Dopo
circa un anno dal primo incontro è stata convocata, per mercoledì 19,
una nuova riunione del “Patto per il territorio” avente lo scopo di
“… chiudere una conflittualità tra gli operatori dell’area industriale
e le associazioni ambientaliste.” (Nota Gab. Sindaco N. 55866 del
27/12/2011).
Considerato che questo Comitato – ora come allora ed unitamente a
tanti altri – non è stato invitato, si inoltra la presente affinché
l’acquisizione di notizie (aggiornate nel tempo ma – purtroppo – non
nella sostanza) possa essere un utile momento di riflessione tra chi
interverrà.
Premesso che “la conflittualità” sul destino del riconosciuto Bene
ambientale che è Punta Penna riguarda anche le migliaia di cittadini
che in tante occasioni hanno affermato la volontà di tutela e
valorizzazione compatibile dell’area, in questa nota vogliamo porre
l’attenzione solo sui fenomeni di inquinamento già in atto, che si
manifestano come una estemporanea, ma ricorrente, “nube tossica”.
Termine forte, ma come definire altrimenti l’insorgere improvviso di
esalazioni moleste che costringono dei lavoratori a fare ricorso al
Pronto Soccorso?
Queste notizie sono note da tempo (dal 2010) agli Enti
istituzionalmente competenti; pochi altri però sanno cosa è accaduto e
continua ad accadere, per questo vogliamo informare tutti di quanto a
conoscenza di questo Comitato.
Dai documenti in nostro possesso e da quanto appreso in incontri
ufficiali, risulta che dal 2010 sia COASIV che CONIV hanno
ripetutamente inoltrato alla Regione, all’ARTA, alla AUSL, al Comune
“Segnalazioni di emissioni irritanti di natura ignota provenienti
dalla Zona Industriale di Punta Penna”, interessanti l’Impianto di
depurazione consortile e che, in qualche caso, fanno accusare ai
lavoratori “… forte malessere tale da determinare inabilità al lavoro
con prognosi variabile dai 3 ai 10 giorni per 4 lavoratori.”.
Inoltre, stante il perdurare dei pericolosi fenomeni, è stato
attualmente disposto che alle prime avvisaglie degli odori molesti, ai
fini di una adeguata tutela e poiché l’Impianto non può essere
fermato, i lavoratori debbano indossare delle specifiche maschere.
Poiché i fenomeni si verificano in quella zona solo in concomitanza di
specifica direzione ed intensità di vento, COASIV-CONIV hanno posto
in essere una stazione meteo ed una di prelevamento campioni che
vengono analizzati in laboratori propri anche se non sufficientemente
attrezzati.
Quindi, ad oggi abbiamo dei lavoratori “sentinelle” di problemi
ambientali e di salute, dotati di idonei DPI (Dispositivi Sicurezza
Individuali), mentre tutte le altre persone (residenti, maestranze,
turisti ecc.) sono esposte da anni senza alcuna informazione,
prevenzione e protezione.
Riteniamo che questa situazione sia oltremodo grave e necessiti di un immediato intervento dell’Autorità Sanitaria.
Di certo nessuno ci potrà accusare di diffondere notizie
allarmistiche o false, in quanto ci limitiamo semplicemente a riferire
quanto appreso nell’ambito di incontri ufficiali, allegando anche
idonea documentazione debitamente inviata o consegnata dagli enti a
seguito di formale istanza.
A seguito delle suddette segnalazioni, quali interventi hanno
effettuato la AUSL e l’ARTA? E’ stata attivata una Indagine
Epidemiologica? Sono state monitorate le emissioni, almeno quelle poste
nella direzione segnalata? Sono stati verificati quei cicli
produttivi aziendali che presentano sostanze potenzialmente irritanti?
Sono state sistemate idonee centraline di monitoraggio di inquinanti
capaci di indurre l’insorgere dei disturbi lamentati? Sono state
attivate centraline di prelevamento campioni in zone poste nella
direzione prevalente del vento? Sono stati fatti controlli in merito
alla polverosità di alcune operazioni portuali? Sono stati fatti
tempestivi accertamenti circa sversamenti accidentali di sostanze
irritanti?
Dalle poche notizie in nostro possesso non sembra che ci siano stati
i necessari interventi, come invece vi furono per la “nube tossica”
di San Salvo.
Ci si chiede se verranno considerate come manifestazioni di
“conflittualità” la nostra richiesta di conoscere la natura e la
pericolosità degli inquinanti o il nostro sollecitare gli insediamenti
produttivi (che vengono indicati quali la causa potenziale del
fenomeno) ad evitare problemi per l’intera collettività o – infine –
il richiamo agli enti preposti affinché adempiano all’incarico per cui
esistono e sono remunerati.
In sintesi, si auspica che il Patto – qualora venisse sottoscritto –
prima di ogni altra cosa affronti e risolva concretamente quanto di
preoccupante in essere.
Di quanto sopra e di altro si potrà discutere anche nel previsto incontro che il Comitato ha richiesto con il Sindaco.
Ing. Lorenzo Luciano
Portavoce Comitato Cittadino per la Tutela del Territorio
Note ASL
http://www.peacelink.it/abruzzo/docs/4243.pdf
Note CONIV
http://www.peacelink.it/abruzzo/docs/4244.pdf