"Ambiente svenduto". PeaceLink sugli arresti eccellenti a Taranto



COMUNICATO STAMPA


E' una ventata di legalità. 

Attendevamo un sussulto di giustizia ed è finalmente arrivato.

A Taranto la cupola del malaffare ambientale comincia a crollare, colpo dopo colpo.

A noi cittadini spetta il compito di sostenere questa svolta a favore della legalità.

Fermo restando la presunzione di innocenza individuale, che è alla base del nostro ordinamento, ci sembra che emerga un sistema complessivo che è assolutamente inquietante e anomalo.

Siamo di fronte alla demolizione di un sistema di potere che ha avvelenato per anni, distruggendo le vite, il futuro e la stessa dignità di una comunità.

Una impressionante catena di omissioni e complicità viene alla luce.

E' la politica la chiave di volta di un sistema che ha consentito di inquinare per tanti anni senza ritegno alcuno.

Quella che viviamo è la più grande rivoluzione che poteva esserci a Taranto. Una rivoluzione di legalità fatta con il codice penale alla mano. E' la svolta che ci ridà speranza. E' la rottura della rete di complicità che inchioda alle sue responsabilità quella politica omissiva e fallimentare che per decenni ha favorito il disastro ambientale, un disastro che è sotto gli occhi di tutti e che ha decretato ogni anno la strage di decine di persone, uccise dall'inquinamento industriale.

Le persone sono morte per le omissioni su cui la magistratura indaga.

Una politica di grandi alleanze e di finte alternanze ha depredato trasversalmente il nostro territorio non avviando mai bonifiche e non richiedendo mai i risarcimenti a chi inquinava. "Chi inquina paga" è un principio mai applicato e a pagare sono stati solo gli inquinati.

Adesso è il momento di ricostruire una città devastata non solo dall'inquinamento ma dalla malapolitica che ha omesso controlli e ha chiuso entrambi gli occhi di fronte allo scempio che era di fronte agli occhi di tutti.

I beni di chi ha realizzato profitti illeciti andrebbero sequestrati. Bene ha fatto la magistratura a sequestrare la produzione di questi ultimi mesi, realizzata nonostante il sequestro degli impianti senza facoltà d'uso.


Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink

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