di fare il punto sui rischi che l'esposizione all'inquinamento
ambientale comporta per la salute, in particolare dell'infanzia.  Il fine
è quello di fornire informazioni e stimolare una presa di coscienza che si
traduca in adeguate azioni per la salvaguardia della salute di tutti ed in
particolare dei bambini. A questi ultimi, in apertura del convegno, sarà
dedicato  lo spettacolo di burattini “Un mondo da salvare”, tratto
dall’omonimo libretto prodotto dalla Campagna e scaricabile dal sito. Dopo
gli interventi di pediatri e delle portavoci della Campagna, vi saranno
testimonianze di genitori/associazioni  provenienti dai posti più "caldi"
del paese a cominciare da Taranto, ma anche da Venafro, Roma, Parma,
Milano.
A conclusione della serata, verranno  presentate 10 domande da sottoporre
ai futuri candidati premier nella speranza di ottenere risposte chiare. Le
domande sono scaricabili dal sito della Campagna nazionale
http://difesalattematerno.wordpress.com/2012/12/16/10-domande-ai-candidati-per-le-prossime-elezioni/#more-1081
 ed evidenziano come l' informazione  su ambiente e salute continui ad
essere estremamente carente, mentre - a nostro avviso- la questione
dovrebbe entrare a pieno titolo nel dibattito politico, specie in vista
delle prossime scadenze elettorali. L’argomento infatti è di scottante
attualità, specie in questa fase di recessione economica, crisi
occupazionale e sociale in cui si registra un drammatico peggioramento
delle condizioni di vita ed un  parimenti  drammatico incremento delle
malattie croniche ed invalidanti ( in media gli uomini si dovranno
attendere 16 anni di disabilità, le  donne addirittura 22!).
Di fatto il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione come
“fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività” passa
troppo spesso in secondo piano, come è tristemente emerso anche con la
vicenda ILVA a Taranto. Eppure ridurre i rischi ambientali significa
investire in salute, riducendo drasticamente, anche nel breve periodo, non
solo sofferenze, malattie, costi sociali e sanitari ( il costo 
complessivo annuo  del cancro, in Italia è stato stimato in un recente
articolo  in 36,4 miliardi di euro
(http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/malati-e-tartassati.aspx!),  ma
anche aumentare la produttività della nazione migliorando ad esempio  il
Quoziente Intellettivo. Non si tratta di fantastiche illazioni, ma di dati
scientifici inoppugnabili, già da tempo noti e di recente confermati. Un
recentissimo articolo: "Economic benefits of methylmercury exposure
control in Europe: Monetary value of neurotoxicity prevention" Environ
Health. 2013 Jan 7;12(1) ha valutato l’esposizione prenatale a
metilmercurio,  analizzato nei capelli di 1875 donne in età riproduttiva
di 17 paesi europei, confrontandolo con dati di letteratura. Secondo
questa vasta indagine ogni anno  in Europa (specie nel Sud Europa), 
nonostante la riduzione dei livelli di mercurio rispetto al passato, ancor
oggi circa 1.866.000 bambini nascono  con una esposizione al di sopra di
0,58 µg/g ( limite di “sicurezza” individuato dall’ OMS) e 232.000 bambini
 con un livello addirittura  5 volte maggiore ( 2.5 µg/g). In Italia si
stima che nascano ogni anno 380.000 bambini con livelli oltre il limite.
Gli autori hanno valutato che a tali livelli di contaminazione corrisponde
una perdita di  oltre 600.000 punti di QI ogni anno. Il costo per la
società correlato a tale perdita di QI  è valutabile, come minimo,  fra
gli 8 ed i 9 miliardi di euro l’anno. E tutto ciò senza prendere in
considerazione i costi  correlati alle altre patologie dovute
all’esposizione a mercurio. E' chiaro che il beneficio che deriverebbe per
l'intera società dalla prevenzione all' esposizione prenatale a mercurio
sarebbe di pari portata.  Un altro recente studio relativo ai rischi per
la salute da pesticidi "Health impact and damage cost assessment of
pesticides in Europe" (Environ Int. 2012 Nov 15;49:9-17) ha quantificato
che l’esposizione a 13 principi attivi applicati a 3 gruppi di di colture
( vigneti, alberi da frutta, ortaggi) comporti un costo annuo in Europa di
78 milioni di euro.
Non sono invece certamente neppure sommariamente stimabili i rischi
correlati ad esposizione ad “interferenti endocrini”, ovvero quel
complesso  di sostanze (o miscele  di sostanze) comprendenti pesticidi,
diossine, PCB, ritardanti di fiamma, ftalati, composti perfluorati,
polibromodifenileteri, Bisfenolo A, IPA (Idrocarburi Policiclici
Aromatici) e numerosissimi altri, sempre più massicciamente  presenti nel
nostro ambiente di vita ( anche fra le pareti domestiche). Tali sostanze
sono in grado di interferire, anche a dosi estremamente basse, con
delicatissime funzioni: da quelle specificatamente ormonali, a quelle 
riproduttive, immunitarie, neuropsichiche, metaboliche. Nessuno può negare
il drammatico incremento, anche in giovane età, di disfunzioni tiroidee,
diabete, infertilità, problematiche ginecologiche quali l’endometriosi,
sindromi dismetaboliche, obesità, danni neuropsichici e nessuno, 
crediamo, possa trascurare  la  letteratura scientifica sempre più corposa
che correla tali patologie ad esposizioni ambientali.
E questo senza prendere in considerazione l’ulteriore preoccupazione  che
proviene dal fatto che tali sostanze possono danneggiare le cellule
germinali con possibilità quindi di danni transgenerazionali.  Del resto
riteniamo che l’importanza di queste esposizioni sia ben documentata dal
fatto che sul sito dell’ISS è presente un “decalogo per il cittadino”, per
meglio conoscere - e quindi difendersi -  dagli interferenti endocrini.
http://www.iss.it/inte/risc/cont.php?id=257&lang=1&tipo=30. Su questi ed
altri temi più specificamente correlati alla difesa del latte materno sarà
incentrato il convegno del prossimo sabato a Faenza e  certamente la
giornata sarà una importante occasione per acquisire conoscenze e
soprattutto scambiare esperienze fra tutti coloro che, nonostante le
difficoltà del momento, non si rassegnano e resistono nel difendere  quel
bene supremo che è la salute, specie quella dei bambini che hanno tutto il
diritto di venire al mondo sani e di vivere in un ambiente salubre. La
situazione è grave ma non siamo disperati, vogliamo trasmettere un
messaggio forte, capace di sostituire la paura con il coraggio e la
speranza. Dobbiamo agire, dobbiamo essere intransigenti perchè il tempo
della mediazione ha concluso il suo ciclo ed ha lasciato  sul terreno fin
troppe macerie.

Patrizia Gentilini