A Kimbau, piccolo paese della Repubblica Democratica del Congo, Dio
sta morendo. E non risorge neppure oggi che si celebra la Pasqua.
La Pasqua è simbolo di rinascita della speranza. Ma a Kimbau
l'ospedale, unico centro di assistenza, non ha acqua e luce da tanto
tempo. E questo nonostante l'impegno di una donna-angelo come Chiara
Castellani che alla rinascita di quell'ospedale sta dedicando tutta la
sua vita.
Vi devo dare delle brutte notizie.
Mi sono incontrato con uno dei due volontari, da poco tornato dalla
Repubblica Democratica del Congo. Lì sono andati per la riparazione
della piccola centrale idroelettrica di Kimbau. Da quella riparazione
dipendeva l'acqua e la luce dell'ospedale di Kimbau. PeaceLink, con le
donazioni raccolte a Natale e altri contributi, aveva pagato il viaggio.
Entrambi si sono offerti come volontari e si sono comportati con il
massimo spirito di abnegazione, affrontando rischi e imprevisti senza
nulla in cambio.
Nonostante ciò l'intera missione è fallita.
Si sono bruciati 5000 euro più altri duemila dollari.
Vi spiego come.
La centrale idroelettrica di Kimbau è stata realizzata e donata
dall'AIFO alla diocesi locale perché venisse ben amministrata e gestita
a vantaggio dell'ospedale di Kimbau. L'energia elettrica (170 kw)
serve, oltre a far funzionare l'ospedale, anche per farci arrivare
l'acqua. Ma da mesi nell'ospedale non arrivano né acqua né luce (si usa
un gruppo elettrogeno per le necessità impellenti). Vi lascio
immaginare in che condizioni sono le latrine.
Ecco perché serviva mettere a posto la centrale che si è guastata per
via di una frana e di altri problemi strutturali.
PeaceLink aveva contattato il prof. Dino Borri (docente del Politecnico
di Bari e promotore di "Ingegneri Senza Frontiere") che ha creato uno
staff di altri docenti del Politecnico per stilare un progetto di
riparazione e fornire le giuste indicazioni su come rimettere a posto
la centrale.
Ma allora perché è fallita questa missione?
Il camion che PeaceLink ha inviato, a proprie spese, a Kinshasa era
custodito in un cortile "protetto" dal clero. Ma il "nostro" camion è
stato quasi smontato.
E la cosa ci è costata 2000 dollari, a quel prezzo è stato rimesso in
sesto il "nostro" camion. I nostri volontari hanno dovuto affrontare un
viaggio molto rischioso. Continui fermi della polizia stradale che
"chiedeva". E' stato un salasso continuo. A metà strada c'è stata
l'irruzione di persone in borghese che si sono qualificate come
"polizia dell'immigrazione". E' stato un momento molto difficile ma non
il solo.
Ma la cosa più grave è stata la mancanza di un mezzo idoneo per il
tratto più difficile, quello da Kenge e Kimbau. La strada era
impraticabile e occorreva un mezzo capace di arrampicarsi sulle
asperità, ma la diocesi locale ha fatto trovare in loco una Toyota
"bassa" non adatta mentre occorreva una Land Rover attrezzata e "alta".
E così è stato impossibile raggiungere Kimbau: missione fallita.
Paolo, il volontario che ho incontrato, mi ha spiegato la sua strategia
per uscirne fuori. E' stato molto lucido. Lui tornerà in Congo ma con
una jeep che ci è stata donata. Occorre preparare la spedizione di
questa jeep - totalmente a sua disposizione - che sarà il mezzo per la
prossima missione. Occorre raccogliere altri cinquemila euro per la sua
spedizione con un container. Nessuno conosce una squadra di calcio o
un'azienda "etica" che sia desiderosa di sponsorizzare questo tipo di
aiuto?
Avevo il dovere di informarvi di queste cose.
Sono andati in fumo i nostri soldi ma non le nostre speranze: è un
dovere morale non lasciare sola Chiara Castellani.
La Pasqua che Chiara attende siete voi, siamo noi, è la solidarietà
che può rinascere.
Per fortuna assieme a PeaceLink ci sono altre associazioni che
sostengono il progetto e che sono state informate di quanto è accaduto.
Non dobbiamo essere pessimisti al 100% (magari vi ho dato questa
impressione) ma dobbiamo cogliere ogni spiraglio di luce. E soprattutto
questa è una micro-lezione: il cambiamento dell'Africa passa attraverso
il cambiamento del sistema di potere. Se infatti a Kimbau le cose
peggiorano nonostante l'impegno di Chiara Castellani e la solidarietà
attiva di tanti, vuol dire che l'Africa sta morendo. E che Dio sta
morendo. E i poveri continuano a essere crocifissi.
Note:
Per aiutare Kimbau contattare il cell. 3333022890 (Paolo).
Ecco come donare a PeaceLink (causale "aiuto Kimbau")
- conto corrente postale 13403746 intestato ad Associazione
PeaceLink, C.P. 2009 - 74100 Taranto (TA)
- conto corrente bancario n. 115458 c/o Banca Popolare Etica,
intestato ad Associazione PeaceLink
IBAN: IT05 B050 1802 4000 0000 0115 458
- donazione ONLINE con carta di credito
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