Il Dossier sui Rifiuti della Regione Campania, un’accozzaglia di omissioni ed inesattezze



Il Dossier sui Rifiuti della Regione Campania, un’accozzaglia di omissioni ed inesattezze

Rifiuti: Il CO.RE.ri – Coordinamento regionale rifiuti della Campania, scrive al Commissario Europeo all’Ambiente Potocnik segnalando incongruenze e criticità del “dossier” che la Regione, in accordo con Provincia, Comune di Napoli e Ministero dell’Ambiente, ha inviato a Bruxelles in allegato al Piano Regionale.

 Una lettera spedita in questi giorni per informare la Commissione Europea e il  Commissario all’Ambiente Potocnik, in vista della imminente visita del Ministro dell’Ambiente Clini a Bruxelles e della prossima decisione dell’Europa in merito alla procedura di infrazione contro la Regione Campania, su alcuni importanti elementi di criticità che riguardano sia il pessimo Piano Rifiuti approvato dal Consiglio Regionale due settimane fa, sia il “dossier” che la Regione Campania ha concordato con il Ministro per rispondere ai rilievi contenuti nella lettera di messa in mora. 
Al di là della già denunciata illegittimità del Piano, che viola palesemente la gerarchia prevista dalle direttive europee in materia di gestione dei rifiuti, il CO.RE.ri. ha evidenziato a Potocnik come la Regione Campania, pur avendo formalmente rispettato le procedure di consultazione del pubblico previste dalla procedura di Valutazione Ambientale strategica, non abbia in concreto recepito quasi nessuna delle Osservazioni presentate, nonostante in gran parte le avesse giudicate ammissibili. Lo ha indirettamente confermato anche lo stesso Assessore Regionale all’Ambiente Romano quando in consiglio regionale, per rispondere alle critiche di quei consiglieri che lamentavano di aver avuto poco tempo per esaminare il piano, affermava che il piano era “sostanzialmente immutato” rispetto a quello pubblicato nel giungo 2011.
Altro aspetto evidenziato dal CO.RE.ri. riguarda l’evidente contrasto tra gli obiettivi di raccolta differenziata al 2014 previsti dal piano (fermi al 50%) e le previsioni contenute nel citato dossier, che già a fine 2012 ipotizzano il raggiungimento di una soglia del 57%. Segno che, a differenza di quanto sempre sostenuto dai redattori del Piano, l’obiettivo del 65% non solo non è affatto irraggiungibile ma sarebbe  assolutamente necessario giacché consentirebbe di evitare il conferimento in discarica, in violazione delle norme comunitarie, di rifiuto tal quale, così come avviene oggi e così come il dossier della Regione prevede debba avvenire almeno fino al 2014, avendo scelto, in linea con il piano, di limitare per gli anni successivi l’obiettivo di raccolta differenziata al 50% .
Su questo aspetto preoccupa anche il fatto che si  dica alla Commissione Ue che dal 2013 la frazione organica in uscita dagli STIR sarà stabilizzata ma poi di fatto non si indichino tempi e modalità per l’entrata in funzione degli impianti necessari. E se la regione Lazio è sotto infrazione perché invia nella discarica di Malagrotta rifiuti non trattati  non si capisce perché la Commissione Ue debba consentire che questo avvenga in Campania.
Appaiono paradossali, poi, anche le informazioni fornite circa l’inceneritore di Acerra, per il quale si afferma non esservi mai stati sforamenti nelle emissioni. Senonchè, ricorda il CO.RE.ri. proprio le centraline esistenti nelle vicinanze dell’impianto hanno fatto registrare almeno 250 sforamenti dei limiti delle polveri sottili nei primi 500 giorni di funzionamento dell’impianto, che a tutt’oggi continua ad usufruire illecitamente degli incentivi CIP6 sulla produzione di energia.
Altra questione posta all’attenzione dell’Europa è quella delle ecoballe stoccate sul territorio campano per il cui smaltimento la Regione ha optato per la realizzazione di un inceneritore da 500 mila tonnellate nell’area di Giugliano. Proprio quell’area, acquistata dallo Stato nel 2010, che ancora oggi ospita gran parte delle balle, buona parte delle quali di proprietà della FIBE (che infatti le ha iscritte a bilancio) e che, secondo la magistratura, era nella disponibilità, tramite prestanomi, del boss dei casalesi Michele Zagaria. Il rischio, segnala il CO.RE.ri. è che senza garanzie di alcun tipo, i fondi comunitari possano essere utilizzati per “riscattare” le balle o finire in qualche modo nelle mani della criminalità organizzata.
Resta infine il problema del contrasto tra la Regione Campania e il Comune di Napoli sull’impianto di Napoli est, su cui il “dossier” sorvola ma che, con il prossimo venir meno della provincializzazione del ciclo, potrà condizionare seriamente la soluzione del problema rifiuti.

Abbiamo ritenuto opportuno, conclude il CO.RE.Ri., che la Commissione Europea venisse messa al corrente di tali situazioni, affinché possa assumere con responsabilità le proprie decisioni, nella piena consapevolezza e conoscenza dei fatti: non è certo con il dossier inviato, una accozzaglia, tutta italiana, di omissioni ed inesattezze, che riteniamo possa essere chiusa la vicenda dei rifiuti in Campania.

Napoli, 24/01/2012
Coordinamento Regionale rifiuti della Campania (CO.RE.Ri)
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