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I massacri dei "ribelli della Nato"
- Subject: I massacri dei "ribelli della Nato"
- From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Sat, 27 Aug 2011 17:36:10 +0000
- Importance: Normal
- Sensitivity: Normal
TRIPOLI. I MASSACRI DA PARTE DEI “RIBELLI DELLA NATO”. MIGRANTI AFRICANI E SFOLLATI LIBICI DALL'EST, VITTIME COLLATERALI, CHE NE SARA' DI LORO? Marinella Correggia Qualcuno lo dica a chi in Italia non si è opposto alla guerra Nato+Qatar+Arabia Saudita+Alleati locali perché “in Libia i migranti clandestini erano respinti e imprigionati”. Qualcuno dica cosa hanno fatto e ancor più stanno facendo a Tripoli i ribelli della Nato, i vincitori (non per meriti militari propri, ma grazie ai loro mercenari: i piloti dei bombardieri Nato, e i consiglieri franco-inglesi-qatarioti sul terreno; per non dire del rifornimento di armi e denaro). La caccia a uomini, donne e famiglie; quando sarebbe già criminale e immorale la caccia a un solo uomo, Gheddafi. Vae victis. Nessuno processerà i vincitori. MASSACRO DEI NERI Tradurrò stanotte questo articolo ma intanto ecco qui: http://www.michelcollon.info/Massacre-de-Noirs-par-les-rebelles. Ho sentito al telefono Mohamed del Niger che molti altri suoi amici sub-sahariani lavorava a Tripoli. Aspettano l'evacuazione. Rischiano la vita per quella “caccia al nero” che nell'Est libico è in corso da tempo e adesso è arrivata a Tripoli. Mohamed vive nel quartiere Gangji dove ieri mancava sia l'elettricità (fa molto caldo ed è impossibile raffrescarsi e conservare i cibi), sia l'acqua: “Abbiamo un pozzo in questo gruppo di case ma l'acqua non è potabile. E il rubinetto è secco. Sto andando a cercare acqua per la rottura del digiuno, dopo il tramonto”. Prospettive? “Siamo in contatto con varie ambasciate africane compresa la mia ma non sembrano essere al corrente di prossime navi dell'Organizzazione mondiale delle migrazioni. So che ieri sono partite delle persone ma non dell'Africa sub-sahariana. Non possiamo più stare qui”. Ovviamente se va bene l'Oim riuscirà a rimpatriare questi “danneggiati collaterali” dalla guerra Nato. Ad esempio in Niger, uno dei paesi più poveri del mondo, dove sono già tornati nel nulla decine di migliaia di lavoratori. www.peacelink.it
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