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Diossina Ilva sotto il limite europeo. PeaceLink: "Un risultato della pressione civile e della legge antidiossina"
- Subject: Diossina Ilva sotto il limite europeo. PeaceLink: "Un risultato della pressione civile e della legge antidiossina"
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Tue, 29 Nov 2011 22:28:57 +0100
COMUNICATO
STAMPA DI PEACELINK PeaceLink: "Bene le
ultime misurazioni per il camino E312, ma il pressing sull'Ilva
continua per gli elettrofiltri e il campionamento
continuo"
Diossina,
PM10 e benzo(a)pirene: nel 2011 si registreranno ai
Tamburi tre sforamenti contemporanei delle leggi
ambientali.
Ecco i
problemi ancora irrisolti.
Il risultato ottenuto
dall'Ilva viene dopo
una forte pressione dell'opinione pubblica e dopo una legge
regionale che l'azienda ha cercato di contrastare
in tutti i modi.
Ora è evidente che avevamo
ragione noi.
Ora è chiaro che anche a Taranto si
possono ottenere quei "risultati europei" che Ilva
continuava a negare di poter raggiungere.
Ora è chiaro che si è potuto fare un
grande passo in avanti senza licenziare una sola persona ma
proteggendo le ragioni di tutti.
Va detto che questo è il primo e tardivo risultato positivo, dopo che nelle precedenti campagne il limite di 0,4 ng/m3 era stato sempre sforato. Forse l'azienda utilizzava carboni attivi di non eccellente qualità? L'Ilva ha comunque sforato la media
annuale di 0,4 ng/m3 e quindi la Regione
dovrà provvedere ad applicare le sanzioni previste
dalla legge regionale sulla diossina. Andrà applicato il controllo continuativo (ilcosiddetto "campionamento
continuo") della diossina contemplato nell'AIA e nella legge
antidiossina.
Se l'azienda non si opporrà al
campionamento continuo vuol dire che il processo è stato
portato sotto controllo, se
riscontreremo invece resistenze vorrà dire che l'azienda non è
sicura di poter mantenere le buone prestazioni evidenziate nei
controlli dell'Arpa. La gente vuole essere certa
che la riduzione delle emissioni di diossina non
avvenga solo durante i controlli ma durante tutto il ciclo di produzione, sia
di giorno, sia di notte.
Altro elemento importante che rimane da controllare è costituito dalle emissioni diffuse e fuggitive che a Taranto costituiscono la vera criticità dell'impianto di agglomerazione. Chiediamo che vengano piazzate delle telecamere di monitoraggio su tutti i "big bag" che vengono riempiti "in continuo" con le polveri degli elettrofiltri e da cui possono fuoriuscire polveri con diossina. In una recente interrogazione parlamentare dell'on. Marco Zacchera (PDL) è stata focalizzata l'attenzione proprio su questo aspetto importante. Le polveri degli elettrofiltri hanno un'"impronta" molto simile alle deposizioni di diossina che hanno contaminato il quartiere Tamburi e le
masserie.
A questo proposito è di estremo interesse quanto si legge
sull'interrogazione parlamentare dell'on. Marco Zacchera (PDL)
che ha chiesto al governo:
Infine va detto che il 2011 verrà ricordato come l'anno del contemporaneo sforamento nel quartiere Tamburi sia delle polveri sottili (PM10) sia del benzo(a)pirene e condividiamo il pressing del Direttore Generale dell'Arpa su questi fronti, nel suo intervento alla presentazione dei dati dell'Ilva su ambiente e sicurezza. Contrariamente a quanto si può pensare non è questo il momento di cantare vittoria. Infatti l'Ilva si oppone ai controlli dell'AIA con un ricorso al TAR. Questo fa ripiombare l'azienda in un atteggiamento di
chiusura ai controlli, proprio ora che a
parole vanta di aver raggiunto importanti risultati.
Per poter certificare effettivi passi in avanti l'Ilva
andrebbe monitorata sugli IPA con centraline per il controllo in tempo
reale dei punti critici e con videocamere a visione
diurna e notturna costante puntate sui punti di emissione dei
fumi, di quei fumi scuri e inquinanti della cokeria che
ancora adesso vediamo e che ci preoccupano.
Alessandro
Marescotti
Presidente
di PeaceLink
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