"Disertori". Quando la "neolingua" di guerra manipa le parole e quindi la percezione della realtà



Leggete con attenzione e pensate all'uso che viene fatto della parola "disertore" nella descrizione del conflitto in Siria.

Diṡertóre
s. m. (f. -trice, raro) [dal lat. desertor -oris, der. di deserĕre «abbandonare»]. – Soldato che in pace o in guerra abbandona il suo reparto o non vi rientra (dopo un permesso, una licenza, una missione), o marittimo che abbandona la nave del cui equipaggio fa parte (v. diserzione, n. 1): l’ufficiale, non essendo rientrato al reparto entro il termine prescritto di 15 giorni, fu dichiarato disertore. Per estens. e fig., chiunque abbandona un posto di responsabilità, un incarico, un partito, una causa, ecc., o, scherz., chi manca a un appuntamento o a una riunione o se ne va via alla chetichella.

Ammutinaménto s. m. [der. di ammutinarsi]. – In senso generico, rifiuto di obbedire agli ordini superiori, opposto da militari, membri di un equipaggio, prigionieri, detenuti, con o senza previo accordo ma sempre in forma collettiva: fare a. o un a.; l’a. della ciurma. Secondo il codice militare, si hareato di a. quando dei militari, in numero di quattro o più, rifiutano, omettono o ritardano di obbedire a un ordine del superiore, oppure persistono nel presentare, a voce o per iscritto, una domanda, un esposto o un reclamo; secondo il codice navale, il reato consiste nella disobbedienza, collettiva o previo accordo, a un ordine del comandante, o nell’abbandonarsi collettivamente a una manifestazione tumultuosa, da parte di almeno un terzo dell’equipaggio. In usi fig. e scherz.: ma questo è un a.!, quando dipendenti, studenti, figli, ecc., si mostrano vivacemente concordi in una protesta, in una contestazione, nel voler ottenere concessioni, nel rifiuto di obbedire agli ordini, e sim.

Sedizióne s. f. [dal lat. seditio -onis, comp. di sed- (= se-) «a parte» e ire «andare»]. – Tentativo di rovesciare i poteri dello stato, commesso da più persone; rivolta, sommossa, sollevamento contro l’ordine costituito: una s. popolare; una s. militare; spingere, incitare alla s.; domare, reprimere, soffocare una sedizione.


Insórto
(ant. insurto) agg. e s. m. (f. -a) [part. pass. di insorgere]. – Che, o chi, promuove un’insurrezione o vi partecipa: le città, le popolazioni insorte. Come sost., è usato, per lo più al plur., per indicare un gruppo, anche molto numeroso, di individui levatisi in armi contro il potere centrale di uno stato: la lotta contro gli i.; il capo degli insorti.


Insorti
Gruppo organizzato di individui che combatte contro il governo di uno Stato per raggiungere determinati fini politici (conquista del potere, secessione di una parte del territorio per acquisire l’indipendenza o per unirsi a un altro Stato). In particolare, il diritto internazionale distingue due fasi della rivolta: la prima, detta ‘insorgenza’ o ‘ribellione’, si ha quando il movimento manca ancora di compattezza e indipendenza, rimanendo un affare interno dello Stato; la seconda, detta ‘di belligeranza’, si ha quando il partito insurrezionale ha acquisito un controllo stabile di una parte del territorio dello Stato. Nella seconda fase gli i. acquistano la soggettività internazionale divenendo destinatari di norme di origine internazionale.

La dottrina più recente riconosce infatti agli i. una personalità internazionale piena proprio nel momento in cui esercitano il potere in modo effettivo e indipendente su una parte del territorio (cosiddetto ‘governo di fatto locale’), anche se tale personalità ha carattere temporaneo in quanto la situazione è destinata a evolversi, a seconda del successo o meno della lotta. La dottrina tradizionale tendeva invece a limitare la personalità internazionale degli i., subordinandola al riconoscimento da parte di Stati terzi e circoscrivendola alle sole norme del diritto bellico. Gli i. sono destinatari, in particolare, delle norme relative alla stipulazione dei trattati: possono infatti concludere accordi internazionali con lo Stato contro cui lottano e con Stati terzi che intendono stabilire relazione con essi. Devono inoltre rispettare il diritto umanitario e garantire agli stranieri che risiedono sul territorio da essi controllato il trattamento previsto dal diritto internazionale. Gli i. sono anche destinatari delle norme di diritto internazionale generale sulla responsabilità per fatti illeciti.

Fonte: Treccani



Quindi...

Quelli della Siria sono insorti, non disertori. Più propriamente quella in Siria è definibile "sedizione militare".
I giornalisti che usano la parola "disertore" per gli insorti siriani non avrebbero fatto in massa un uso linguisticamente errato del termine "disertore" se non ci fosse stato un "previo accordo" di tipo propagandistico.


Non tutti sanno che...

Il 4 aprile 1951, il presidente statunitense Truman istituì lo Psychological Strategy Board (PSB), il primo organismo statale destinato a pianificare, coordinare e condurre operazioni di controllo psicologico di massa.  I primi manipolatori psicologici compresero che quando si vuole agire su una quantità enorme di soggetti, bisogna "trasformare la realtà". E il modo più efficace e rapido per cambiare la realtà a nostro piacimento è cambiare le parole con cui descriviamo la realtà. "La sostituzione di una sola parola - scriveva William Nichols (direttore di "This week magazine" - può aiutare a mutare il corso della storia".

Questo ci spiega Paolo Cortesi nel saggio "Parole e potere: la manipolazione della realtà".

Sulla questione della "manomissione della parole" si sofferma Gianrico Carofiglio nel libro "La manomissione delle parole".

Per Orwell lo strumento fondamentale per la manipolazione della realtà è la manipolazione delle parole. Viene cioè costruita una neolingua dal Grande Fratello.

"La guerra è pace · L'ignoranza è forza · La libertà è schiavitù".

(George Orwell, 1984)

Il 19 febbraio 2002 il New York Times riportò che l’Office of Strategic Influence (OSI) del Pentagono stava “elaborando dei progetti per divulgare notizie, magari anche false, a beneficio dei media stranieri nell’ottica di influenzare l’opinione pubblica e i decisori politici di paesi amici e non”. Vedere http://en.wikipedia.org/wiki/Office_of_Strategic_Influence


Questo sito della Nato spiega chiaramente come si consucono le "operazioni psicologiche" (PSYOP) che si dividono in "bianche" (diffuse dalla stessa fonte che le ha prodotte) e "nere" (diffuse da una fonte ma confezionate da un'altra).
http://www.nato.int/docu/review/2003/issue2/italian/art4.html
Questo saggio è scritto
dal tenente colonnello Steven Collins è a capo delle PSYOPS NATO nella Divisione delle operazioni presso il Quartier generale supremo delle potenze alleate in Europa a Mons (Belgio).

Questo ufficiale spiega che nelle recenti operazioni militari si è preferito evitare di usare PSYOPS "utilizzando una terminologia più vaga, evitando termini come operazioni psicologiche e optando per quelle che alcuni consideravano delle espressioni più accettabili come "operazioni di informazione" (INFO OPS)".

In questo momento è del tutto evidente che viene offerta ai giornalisti più docili una "neolingua", tale che la parola "disertore" (più gradita ad un pubblico "pacifista") possa sostituirsi a "insorto". La sostituzione sistematica della parola non è un fatto casuale.


Alessandro Marescotti
www.peacelink.it