Associazione per la Pace: "Mettiamo le bandiere della pace, aiutiamo i profughi e le forze democratiche in Libia"



Ancora e sempre: no alla guerra!
Comunicato dell'Associazione per la Pace


L’operazione “Odissea all’alba” è cominciata, con le solite litanie sulla
necessità degli attacchi aerei per difendere la popolazione civile dagli
attacchi delle forze mercenarie e non solo, del colonnello Gheddafi.
Lo hanno deciso a Parigi, e il governo italiano ed opposizione che
insieme, a parte alcune lodevoli eccezioni, avevano votato a favore del
Trattato di partenariato con la Libia, hanno aderito ed offerto piena
disponibilità. Intanto quello che vediamo sono enormi file di popolazione
civile che se ne va anche da Bengasi per paura dei bombardamenti, non solo
quelli di Gheddafi ma anche delle forze autorizzate dalle Nazioni Unite.
Ad operazione terminata e successivamente  nella transizione, vedremo
quanti civili per “effetti collaterali” saranno stati uccisi e quanti ne
moriranno dopo per azioni terroriste.
Abbiamo già visto i risultati degli interventi militari e le menzogne che
ci sono state raccontate sull’Iraq e l’Afghanistan, migliaia e migliaia di
 civili uccisi e dopo tanti anni, la pace e la giustizia non stanno certo
di casa in quei paesi. Lo ripetono le organizzazioni democratiche afghane:
“Con il costo di un giorno di guerra, avremmo potuto costruire tutte le
scuole e tutti gli ospedali di cui abbiamo bisogno ed uscire dal
sottosviluppo”.
Noi dell’Associazione per la Pace continuiamo a dire che la guerra non si
deve fare e che si può evitare se si mettono in gioco tutte le capacità di
pressione diplomatica.
La strada che noi indichiamo non è stata ancora praticata perché i nostri
governi hanno sempre scelto la guerra.

In questo senso ci auguriamo che l’Unione Africana, che non ha partecipato
al summit di Parigi, possa svolgere un ruolo determinante nei colloqui che
avrà con le parti libiche in conflitto perché via sia un cessate il fuoco
immediato  rispettato da tutte le parti.
In Libia la situazione non è come in Egitto e Tunisia, dove la rivolta di
un intera popolazione si è manifestata in modo pacifico e nonviolento per
liberarsi da un regime dittatoriale,  ma vi è anche una rivolta armata  e
scontro  fra i diversi settori del potere libico.
Anche se  in Barhein, nello Yemen ed in Palestina si uccidono persone che
manifestano in modo pacifico e nonviolento, nessun governo occidentale
chiede interventi per proteggere la popolazione civile. Ma nel Barhein vi
è una base militare USA e allora là possono anche intervenire le truppe
dell'Arabia Saudita, noto paese dove vige la più ampia "democrazia" e
Israele, che solo con i bombardamenti su Gaza uccide 1400 persone, è un
alleato che non si può toccare.
Dire questo non diminuisce minimamente il fatto che Gheddafi  sia un
dittatore che deve andarsene e che il nostro sostegno al popolo libico
perché possa vivere in libertà sia indispensabile. Ci auguriamo che non vi
siano però vendette e che non succeda a Gheddafi quello che è successo a
Saddam Hussein, perché crediamo nella giustizia e nella legalità e siamo
sempre contro la pena di morte.

Ci dicono che siamo “anime belle” ed irresponsabili.

Noi consideriamo irresponsabile chi invece di aiutare forze democratiche a
crescere porta solo bombe in nome della difesa dei dritti umani e invece
di difendere i diritti umani per tutte e tutti difende i propri interessi,
siano essi economici o geopolitici, e mentre parte con dispiego di aerei e
missili per difendere diritti umani calpestati, respinge dalle sue coste
popolazioni civili in fuga dalla povertà, dalle dittature e dalle guerre.

Mobilitiamoci per affermare il nostro no alla guerra, il nostro sì alla
pace con giustizia.
Mettiamo le bandiere della pace ai nostri balconi e alle nostre finestre.
Aiutiamo i profughi e le forze democratiche in Libia

Associazione per la Pace
www.assopace.org

Info:
Luisa Morgantini, Portavoce Associazione  per la Pace
luisamorgantini at gmail.com